Il processo evolutivo iniziato millenni fa e che ha portato un lupo ancestrale a trasformarsi nel migliore amico dell'uomo è stato un percorso lungo e tortuoso, che ancora oggi non siamo riusciti a ricostruire in maniera unanime e completa. Su chi sia stato a cominciare questo intricato ma proficuo cammino chiamato domesticazione la quasi totalità dei ricercatori è però concorde: l'antenato selvatico del cane domestico è il lupo grigio (Canis lupus). La lunga storia della relazione tra uomini e cani ha portato oggi ad avere oltre 400 razze differenti, che sono state raggruppate in una bellissima infografica realizzata dall'artista francese Alice Bouchardon, tuttavia, resta ancora molto da scoprire sul quando, sul dove e, soprattutto, da quale precisa popolazione di lupi sia iniziato tutto.
Un lupo ben diverso rispetto a quelli che vediamo oggi frequentava l'uomo già nel Paleolitico, tra 40mila e 33mila anni fa. Ne avevamo parlato in un episodio di MeetKodami anche con Paola Valsecchi, docente di zoologia ed etologia applicata all'Università degli Studi Parma. Ogni anno però nuove e interessanti teorie provano a limare, correggere o ribaltare ciò che sappiamo sulla storia evolutiva dei cani. Secondo uno studio recente pubblicato su PNAS, per esempio, i cani sarebbero stati domesticati in Siberia intorno a 23mila anni fa, quando uomo e lupo sono rimasti isolati a causa del forte freddo dell'ultima era glaciale. Da qui sarebbe cominciata la relazione che ha poi portato a tutte le razze attuali e anche all'invasione congiunta dell'America, avvenuta circa 15mila anni fa.
Un'altra ricerca basata sul DNA di 27 cani antichi ha evidenziato invece quanto sia complessa e aggrovigliata questa storia. Già 11mila anni fa erano presenti almeno 5 lignaggi genetici differenti, tutti derivati da un unico processo di domesticazione cominciato da una popolazione di lupi ormai estinta. Questo studio ha messo in discussione una precedente ricerca pubblicata su Science nel 2016 che aveva invece suggerito che i cani erano stati sottoposti a due processi di domesticazione separati, uno avvenuto in Asia e uno in Europa o nel Vicino Oriente.
Altra carne sul fuoco l'ha invece messa uno studio recentissimo in cui i ricercatori hanno sequenziato il genoma del lupo giapponese (Canis lupus hodophilax), una sottospecie di lupo grigio che viveva nell'arcipelago giapponese e che si è estinto circa 100-120 anni fa. Il genoma è stato poi confrontato coi cani attuali, tuttavia, non è condiviso allo stesso modo da tutte le razze: i cani orientali, come l'Akita e lo Shiba Inu infatti condividono il 5% del loro DNA con i lupi giapponesi estinti. Le razze occidentali, invece, come il Labrador Retriever o il Pastore Tedesco, ne condividono molto meno.
È molto probabile, suggeriscono i ricercatori, che il lupo giapponese si sia prima incrociato con i cani orientali, dopodiché questi, spostandosi, si sono reincrociati con quelli occidentali, lasciando quindi all'interno del loro DNA una forma molto più diluita del genoma del lupo. Nonostante gli enigmi ancora da risolvere sul percorso condiviso che ha cambiato per sempre le nostre e le loro vite, nella bellissima illustrazione di Alice Bouchardon è racchiusa tutta la meravigliosa e complessa diversità raggiunta fin qui.
Possiamo apprezzare tutti i gruppi razze riconosciuti oggi, dai Terrier ai Toy Dogs, passando per le razze da lavoro e i Retriver. Nell'illustrazione vengono rappresentati anche le principali forme del cranio che possiamo distinguere oggi nei cani: mesocefalo, dolicocefalo e brachicefalo. Partendo dal centro di questo albero genealogico il lupo grigio, l'origine di tutto, in poche migliaia di anni ha da il via, chiaramente con lo zampino dell'uomo, a tutta l'incredibile diversità di forme, colori e motivazioni che sono i cani di oggi, dal possente Rottweiler al piccolo e coraggioso Yorkshire Terrier.