«Un disastro». Il grido d’allarme arriva dal Centro Fauna Selvatica il Pettirosso, la struttura in provincia di Modena che accoglie animali selvatici. A spingere gli operatori a lanciarlo, le temperature da record di questo autunno iniziato tardi e di un inverno che sembra fare il suo ingresso soltanto nel nuovo anno. Punte da 17 gradi raggiunte nei giorni dopo Capodanno, che hanno avuto ripercussioni inevitabilmente ripercussioni sul bioritmo degli animali.
«Tra qualche giorno ci sarà un crollo delle temperature – sottolineano dal Pettirosso – Tanti sono gli animali che non sono andati in letargo e si troveranno in forte difficoltà ricci, ghiri, tartarughe e tanti altri come anche gli orsi, questo li esporrà a gravi rischi».
Il centro ospita infatti numerosi esemplari di fauna selvatica che, tra autunno e inverno, dovrebbero andare in letargo. Dovrebbero, il condizionale è d’obbligo, perché i cambiamenti climatici hanno modificato le loro abitudini e il loro metabolismo, allungando il periodo delle nascite e accorciando quello del letargo. E così animali che, in situazione normale e ottimale sarebbero già sprofondati in quel sonno che consente loro di risparmiare energie e superare l’inverno, sono ancora attivi.
Il letargo è una sorta di “escamotage” che la natura riserva a diverse specie animali per consentire loro di disattivare o rallentare le funzioni vitali che consumano più energia nei periodi in cui vi è maggiore scarsità di cibo e risorse. Diminuendo sensibilmente la temperatura corporea, la velocità della respirazione e la frequenza cardiaca, molti organismi entrano in uno stato di quiescenza più o meno lungo che permetterà loro, sfruttando il grasso accumulato o le scorte messe da parte, di superare periodi avversi come l’inverno restando al riparo e al caldo nella propria tana. Solitamente la preparazione comincia in autunno, quando gli animali iniziano a mettere da parte le scorte di cibo o iniziano ad accumulare grasso mangiando più del solito e in maniera frenetica. In inverno scatta poi il letargo vero e proprio, ma complici le temperature decisamente più alte della media del periodo, molti ospiti del Pettirosso (e non solo) sono ancora sveglissimi.
È il caso dei ricci, per esempio, ma vale anche per tartarughe, scoiattoli, ghiri, cui il personale del centro dovrà necessariamente riservare maggiore attenzione. Le preoccupazioni maggiori, però, sono per la fauna selvatica in libertà, che nei prossimi giorni, con l'annunciato e atteso calo delle temperature e l'arrivo anche della neve, potrebbe trovarsi in seria difficoltà.