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12 Gennaio 2023
10:00

L’analisi del genoma del leopardo nebuloso rivela una storia mai raccontata

Le due specie di leopardo nebuloso sono state considerate quasi del tutto simili fino a qualche decennio fa, ma oggi uno studio pubblicato su iScience ha dimostrato che sono più diversi di quanto pensassimo.

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Essendo tra le due specie di mammiferi più a rischio di estinzione dell'intero Sud-est asiatico, le due specie di leopardo nebuloso (Neofelis nebulosa che vive fra il Vietnam, la Thailandia e la Cambogia e Neofelis diardi che vive invece tra le isole dell'Indonesia) sono state coinvolte in un progetto di sequenziamento del loro genoma, in previsione di futuri progetti di conservazione e riproduzione.

Dopo alcuni anni passati a prelevare e studiare i campioni, finalmente il mese scorso è uscita la prima bozza dell'articolo che riassume i risultati dell'intero progetto. La bozza è pubblicata sulla piattaforma pre print di iScience, gestita da Cell. Leggendo l'articolo, è possibile notare come lo studio non è stato esente da sorprese.

Le due specie infatti sono state considerate dalla scienza quasi del tutto simili fino a qualche decennio fa, quando le prime tecniche genomiche cominciarono a far risaltare differenze via via sempre più concrete a livello mitocondriale e nucleare. In particolare, oggi sappiamo che le due specie di leopardo nebuloso non si differenziano solo a livello dell'ombreggiatura del manto, ma anche a livello scheletrico e del cranio. Inoltre si è ormai chiarito che le specie si sono separate molto prima rispetto a quanto era stato previsto durante gli ultimi anni del Novecento.

«Stimiamo che le due specie si siano discostate circa 5,1 milioni di anni fa, molto prima delle stime precedenti di 1,41 e 2,86», affermano gli studiosi su iScience «suggerendo che si siano separate quando le grandi isole della Sonda stavano diventando sempre più isolate rispetto al resto del Sud-est asiatico».

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Neofelis nebulosa

La storia di queste due specie, d'altronde, è sempre stata intricata, sin da quando nel 1821, il naturalista Edward Griffith definì per la prima volta un leopardo nebuloso sulla base di un esemplare che classificò come Felis nebulosa. Solo però sulla fine degli anni Novanta si cominciò a pensare che la popolazione indonesiana forse diversa geneticamente dalla controparte continentale e fu così che nel 2006 le specie di leopardi nebulosi sono diventate due, distinte sulla base di prove da sequenze di DNA mitocondriale e nucleare. Persino le variazione dei microsatelliti del DNA e la citogenetica hanno permesso di identificare due lignaggi distinti, potenzialmente però considerabili tra di loro monofiletici, chiarendo tra l'altro che appartengono ad un genere a sé stante rispetto al genere Felis, dando la possibilità ai tassonomisti di creare il genere Neofelis.

È a partire da questa definizione delle specie che sono partiti i ricercatori del Dipartimento di scienze botaniche e naturali della Brigham Young University. «Questi lignaggi sono stati formalmente riconosciuti come il leopardo nebuloso continentale, distribuito nel sud e sud-est asiatico continentale, e il leopardo nebuloso della Sonda (o Diard) trovato nel Borneo e Sumatra».

Ma quali sono le cosiddette sorprese che sono fuoruscite dallo studio della sequenza di queste due specie?

La prima deriva dalla differenza interna presente in alcune delle popolazioni. Infatti sembrerebbe che ci sarebbe un ampio margine di manovra per modificare ulteriormente l'albero filogenetico delle due specie, essendo i tassonomisti quasi costretti ad ammettere che non basta aver individuato le due specie per aver concluso il lavoro.

«Più recentemente, la valutazione completa della tassonomia dei felini ha affermato questa riclassificazione delle due specie, ma ha anche suggerito che in futuro dovrebbero essere prese in considerazione ulteriori e molteplici distinzioni sottospecifiche tra le popolazioni insulari di leopardi nebulosi della Sonda».

Le novità però non finiscono di certo qui. L'articolo infatti spiega come sia necessario riconsiderare la storia evolutiva di questo genere rispetto ai loro parenti più prossimi. Sempre all'interno dello studio su iScience, gli zoologi affermano infatti «I tassonomisti hanno utilizzato studi genetici per indicare che il genere Neofelis è sorella del genere Panthera, che comprende il giaguaro, il leone, il leopardo, il leopardo delle nevi e la tigre. Inoltre le nostre analisi di datazione molecolare suggeriscono che Neofelis e Panthera si siano discostati circa 5 milioni di anni fa durante il tardo Miocene o il primo Pliocene». Questo comporterebbe che entrambe le specie si siano separate dai loro parenti del genere Panthera contemporaneamente, separandosi tra l'altro anche fra di loro nello stesso momento.

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La divergenza tra le due specie di leopardo nebuloso precede tra l'altro anche le divergenze intraspecifiche che è possibile osservare nelle restanti specie di felini che vivono attualmente nel continente asiatico e nel subcontinente indiano, rendendole di fatto le specie più "antiche" ad essersi separate. «Nonostante siano morfologicamente simili, i nostri risultati suggeriscono anche che la divisione tra leopardi nebulosi della terraferma e della Sonda è tra le più antiche divergenze intrageneriche tra i Felidae esistenti» chiariscono gli studiosi.

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Neofelis diardi

Tra le due specie quella che presenta meno eterozigosità (ovvero di differenze genetiche all'interno della propria popolazione) è la specie della Sonda, che seppur soggetta a stimoli evolutivi dovuti all'insularità, dispone di una minore dimensione effettiva della popolazione stimata. Questo dunque si esprime con minori possibilità di distribuzione di potenziali mutazioni all'interno della stessa popolazione o specie.

«Questi risultati forniscono una base preziosa per i responsabili della conservazione dei leopardi nebulosi, sia in cattività che selvatici» concludono gli studiosi «perché stabiliscono differenze fondamentali nella variazione genetica tra le due specie».

Le prospettive future su questo campo di ricerca sono tante. Sono gli stessi ricercatori dell'articolo pubblicato su iScience ad identificarli. Per esempio, secondo loro la ricerca dovrebbe cercare di scoprire ulteriori "differenze genetiche" fra le due specie, per capire quando le differenze macroscopiche – come la struttura del cranio – sono state acquisite dopo la divergenza di 5,1 milioni di anni fa. Inoltre, sarebbe per loro anche importante scoprire quale sia realmente il numero di individui di entrambe le specie, per offrire così ai conservazionisti un quadro più completo della loro storia e salute genetica, con l'obiettivo di garantire ad entrambi la sopravvivenza.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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