L’ultimo abbraccio tra la gorilla Ndakasi e il ranger André Bauma diventa una illustrazione donata al Virunga National Park, luogo in cui Ndakasi aveva trovato casa – e pace – dopo i primi, angoscianti mesi di vita.
A firmare l’opera è lo scrittore e illustratore calabrese Antonio Federico, fondatore della prima Accademia del fumetto in Calabria: a ottobre, quando era arrivata la notizia della morte di Ndakasi dopo una lunga malattia, Federico aveva deciso di ritrarla insieme con Andre, realizzando una commovente illustrazione dei due abbracciati corredata da un augurio: «Adesso dormi Ndakasi, ti sveglierai in un posto migliore».
L’immagine aveva ricevuto migliaia di commenti e condivisioni, talmente tante da arrivare sino in Congo, dove la famiglia umana di Ndakasi aveva avuto modo di vederla e apprezzarla. A distanza di cinque mesi l’opera è giunta proprio lì dove la gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei) aveva trovato una nuova casa e nuovi compagni di vita: al Senkwekwe, il piccolo orfanotrofio per gorilla orfani aperto nel 2009 nel cuore del parco Virunga.
«Sono molto felice di comunicarvi che grazie anche al vostro sostegno ho donato l’opera al parco dei gorilla – ha annunciato Federico, condividendo uno scatto di uno dei custodi del parco in posa davanti all’illustrazione – In questi giorni è arrivata ed ecco la foto che ci ha mandato Patrik, uno dei custodi del parco. L’emozione è davvero tanta. Una piccola carezza italiana agli amici congolesi». Poi il ringraziamento a Primates from the world, pagina Facebook che ha contribuito alla diffusione dell’opera e ha portato al risultato finale.
La storia di Ndakasi, la gorilla sopravvissuta ai bracconieri
La storia di Ndakasi ha commosso il mondo. Trovata nel 2007, a poco meno di due mesi di vita, aggrappata alla madre senza vita, massacrata dai bracconieri nella giungla del Congo, era stata trasferita nel Virunga National Park e affidata alle cure di André Bauma. Ne era nato un rapporto fatto di fiducia, rispetto e affetto che nel corso degli oltre 10 anni trascorsi insieme è diventato sempre già profondo. Nel 2019 Ndakasi era diventata ulteriormente famosa per il selfie scattato proprio da Bauma, in cui sembrava posare con aria compiaciuta e un po’ beffarda alle spalle di Andre.
Ndakasi era così diventata il simbolo del parco, sopravvissuta alla crudeltà di bracconieri senza scrupoli che avevano massacrato la madre, Nyiransekuye, il cui nome significa "qualcuno felice di accogliere gli altri". Nel 2020 proprio il Virunga National Park, patrimonio mondiale dell’Unesco e uno tra gli ultimi baluardi della biodiversità al mondo, aveva voluto diffondere i dati sul bracconaggio, ricordando come, oltre agli animali, anche 200 ranger negli ultimi 25 anni sono morti per difenderli.
Quasi 700 ranger per difendere l'oasi del Virunga
La gorilla Ndakasi nel parco aveva trovato una nuova famiglia, composta dai quasi 700 ranger che quotidianamente lo difendono dagli attacchi dei bracconieri e delle milizie che puntano allo sfruttamento delle risorse naturali del territorio. Con Andre Bauma, però, c’era un rapporto speciale: «È stata la dolce natura e l'intelligenza di Ndakasi ad aiutarmi a capire la connessione tra gli umani e le grandi scimmie, e perché dovremmo fare tutto ciò che è in nostro potere per proteggerli – aveva spiegato il ranger – Sono orgoglioso di aver chiamato Ndakasi mia amica. L'amavo come una bambina e la sua personalità allegra mi faceva sorridere ogni volta che interagivo con lei».
Quando Ndakasi si era ammalata Andre era rimasto al suo fianco sino all’ultimo, struggente abbraccio, immortalata in una foto che aveva fatto il giro del mondo. E poi l’aveva salutata: «È stato un privilegio sostenere e prendersi cura di una creatura così amorevole. Mancherà a tutti noi di Virunga, ma saremo per sempre grati per la ricchezza che ha portato nelle nostre vite durante la sua vita a Senkwekwe».