«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». E' la citazione più nota tratta da "Il gattopardo", il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che, sebbene si svolga in Sicilia e narra delle vicende che portarono alla scomparsa del Regno delle Due Sicilie in favore dell'Unità d'Italia, descrive esattamente quello che succede in Trentino da quando Maurizio Fugatti e la sua giunta hanno deciso di sterminare la popolazione locale di orsi.
Sì, sterminare. Oggi è stata uccisa KJ1, anche lei colpevole di essersi troppo avvicinata agli esseri umani. Un "reato" confermato anche dell'Ispra, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che aveva espresso parere "non negativo" riguardo l'abbattimento della femmina che, in presenza dei suoi tre cuccioli, aveva osato aggredire e ferire un turista francese nei boschi di Dro,
"Tutto cambia per non cambiare", si dice poi nel linguaggio parlato, spesso nell'inconsapevolezza di star appunto citando un'opera che descrive la fine di un sistema politico che però si trasforma in qualcosa di sempre identico a se stesso, ovvero focalizzato sugli interessi di pochi, sul mantenimento della ricchezza nelle mani di alcuni, nel tenere soprattutto la "gente" sotto una coltre costante di disinformazione e ignoranza.
Questa volta il Presidente della Provincia Autonoma ha fatto un'azione ancora più ardita e provocatoria rispetto all'abbattimento di M90 che, come avevamo scritto, è il simbolo di quello che sta continuando a succedere. M90 è stato il primo orso (in tempi recenti) ucciso dalla politica prima ancora di essere abbattuto, ovvero nel giorno in cui un suo simile aveva provocato la morte di Andrea Papi in Val di Sole.
Fugatti, questa volta, ha agito di notte e ha smarcato così abilmente la valanga di anatemi che comunque oggi gli arriveranno, spediti da associazioni e animalisti. L'esecuzione è avvenuta intorno alle sette e trenta del mattino, giusto per dare il via a una lunga giornata di prese di posizioni, rabbia, sconforto e delusione da parte di chi pensa che questo mondo sia un posto in cui il diritto alla coesistenza vale per tutti gli esseri viventi.
Quando è stato eliminato M90 ci eravamo rivolti direttamente al ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto, che all'epoca aveva parlato poi solo a cose fatte. Come del resto ha fatto oggi dichiarando di aver «già detto al presidente Fugatti che la soppressione dei singoli orsi non è la soluzione del problema». Al signor Ministro chiedevamo e continuiamo a chiedere che vi sia una tutela a monte dello Stato più forte e efficace della fauna che popola il nostro intero territorio nazionale. Lo scriviamo ancora, sebbene sappiamo quanto ciò sia ora del tutto utopistico in un'Italia in cui da poco è stata approvata la legge sull’autonomia differenziata che riguarda poi le Regioni a statuto ordinario, rischiando di causare – secondo importanti pareri di giuristi e costituzionalisti – una enorme separazione tra Nord e Sud del Paese.
Fugatti, questa è la realtà, ha semplicemente dimostrato di essere libero di fare ciò che vuole, e la morte di KJ1 è solo un altro esempio dell'inutilità di processi burocratici che non hanno alcun senso di fronte all'autonomia di una Regione a statuto speciale come il Trentino che, almeno per quanto riguarda la fauna selvatica, è un "regno" a sé.
L'orsa aveva 22 anni, era la femmina più anziana della popolazione trentina e aveva al seguito tre cuccioli: la Provincia Autonoma aveva già emanato due diverse ordinanze di abbattimento, sospese entrambe dal TAR in seguito ai ricorsi depositati da diverse associazioni animaliste che sono caduti nel vuoto e nel silenzio della sua morte.
Nulla è cambiato, dunque, se non che la vita di un altro individuo è andata persa e che vivremo un'altra estate di polemiche in cui l'attenzione sarà polarizzata su accuse e posizioni polarizzanti. Mentre chi decide, semplicemente, esegue.