Dopo diversi anni di indagine e diversi secoli di dibattito scientifico, un team di scienziati ha appena risposto ad una delle domande che hanno da sempre più affascinato i naturalisti: chi sono gli antenati dei serpenti? Pubblicando infatti il loro articolo su Cell, diversi scienziati cinesi hanno dimostrato che questi animali derivano da antichi rettili fossori, che per milioni di anni si limitarono ad abitare il sottosuolo, per poi ritornare sulla superficie con delle specie che erano ormai purtroppo prive di arti e sottoposte a una sovra numerazione delle vertebre e delle costole.
Sono riusciti a compiere questo piccolo miracolo della biologia, decidendo di analizzare il codice genetico di circa 14 specie di serpenti e di metterli a confronto con le sequenze già analizzate di altri rettili, come lucertole, coccodrilli e tartarughe, che rappresentano attualmente i loro parenti più prossimi, insieme alle sequenze di un uccello e di un topo di campagna.
I risultati ottenuti da questa ricerca hanno permesso di dimostrare la teoria che gli zoologi sostenevano da tempo, ovvero che alla base del percorso evolutivo dei serpenti c'erano delle antiche lucertole che – oggi lo sappiamo – circa 118 milioni di anni fa, in pieno Cretaceo Inferiore, decisero di occupare il sottosuolo, per varie ragioni. Essi infatti riuscirono così da una parte ad occupare una nicchia ecologica scarsamente utilizzata dai vertebrati ancora oggi. Inoltre riuscirono così anche a nascondersi dai predatori, che al tempo ricordiamo erano molto presenti e tra cui c'erano i dinosauri.
Seguendo i suggerimenti che l'analisi filogenetica indicava, gli scienziati hanno anche delineato il preciso momento storico in cui questi antichi antenati dei serpenti andarono contro a una prima progressiva diversificazione, che avvenne successivamente alla scomparsa dei titani che governarono la terra fino a 65 milioni di anni fa. Tale evento fu importante poiché da una parte permise a questi rettili di cominciare a "sbucar fuori" e ad entrare nell'orbita degli animali di superficie, ma dall'altra permise anche a tante specie di perdere definitivamente gli arti, che col tempo erano divenuti degli organi vestigiali e privi di una funzionale articolazione con il resto dello scheletro.
Tra l'altro i cambiamenti osservati sul corpo di questi proto serpenti sono ancora ben visibili all'interno del codice genetico dei loro discendenti, dichiarano i ricercatori, anche perché la forma del loro corpo influisce notevolmente anche sulla forma degli organi interni come i polmoni.
Per esempio, non tutti sanno che nei serpenti il polmone sinistro è tipicamente assente o è più piccolo del polmone destro. Questa differenza con il resto dei rettili è perfettamente visibile nel genoma, dove una sequenza che codifica la dineina – una proteina che svolge un ruolo vitale nello sviluppo delle simmetrie sinistra-destra in moltissimi vertebrati – è assente nei serpenti, con altri 13 geni correlati allo sviluppo polmonare che hanno subito delle mutazioni particolari, in modo da alterare la crescita del tessuto.
Inoltre mutamenti al livello del sistema visivo ha reso ben tre lignaggi di serpenti – vipere, pitoni e boa – a essere capaci di vedere anche con il buio, essendo i fieri possessori di un organo di rilevamento a infrarossi sensibile alla temperatura che comparve all'altezza del nervo trigemino quando questi animali cominciarono a vivere una vita meno fossoria e più superficiale, quindi più coinvolta negli spostamenti delle potenziali prede.
Le osservazioni sui geni che regolano invece l'udito hanno indotto gli scienziati a pensare che la perdita di diverse informazioni a livello del DNA abbiano portato questi rettili a perdere portata uditiva e a ridurre notevolmente la loro percezione classica dei suoni. Allo stesso tempo, l'evoluzione di ulteriori regolatori genici ha indotti i serpenti ad utilizzare il tatto e l'orecchio interno per percepire con alta qualità i suoni a bassa frequenza. Questo cambiamento tra l'altro è abbastanza comunque anche negli altri animali scavatori, come le talpe, suggerendo che questa maggiore capacità di captare i suoni a bassa frequenza sia il destino di tutti gli animali che trascorrono evolutivamente parlando troppo tempo nel sottosuolo.
Quando però i serpenti divennero davvero tali? Secondo gli scienziati, al termine della radiazione morfologica successiva all'abbandono della vita fossoria, avvenuto ad inizio cenozoico, per quanto è possibile ritrovare anche negli scavi fossili dei serpenti che presentano ancora delle morfologie ancestrali, disponendo ovvero delle piccole zampe, fu con l'introduzione dei classici movimenti dei serpenti che possiamo parlare definitivamente di veri serpenti e non dei loro antenati. Ciò va d'accordo con i report paleontologici oggi comunemente usati dagli studiosi, che affermano come questi rettili cominciarono a muoversi secondo l'ondulazione laterale o l'avvolgimento laterale a partire dalla fine del Paleocene e l'inizio dell'Eocene, ovvero fra i 55 e 50 milioni di anni fa.