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26 Gennaio 2024
17:25

Ladro ruba al veterinario i soldi per i randagi e i cittadini organizzano una raccolta per recuperarli

Il fatto è successo a Capoterra, nel cagliaritano, nella clinica dove il medico degli animali teneva un bottiglione con le offerte per le cure dei cani e dei gatti senza proprietà. Dopo il furto Luca Salvetti, amministratore di un gruppo social dedicato alla città, decide di promuovere una raccolta assieme ai capoterresi per far sì che possa continuare a operare.

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Non tutti i mali vengono per nuocere. Il saggio proverbio è la dimostrazione di quanto successo a un veterinario di quelli bravi, che non chiudono mai la porta ai randagini raccolti per strada e ai loro volenterosi salvatori, senza chiedere denaro in cambio. Il professionista  in questione si chiama Fabrizio Ibba, è il responsabile della Clinica veterinaria Animal House a Capoterra, comune a una ventina di chilometri da Cagliari.

Tra Natale e Capodanno scorso, Ibba ha subito un furto davvero biasimevole. Un ladro si è introdotto di sera nel suo ambulatorio, forzando la porta di ingresso, e ha rubato una grande damigiana di vetro contenente le donazioni spontanee dei suoi clienti. Si trattava dei soldi versati per aiutare il medico veterinario a coprire i costi delle cure dei cani e dei gatti abbandonati al loro destino, molto spesso feriti o malati. Al momento del furto il boccione conteneva all’incirca un migliaio e mezzo di euro, ai quali il veterinario attingeva solo in caso di reale necessità.

La notizia della rapina ha suscitato lo sdegno e il dispiacere di tutti i capoterresi, che ben conoscono e stimano il professionista. Così i volontari che più frequentano il centro, legati da riconoscente amicizia nei suoi confronti, si sono interrogati su come aiutare il veterinario a ricostruire, nel più breve tempo possibile, il suo piccolo, ma indispensabile, capitale destinato alle emergenze. «Avevamo inizialmente pensato di riprendere la raccolta con una nuova damigiana – racconta a Kodami Luca Salvetti, amico del medico veterinario e salvatore a sua volta, assieme alla moglie, di tre cani randagi e un gatto, ora diventati loro fedelissimi compagni – ma abbiamo subito scartato l’idea, perché anche se abbiamo subito provveduto a dotare gli spazi della clinica con delle telecamere di sicurezza, il rischio che si potesse ripetere un fatto simile era troppo alto».

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Così gli è venuta un’idea: lanciare una raccolta pubblica, partendo dalla pagina Info Caputerra, di cui Salvetti è amministratore, una comunità virtuale di quasi diecimila membri che informa su tutto ciò che accade nel Comune: «L’iniziativa è stata ovviamente condivisa con Fabrizio Ibba, che ha dato il suo parere favorevole alla realizzazione. L'idea ha messo d'accordo tutti,  prima – ricorda Salvetti –  usavamo anche salvadanai lasciati in vari punti della città, che poi esigevano tutta una serie di firme e testimoni quando era il momento del prelievo, verifiche esasperanti e mai abbastanza rassicuranti per i detrattori. Sinora abbiamo raccolto 1.171 euro, che possono essere utilizzati unicamente dal dottor Ibba, e da nessun altro. Riuscire a risarcire il veterinario della somma che gli è stata sottratta per le cure dei piccoli animali sarà un modo per far sentire tutti i capoterresi più tranquilli».

Il randagismo nella zona di Capoterra è molto alto, e da qualche anno il Comune cerca di incentivare l’adozione dei randagi, ospitati nel canile cittadino, riconoscendo un euro al giorno per ogni cane a chi se ne prende carico. Un problema, quello dell'altissimo numero di cani vaganti, alimentato anche dalla mancanza di cultura del microchip in tutta la Sardegna, che fa sì che molti cani si allontanino dalle loro case perché lasciati incustoditi e poi si fatichi molto a riportarli a chi appartengono, proprio perché è impossibile risalire ai loro proprietari. «Se visita la nostra pagina Facebook di Capoterra – sottolinea Salvetti– troverà innumerevoli annunci con foto di cani persi, vaganti o randagi che non si sa di chi siano e che rischiano di essere investiti sulle strade o che purtroppo già lo sono stati. Per questo è ancora più preziosa l’azione di medici che intervengono per far stare meglio, anche senza chiedere niente in cambio, questi poveri animali. Ma i costi per le cure ci sono e spesso sono anche alti,  quindi poterlo aiutare a lavorare con serenità ci rende davvero felici».

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Daniela Scamuzzi
Giornalista
Sono giornalista professionista, vivo e lavoro tra Roma e la Sardegna, terra delle mie origini. Mi occupo da anni di salute, ecologia e welfare per agenzie di stampa, televisione, periodici. Amo la natura, sono vegetariana, credo e mi impegno per un mondo che finalmente impari a rispettare realmente la vita degli animali e la loro libertà.
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