La Giornata della Terra, in programma per il 22 aprile, si avvicina e la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli ha deciso di dedicarla interamente al mondo degli uccelli marini. L'Earth Day è la più grande celebrazione dedicata al nostro Pianeta e ai suoi abitanti, un'occasione per esaltare le bellezze naturali che ci circondano ma soprattutto per attirare l'attenzione sui numerosi problemi ambientali che affliggono la Terra.
Gli uccelli marini, con le loro spettacolari migrazioni, uniscono il Nord e il Sud del mondo ma per molti aspetti sono ancora avvolti dal mistero, come testimoniato dall'avvistamento avvenuto appena qualche giorno fa di una sula piedirossi, una specie tropicale mai osservata prima in Italia. Gli uccelli marini sono però anche tra le specie maggiormente minacciate dall'inquinamento da plastica e dalle attività umane.
Nelle sale del Museo Darwin-Dohrn della SZN si potranno quindi scoprire, per esempio, che i pinguini imperatore possono raggiungere e superare i 500 metri di profondità, oppure che in Europa le urie, che a differenza dei pinguini non hanno perso la capacità di volare, pescano le loro prede in acqua a fino 120 metri di profondità. Le giovani berte, invece, prima di costruire il nido possono restare in mare aperto anche per tre anni senza mai toccare terra, mentre gli albatros sorvolano l'oceano addirittura per otto anni interi.
C'è poi la sterna codalunga o sterna artica, che con solo un centinaio di grammi di peso riesce a compiere il viaggio migratorio più lungo al mondo: dal Polo Nord al Polo Sud. Nell'arco dei suoi 25-30 anni di vita percorre circa 2 milioni e mezzo di chilometri, l'equivalente di tre viaggi di andata e ritorno dalla Terra alla Luna. Per celebrare dunque questi splendidi animali la SZN propone diverse attività, a partire da una mostra fotografica con oltre 100 scatti realizzati dal fotografo Alfonso Apicella.
Ci sarà poi spazio anche per i più piccoli con Un tuffo nell’ornitologia, un'attività di avvicinamento allo studio degli uccelli marini dedicata ai bambini, in cui attraverso un gioco d'identificazione delle specie più comuni accompagnati dall'ornitologo Rosario Balestrieri, che già ci aveva accompagnati alla scoperta dell'inanellamento a scopo scientifico degli uccelli, una delle tecniche di studio più diffuse ed efficaci per studiare proprio le incredibili migrazioni.
Sui canali social della Stazione Zoologica Anton Dohrn sarà poi pubblicata una video-intervista a tre esperti di uccelli marini. Federico De Pascalis, ricercatore dell'ISPRA, parlerà della misteriosa vita dell'uccello delle tempeste (Hydrobates pelagicus), il più piccolo tra gli uccelli marini europei, che vaga fra Mediterraneo e Atlantico nutrendosi soprattutto di minuscoli invertebrati e piccoli pesci.
Letizia Campioni, ricercatrice del MARE (Marine and Environmental Sciences Centre) e ISPA (Instituto Universitário de Ciências Psicológicas, Sociais e da Vida), racconterà dal Portogallo la storia del petrello delle Bermuda (Pterodroma cahow), una specie definita "lazzaro" perché è stata ritrovata dopo un lungo periodo in cui la si riteneva estinta. Si tratta di un uccello marino endemico dell'arcipelago da cui prende il nome e che tutt'ora è serio rischio di estinzione.
Infine, Cecilia Soldatini, ricercatrice del CICESE (Centro de Investigación Científica y Educación Superior de Ensenada in Messico), spiegherà gli effetti del cambiamento climatico sugli uccelli marini, in particolare su quelli pelagici e in cima alla rete alimentare che si sviluppa in mare, come la pardela mexicana (Puffinus opisthomelas) e la fregata (Fregata magnificens) l'unico uccello marino che non può posarsi in mare.
In copertina pulcinella di mare (Fratercula arctica). Foto di Alfonso Apicella