È veramente possibile fare sensibilizzazione e divulgazione ambientale con qualsiasi mezzo, anche la numismatica. A dare un esempio è la Collezione Numismatica 2022 del Ministero dell'Economia, realizzata dal Poligrafico e Zecca dello Stato, che recentemente ha emesso una nuova moneta dedicata al giaguaro (Panthera onca).
Tutti gli appassionati, dunque, avranno la possibilità di riflettere sulla conservazione degli animali invia d'estinzione ammirando queste nuove monete. La collezione, infatti, appartiene alla "Serie Mondo Sostenibile Animali in via di estinzione", un omaggio e un invito a una presa di coscienza del rischio che corrono diversi animali di sparire per sempre.
Per la stessa serie sono già state emesse monete dedicate alla tigre e all'orso polare, tutte con lo stesso "dritto": in primo piano c'è una composizione a colori di alcune specie animali rappresentative della fauna terrestre e, in alto e a destra, ben evidente, la scritta "Repubblica Italiana". Nella parte inferiore, invece, c'è il nome dell'autrice, "Petrassi", artista esperta in incisione.
Ma il vero protagonista è sul "rovescio": sullo sfondo un giaguaro osserva lo spettatore con i suoi occhi penetranti. L'animale è stato ritratto nel suo ambiente naturale, la foresta pluviale, con in basso la scritta "giaguaro" e in alto il valore. A concludere a sinistra è incisa la lettera "R", identificativa della Zecca di Roma.
La moneta ha un valore nominale di 5 euro, anche se i prezzi per chi volesse portarsi a casa questa rarità di cui ne esistono solo 10.000 pezzi partono da 30 euro,
Il perché scegliere proprio il giaguaro come simbolo della conservazione degli animali in via d'estinzione è semplice. Osservando la moneta si viene catapultati immediatamente nell'habitat naturale di questa specie e con un po' di fantasia è possibile sentire a chilometri di distanza il profumo della pioggia che inumidisce il morbido terreno della giungla. Ma non è l'unico ambiente frequentato dal grande felino: in Argentina, ad esempio, vivono in terreni più aridi e aperti e si nascondono fra le canne o negli sparuti boschi della regione. Negli Stati Uniti del Sud, invece, sono stati visti in aspre zone montagnose coperte da foreste a circa 2500 metri sul livello del mare.
Il giaguaro è il più grande felino del continente americano e il terzo più grande del mondo, dopo la tigre e il leone. Per riuscire a distinguere un giaguaro non serve un occhio esperto: a differenza dei suoi parenti maculati come il leopardo, che abita in Africa e Asia, e il ghepardo, che è diffuso solo in Africa e medio oriente, il ghepardo è l'unico grande felino del Nuovo Continente.
Sono le sue macchie, però, a costituire il principale elemento distintivo. I giaguari possiedono un mantello che può variare dal rosso ruggine a un oro pallido con delle macchie nere circolari che racchiudono uno o più punti neri. Molti ricorderanno sicuramente Bagheera, la pantera nera del Libro della Giungla, capolavoro della letteratura dello scrittore inglese Rudyard Kipling. Nonostante il nome possa trarre in confusione, anche lei è un giaguaro. Rientra fra i pochi individui, circa l’11% della popolazione, in cui la pelliccia è nera e anche se se le macchie sono poco visibili sono comunque presenti.
La sopravvivenza di questa specie è sempre stato uno dei principali crucci dei biologi della conservazione. Tra gli anni ’60 e ’70, infatti, circa 18.000 esemplari venivano uccisi ogni anno per via della loro pelliccia o come trofeo. La situazione è migliorata nel 1973, quando è stata istituita la Conservation on the International Trade in Endangered Species (CITES), una convenzione che regola il commercio di flora e fauna a rischio di estinzione.
Dagli anni 70 ad oggi le condizioni di questo felino sono migliorate, ma rimane comunque in pericolo. Secondo la Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) il suo stato di conservazione è "vulnerabile" e ne restano in natura circa 170.000 individui. Fra le maggiori cause della diminuzione della sua popolazione c'è la graduale e inesorabile riduzione dell'habitat da parte dell'uomo che negli ultimi anni si è più che dimezzato, passando da 15 milioni di chilometri quadrati a 7.
L'uomo sta distruggendo le aree selvatiche nell’Amazzonia sempre più rapidamente. Fra incendi, deforestazione e allevamento del bestiame, le foreste fanno spazio ad ampi campi vuoti dove l'essere umano può mettere in essere i propri interessi. Le poche aree ancora intatte sono sotto stretta tutela e la Living Amazon Initiative (LAI) sta cercando di connetterle per dare a questo animale la possibilità di passare da un territorio all'altro. In questo modo non solo il giaguaro avrà un'ampliamento del proprio areale, ma a giovarne saranno tutti quegli animale che condividono con lui la sorte di vivere in uno dei luoghi più affascinanti e minacciati del Pianeta.