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1 Novembre 2023
8:46

L’addio di Grottaglie a Giacomino, il cane di quartiere che era diventato un’istituzione

Era malato da tempo ma l'amore del paese per lui non era cambiato neanche in queste ultime settimane: Giacomino il "Principe di Grottaglie" è salito sul ponte.

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Se n’è andato nel sonno, dopo giorni tristi in cui la malattia gli aveva tolto la forza di stare in piedi ma non quella di regalare dolcezza. Giacomino, il cane di quartiere di Grottaglie, è morto dopo che le scorse settimane era stato trasportato in un luogo sicuro in cui potesse essere accudito per gli ultimi giorni della sua vita.

Già da alcuni mesi le sue condizioni di salute avevano fatto preoccupare la popolazione del noto centro della provincia di Taranto, abituata a quella presenza assidua nella vita di paese. Un tumore con metastasi ai polmoni e alle ossa aveva mostrato la fragilità del suo corpo di quasi 15 anni, ma supportato dall’amore era tornato in paese con grande gioia da parte di tutti.

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Da alcune settimane, però, la situazione si era ulteriormente aggravata, costringendo chi lo seguiva da vicino a togliere l’animale dalla strada, dove aveva condotto felicemente la sua vita amato e rispettato, per prestargli tutta l’assistenza necessaria. La poca forza sulle gambe, infatti, gli impediva di deambulare regolarmente e anche Silvia, la persona che più di tutti si era legata al cane, si era dovuta rassegnare a quello che stava accadendo.

Da giorni il gruppo Facebook “Giù le mani da Giacomino & Company”, composto da quasi 4 mila membri e nato proprio per proteggere non solo questo cane ma tutto il gruppo di individui del paese, era animato da fotografie per aggiornare tutti gli amici umani sulle condizioni di Giacomino. Lo sguardo stanco non cambiava la tenerezza di un animale che con il suo approccio mite era riuscito a conquistare l’affetto della maggior parte della gente. Tant’è che nei giorni scorsi c’era la coda per poterlo salutare e fargli una coccola.

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«La sua storia è un po’ romantica ma vera – aveva raccontato a Kodami lo scorso gennaio la referente locale ANPA Grazia Parisi – Grottaglie è una città animalista e siamo orgogliosi di questo. Ha a cuore i suoi cani di quartiere. Tutto è cominciato con Biancone. Lo amavano tutti ed era chiamato “il Re di Grottaglie”. La città è cambiata con la sua presenza, riuscendo a ricevere l’affetto anche di chi non amava gli animali. Anche lui accompagnava le processioni. Nel 2014 Biancone smise di seguire le cerimonie religiose, perché non riusciva più ad andare ad avanti e come in una staffetta lui uscì e Giacomino entrò. Così quest’ultimo fu soprannominato “il Principe di Grottaglie”, perché aveva sostituito "il Re". Poi “il Sindacane” perché si sedeva all’ingresso del Consiglio Comunale durante le sedute».

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Giacomino era stato infatti uno dei “cani delle processioni”, anche se questo appellativo è stato condiviso con altri animali di quartiere della zona. Del resto, capitava spesso di trovarlo al centro delle cerimonie pubbliche, magari marciando durante le feste religiose al fianco delle statue dei santi, quasi a voler condividere anche i momenti più importanti della vita di Grottaglie come avviene per un comune cittadino.

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Giacomino con la sua amata Silvia

«Mancheranno le faccine buffe che facevi, soprattutto quando camminavi con la ciotola delle crocchette fino al tuo posto – scrive su Facebook Silvia, la sua più stretta compagna umana – Eri un pezzo del mio cuore, fai buon ponte. Mi mancherai». «Hai preso la strada del ponte dove tutti i cani di Grottaglie ti stanno aspettando – aggiunge Nati – in primis Biancone, colui che durante la processione di San Ciro indietreggiò dando a te la responsabilità di continuarla, cedendoti il posto di Re di Grottaglie. Ora vi immagino lì, che vi guardate. E ti immagino mentre ti inchini a lui, come lui fece con te». «Che dolcezza c'era nei tuoi occhi – si unisce Elio – Molta di più che in questo mondo di pazzi, di guerre, di egoismi, di cialtroni, di efferatezze, di materialità più becera. Sapere che c’è sempre più gente che ama e rispetta questi esseri viventi che ti danno tutto senza chiedere nulla, fa bene e ti fa sperare in un mondo migliore».

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L’ultimo commento è proprio quello di Grazia, che ci aveva raccontato con grande trasporto la storia di questo cane e che adesso lo saluta a poche ore dalla festa di Halloween: «Ci ha lasciato, ci ha fatto lo scherzetto dopo averci regalato anni di dolcezza. Ricordatelo così». Questa storia, al pari di tante altre che vi abbiamo raccontato di molti cani di quartiere o liberi, è la testimonianza tangibile di come la presenza di un animale può rappresentare un elemento di condivisione in un centro abitato. Il posto di un cane che non ha una famiglia non è necessariamente un canile.

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Roberto Maggi
Giornalista
Sono nato a Bari nel 1985. Sono un giornalista, fotografo e videomaker. Amo raccontare storie di animali sia con le parole che con le immagini. Sono laureato in giurisprudenza e da anni seguo la cronaca locale in Puglia. Amo tutti gli animali, ma in particolar modo i gatti. Faccio spesso amicizia con loro quando viaggio con la mia moto.
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