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10 Luglio 2024
13:36

Lanciano un gattino dal ponte e girano un video: presentata un’interrogazione parlamentare

Alcuni giovani di Lanusei, in Sardegna, hanno lanciato un gattino da un ponte e poi diffuso il video. Un gesto estremo e violento che è stato oggetto di un'interrogazione parlamentare finita sui banchi del Parlamento.

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Alcuni giovani di Lanusei, in Sardegna, hanno lanciato un gattino da un ponte e poi diffuso il video. Un gesto crudele e insensato che ha scatenato un'ondata di indignazione non solo sui social. Quello che è accaduto è arrivato fin sui tavoli del Partlamento attraverso un'interrogazione del deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Devis Dori.

Nell'interrogazione diretta ai ministri dell'Interno, dell'Istruzione, della Giustizia, dei Giovani, il deputato chiede «un'adeguata risposta sociale agli atti di crudeltà nei confronti degli animali e un'attenta prevenzione», così da «ridurre, in prospettiva, le possibilità che tale violenza si possa ripetere e venga messa in atto, in futuro, verso le persone», e nello specifico «quali iniziative, anche di natura normativa, intendano mettere in atto i ministri interrogati, per attivare specifici percorsi di formazione, destinati al personale che esercita funzioni di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, al personale degli organi giudiziari e al personale docente ed educativo delle scuole di ogni ordine e grado, con riferimento al fenomeno «Link», ovvero la correlazione tra gli abusi sugli animali e la violenza contro le persone.

È ormai accreditato dalla letteratura scientifica d'oltreoceano, l'esistenza di un collegamento tra maltrattamento sugli animali e pericolosità sociale. Questa specifica correlazione, denominata "Link", è deleterea soprattutto per i più giovani che ogni giorno possono accedere a foto e video di maltrattamenti senza possedere un'adeguata educazione civica ed empatica. Il risultato è un'epidemia di violenza, il cui contagio avviene proprio attraverso i social e le chat.

Come si legge in "Making the Link" di Malcolm Plant, ricercatore della Teesside University «assistere alla brutalità sugli animali desensibilizza i giovani e li rende inclini all'aggressività per tutta la vita». Una violenza che prima si riversa sugli animali e poi sulle persone, a cui però la legge italiana non assicura pene adeguate.

Al momento, infatti difficilmente si va in carcere per i reati commessi contro gli animali. Questo accade per diversi motivi, tra cui la scarsa entità delle pene, che arrivano al massimo a 2 anni di reclusione.  L'entità della pena è la cartina tornasole del valore sociale del bene tutelato, se la pena è di entità ridicola lo è anche il valore che si dà alla vita dell'animale. Come fa notare a Kodami il deputato Dori: «Mentre nel Paese le violenze contro gli animali diventano oggetto di esibizione social anche da parte di minorenni, alla Camera dei Deputati le proposte di legge sui reati contro gli animali sono sparite dai radar. Non solo dai lavori di Commissione, ma anche dal calendario d'aula». Il riferimento è alla proposta di legge per inasprire i reati contro gli animali che doto essere stata oggetto dell'ostruzionismo da parte della Lega, sembra essere definitivamente uscita dai lavori del Parlamento.

«Evidentemente il Governo non percepisce la gravità della situazione – sottolinea Dori – Il tutto non si può esaurire né con la mera indignazione né con la sanzione del colpevole, ma comprendere che questi atti sono il frutto di un forte disagio personale che va gestito in tempo utile. Queste condotte non devono essere tacciate come ragazzate, ma atti gravissimi che potrebbero andare in escalation e, nel tempo, essere perpetrati nei confronti di persone».

Un significativo passo avanti sembrava esserci stato lo scorso 14 giugno quando è entrata in vigore la legge 70/2024 per la prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo, sempre a firma di Dori, nel quale per la prima volta si fa riferimento esplicito alle condotte agite da minorenni nei confronti di animali, così da attenzionare l'atto aggressivo e andare a recuperare il minore. «In quel testo c'è uno strumento nuovo in più in mano ai magistrati minorili che può essere utilizzato anche nel caso del gattino di Lanusei».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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