Chi tenterà di uccidere l’alpaca Geronimo non avrà vita facile. Gliel’ha giurata la naturalista Helen Macdonald, sua compagna umana. L’animale sarebbe affetto da una tubercolosi bovina e il Defra, il Dipartimento per l’alimentazione, l’ambiente e gli affari rurali, ne ha ordinato l’eutanasia. L’Alta Corte di Londra ha dato ragione all’ente pubblico a seguito di una richiesta della donna di voler sospendere questa condanna a morte.
Helen Macdonald ha una fattoria a Wickwar, nel South Gloucestershire, e nelle ultime settimane ha ricevuto il sostegno di più di 130.000 persone che hanno firmato una petizione rivolta al premier britannico Boris Johnson per fermare l’esecuzione: persino il padre del primo ministro si è unito alla campagna di solidarietà nei riguardi dell’animale.
«Non è finita – commenta la naturalista – Sembra vogliano prendere la decisione di far addormentare a me l’animale per togliere il sangue dalle loro mani. Io non lo faccio». Se i funzionari dovessero entrare nella fattoria lei farà notare tutta la sua contrarietà. «Ci limiteremo a ostacolarli – dice – Non voglio infrangere la legge. Non sono una criminale, ma stanno cercando di trasformarmi in una di loro. Ostruirò chiunque entri nella mia fattoria».
Ucciso Geronimo, l’alpaca condannato a morte dall’Alta Corte britannica
Nel Regno Unito la storia di Geronimo ha fatto molto scalpore, tanto che è stato commissionato un sondaggio da Opinium secondo il quale solo il 16% dei britannici è d’accordo con l’abbattimento. Per Geronimo Helen Macdonald si è impegnata profondamente sul piano giudiziario, tanto da aver speso circa 60mila euro di soli costi legali. La donna ritiene che i risultati dei test sottoposti sull’alpaca siano dei falsi positivi.