Nell'orizzonte di Kei non c'è ancora una famiglia. Chi lo avrebbe mai detto qualche mese fa, quando la sua storia aveva toccato il cuore di tutti: appena due anni, abbandonato in una valigia rossa su una complanare in Puglia, per sopravvivere si era nutrito di pietre e quando le sue condizioni erano drammatiche il mondo animalista aspettava gli aggiornamenti col fiato sospeso. Poi, pian piano, il silenzio.
Lo sguardo di questo Pitbull, però, già in quella foto-simbolo rannicchiato dentro un trolley, raccontava qualcosa: una tenacia e una forza che non lo hanno mai abbandonato. Nemmeno ora che vive in una casa famiglia, accudito e riverito certo, ma senza un pet-mate di riferimento, fondamentale per la sua crescita e il suo benessere psicofisico. «Kei cresce, come ogni cucciolone alla costante scoperta del mondo – raccontano le volontarie della Lega del Cane di Trani che lo hanno salvato lo scorso marzo – Ha ancora tanto da imparare, soprattutto nell'interazione e nel gioco con i suoi simili. È un birbante, gli piace mangiare ciò che non può, gli piace giocare pesante, ma al tempo stesso è un tenerone, ama dormire a stretto contatto con la sua compagna umana, nonostante il caldo oppure abbracciato al suo pupazzetto preferito». Eppure l'adozione giusta non è ancora arrivata.
Quando si è saputo che Kei era fuori pericolo le volontarie hanno ricevuto tantissime richieste, forse proprio sull'onda dell'entusiasmo, ma nessuna adatta a lui. Perchè per Kei non si cerca un colpo di fulmine, non solo quello almeno, ma una persona o un nucleo famigliare che possa prendersene cura a 360 gradi: «Partiamo dal cibo – dice la presidente della Lega del Cane di Trani, Mariella Lavarra – molto probabilmente Kei dovrà assumerne uno specifico “a vita”, un po’ per i problemi avuti, un po’ per la delicatezza della sua pelle. Tutto questo è da tenere in considerazione da parte di chi vuole adottarlo».
Passando poi all’aspetto caratteriale: «Kei non va bene come primo cane e, se vogliamo, neanche come primo Pitbull, a meno che non ci sia pienamente il desiderio di iniziare questa meravigliosa avventura ma con consapevolezza e lasciandosi eventualmente supportare da un educatore. Kei è assolutamente dolcissimo, un adorabile furbetto, con una paradossale e totale fiducia verso gli esseri umani, vuol bene a tutti, si fa accarezzare con piacere da chiunque incontri e adora i bambini, ma, dall’altra parte, è giovane, curiosissimo, inesperto, non sa dosare la gioia, non sa ancora rapportarsi con gli altri cani e soprattutto ha le pile che non si scaricano quasi mai».
Kei richiede, quindi, tempo, denaro, affetto, attenzioni e cento occhi perchè non può, per i suoi problemi di salute pregressi, assolutamente mangiare tutto ciò che gli capita. In fondo, quello di cui ha bisogno è un'assunzione di responsabilità umana per restituirgli quello che gli è stato negato e per condurre insieme uno straordinario viaggio. Sì, impegnativo ma guardando il suo sguardo oggi, all'orizzonte, si capisce già il cane che sarà.