L'arcipelago delle isole Faroe è conosciuto, purtroppo, anche per la cosiddetta Grindadráp, o Grind, la caccia spietata a balene, delfini e globicefali che rappresenta per i faroesi una tradizione importante e purtroppo ancora legale nonostante la bufera di critiche che arrivano ogni anno da tutto il mondo. Ma in questi giorni sulle isole dipendenti dalla Danimarca, si sta consumando anche un altro massacro di cui si parla troppo poco, quello degli uccelli marini.
A partire dalla seconda metà di agosto fino ad arrivare a settembre inoltrato, migliaia di uccelli marini – soprattutto giovani alle prime prove di volo – vengono catturati e uccisi dai pescatori, che non devono far altro che raccogliere gli esemplari più stanchi e inesperti in acqua per poi spezzargli il collo. E così, ogni giorno, i porti si riempiono di centinaia di carcasse di uccelli, come testimoniano le immagini pubblicate da Sea Shepherd che Kodami ha deciso di non mostrarvi.
La specie più catturata è il fulmaro (Fulmarus glacialis), un uccello marino dall'aspetto simile a quello di un gabbiano ma maggiormente imparentato con berte e petrelli. Questi uccelli marini vivono in grosse colonie nei freddi mari del nord, e nidificano deponendo un singolo uovo a stagione, sulle pareti e scogliere a picco sull'acqua.
Impiegano fino a dodici anni per arrivare alla prima riproduzione, eppure anche quando il loro unico pullo è riuscito a raggiungere l'involo, tutto può essere mandato in fumo in pochi istanti. I giovani, infatti, quando lasciano il nido per la prima volta hanno bisogno di tempo per familiarizzare col volo e sono quindi facili prede per i pescatori.
Per loro è un gioco da ragazzi raccoglierli in acqua con i retini e secondo le stime di Sea Shepherd, anche se la caccia non è regolamentata, fino a 100mila fulmari vengono uccisi ogni anno, con barche che catturano anche tra i 100 e i 300 giovani fulmari ogni giorno. Alcuni pescatori faroesi hanno riconosciuto le criticità di questa caccia spietata e hanno smesso di praticarla, ma sono ancora in molti quelli che invece hanno deciso di proseguire.
Storicamente, fulmari e altri gli uccelli venivano cacciati per carne, uova, pelli e piumino, ma se un tempo questa attività coinvolgeva pochi uomini con mezzi limitati, oggi le imbarcazioni moderne hanno reso questa caccia – oltre che eticamente inaccettabile – del tutto insostenibile per i numeri che ha raggiunto e i mezzi utilizzati.
Ma assieme ai fulmari vengono inoltre abbattuti anche cormorani, sule, gazze marine e persino uccelli in declino e localmente minacciati, come pulcinella di mare e urie, le cui uova possono essere prelevate solamente con permessi speciali fino a un totale di 2.000 l'anno.
Molte di queste specie stanno già affrontando innumerevoli sfide come la distruzione degli habitat, l'aumento delle temperature e la scarsità di cibo legata alla pesca eccessiva e insostenibile. Ed è davvero impensabile che oggi, nonostante tutti i problemi che la biodiversità mondiale sta affrontando, siano ancora permesse attività anacronistiche del genere del tutto non necessarie.