Per giorni sono stati visti scorrazzare per le campagne e le strade di Broletto, frazione del Comune di Albinea, in provincia di Reggio Emilia, una "strana coppia" formata da un caprone e un daino. Sino a quando qualcuno non si è preoccupato che potessero essere investiti da un’auto di passaggio o peggio, e ha chiesto l’intervento di un esperto. È così che Ivano Chiapponi, responsabile del Rifugio Matildico, è entrato in questa storia di amicizia tra animali di specie diverse.
A raccontarla a Kodami è lui stesso: «Sicuramente era da un po’ che erano insieme, perché erano molto affiatati – spiega – avevano proprio bisogno del contatto, erano abituati alla presenza reciproca. Qualche giorno fa sono stati segnalati per le strade e alcuni residenti si sono preoccupati, quindi abbiamo suggerito che, se fossero entrati in cortili o recinti, i proprietari li chiudessero all’interno per recuperarli».
Così è stato: qualche giorno fa un residente di Broletto ha visto il caprone entrare nel suo recinto e lo ha chiuso, per poi vedere arrivare anche il daino, che lo ha superato con un balzo per riunirsi al suo “amico”. A quel punto è scattata la chiamata al Rifugio Matildico: «Quando siamo arrivati noi il daino non c’era già più, è possibile che sia fuggito capendo si essere stato rinchiuso – spiega ancora Chiapponi – si tratta di un esemplare giovane, avrà un anno al massimo. Non è chiaro se siano stati cresciuti insieme, magari da qualcuno che ha trovato il daino piccolo e lo ha tenuto, o se il daino si sia aggregato successivamente al caprone».
A spingere Chiapponi a intervenire è stata anche l’eccessiva confidenza del daino verso gli esseri umani, un’abitudine che può rilevarsi molto pericolosa per un animale selvatico: «Giravano liberamente nelle strade del paese, il daino si faceva avvicinare molto – racconta a Kodami – sicuramente qualcuno ha dato loro da mangiare mosso da buone intenzioni, ma ha reso il daino troppo fiducioso».
Anche il consigliere municipale di Broletto, Duccio Simonelli, ha incontrato la “strana coppia” e l’ha immortalata a distanza ravvicinata, a dimostrazione dell’assenza di timore verso gli esseri umani. Adesso il daino è tornato in natura, mentre il caprone è rimasto al Rifugio Matildico: «Non siamo riusciti a rintracciare umani di riferimento, speriamo che qualcuno si faccia vivo nei prossimi giorni».
L'esperta: «Il daino potrebbe essere entrato in contatto con l'uomo da piccolo per errore»
Sulle circostanze che hanno portato i due animali a entrare in contatto poco o nulla si sa, ed è quindi difficile comprendere la natura di questa relazione: «Non è dato sapere se e in quali termini alla base di questa partnership ci sia lo zampino di una terza specie, la specie umana – riflette Federica Pirrone, etologa e membro del comitato scientifico di Kodami – Si tratta di un animale domestico, il becco o caprone, che quindi verosimilmente viveva già a contatto con l'uomo, e di uno selvatico, il daino, che è una specie in cui il piccolo, come strategia di difesa dai predatori, rimane nascosto e viene allattato dalla madre poche volte al giorno».
«Può capitare, quindi, di trovare piccoli di daino soli soletti, infrattato in mezzo alla vegetazione. Le persone, in questa situazione, sono spesso portate a presumere che sia stato abbandonato, e lo prelevano», continua Pirrone, ipotizzando appunto che qualcuno abbia visto il piccolo di daino e lo abbia "allevato", magari a contatto con il caprone, pensando fosse stato abbandonato. A prescindere dalle ragioni della creazione di questo legame, Pirrone specifica che «è bene che entrambi tornino al più presto a vivere con il proprio gruppo naturale».