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4 Agosto 2021
13:47

La zanzara tigre (Aedes albopictus)

La zanzara tigre è originaria delle zone tropicali e sub tropicali ma si è diffusa in tutto il mondo grazie alla sua grande capacità di adattamento al clima. La puntura di questa zanzara, particolarmente aggressiva nei confronti dell'uomo, può fungere da vettore di diffusione di infezioni anche gravi.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La zanzara tigre (Aedes albopictus) è un insetto dell'ordine dei ditteri e della famiglia delle Culicidae, caratterizzato da un corpo lungo e snello che, come in tutte le zanzare è chiaramente diviso in capo, torace e addome. Il nome di questo animale deriva dalle caratteristiche striature bianche visibili a occhio nudo sia sia sull’addome che sulle zampe. Sebbene si tratti di un insetto originario delle zone tropicali e sub tropicali, la sua diffusione, agevolata dal commercio intercontinentale via nave, è ormai decisamente più estesa e raggiunge anche zone fredde come la Scandinavia o la Russia, ma anche il Canada e il Sud Africa. La zanzara tigre rappresenta un rischio per la salute dell'uomo, in quanto la sua puntura può fungere da vettore di diverse malattie virali gravi come la Chikungunya, la Dengue, la Febbre gialla.

Come si riconosce la zanzara tigre

La zanzara tigre, come abbiamo visto è caratterizzata da una vistosa striatura bianca avorio su zampe, addome e palpi (una sorta di mascelle). La dimensione è nella media degli insetti della famiglia delle culcidae, ovvero tra i 4 e i 10 millimetri. Le femmine inoltre, sono dotate di una lunga proboscide nera (attraverso la quale punge le sue vittime) e di piccole antenne, le quali sono invece molto più folte e lunghe nei maschi. I palpi mascellari dei maschi sono maggiormente sviluppati rispetto a quelli delle femmine, ma il maggior fattore di dimorfismo sessuale è dato dal fatto che i maschi sono generalmente più piccoli del 20%. Le zampe posteriori sono più lunghe delle anteriori e dotate anch'esse di bande bianche. Le aree con striature bianche presenti sulle zampe mediane sono ridotte fino a sembrare punti bianchi sulle articolazioni. Sebbene la dimensione non superi i 10 millimetri, essa dipende anche dalla fase del ciclo vitale in cui si trovano: uovo, larva, pupa o adulto.

Habitat e distribuzione

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Secondo quanto riportato sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità, la zanzara tigre si riproduce laddove può incontrare raccolte d'acqua (naturali o artificiali) come contenitori, secchi, annaffiatoi, lattine abbandonate, tombini oppure luoghi di raccolta delle acque reflue. Altri habitat naturali possono essere considerati i buchi nei tronchi o le cavità nelle piante in generale, ma anche le pozze di acqua piovana che si formano nelle rocce oppure gli pneumatici lasciati all'aperto.

In Europa questo insetto preferisce gli habitat urbani e suburbani in quanto, secondo uno studio pubblicato nel 2012, si tratta di una specie che preferisce nettamente pungere gli esseri umani rispetto ad altri animali (antropofila). I ricercatori infatti, analizzato il sangue di cui si sono nutrite le zanzare prese in esame a Yaoundé, in Camerun, hanno evidenziato una percentuale del 95% di sangue umano. Nonostante questa preferenza, è indispensabile sottolineare che secondo quanto riportato dal sito dell'Agenzia della Provincia autonoma di Bolzano per l’ambiente e la tutela del clima, risulta assente nei luoghi urbani completamente sprovvisti di ambienti verdi e acqua stagnante. L'assenza è determinata dal fatto che questo insetto non si sposta mai più di qualche centinaio di metri dal luogo di nascita. Le nazioni in cui questi animali sono completamente assenti sono Islanda, isole Faroe (Norvegia) e Antartide poiché l'acqua stagnante tende a congelarsi.

La zanzara tigre è un animale estremamente flessibile dal punto di vista climatico e proprio questa grande capacità di adattamento le ha permesso di distribuirsi in tutti i continenti, anche nelle zone in cui altre specie di zanzara non sono in grado di sopravvivere. Secondo l'European Centre for Disease Prevention and Control nel maggio 2020 questa specie era diffusa dalla Tunisia alle isole Svalbard, all'interno del circolo polare artico. Mentre il Ministero della Salute riporta la lista delle nazioni, suddivise per continente in cui è stata identificata, evidenziandone la presenza ad esempio in Sud Africa, Australia, Stati Uniti, Giappone, Caraibi e Medio Oriente.

Nel momento in cui l'insetto si insedia in un territorio, si diffonde con gradualità spostandosi in maniera eterogenea a seconda delle condizioni ambientali. Il processo di colonizzazione di un'area urbana di medie dimensioni può durare anche anni. Purtroppo però, quando ne viene avvertita la presenza dall'uomo, la colonia è già radicata sul territorio. Il periodo più favorevole allo sviluppo di infestazioni di zanzara tigre alle nostre latitudini è quello che va da aprile ad ottobre, ma sempre più spesso è possibile incontrare individui adulti lungo tutto il corso dell'anno.

Ciclo vitale della zanzara tigre

Come tutte le zanzare, anche Aedes albopictus ha un ciclo vitale caratterizzato da 4 stadi di sviluppo, di cui i primi 3 (uovo, larva e pupa) sono legati all'ambiente acquatico. La zanzara adulta invece è quella che vediamo volare nutrendosi di sangue (le femmine) o di linfa vegetale (i maschi). L'intero ciclo biologico può durare dalle tre alle otto settimane, a seconda della temperatura. Le uova, deposte sulla superficie dell'acqua, si possono schiudere infatti dopo pochissimi giorni ma anche dopo molte settimane, resistendo così alle temperature più rigide. Appena le temperature si alzano, i tempi di sviluppo degli stadi acquatici diventano molto rapidi e tutta l'evoluzione fino allo stadio adulto si completa in pochi giorni. Una volta adulte, le zanzare tigre sopravvivono in media per 3-4 settimane, durante le quali la femmina viene fecondata più volte.

Cosa provoca la puntura della zanzara tigre

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Nel momento in cui avviene lo sfarfallamento delle pupe, ovvero quando si trasformano in adulti, si generano sciami di zanzare all'interno dei quali avvengono gli accoppiamenti e proprio a partire da questo momento le femmine, una volta fecondate, hanno la necessità di effettuare i propri pasti di sangue pungendo un vertebrato con l'obiettivo di permettere alle proprie uova di maturare. Una volta effettuata la puntura (in alcuni casi più di una), la zanzara tigre si ripara in un luogo umido e tranquillo per digerire il sangue e dare così il nutrimento alle proprie uova.

Durante la puntura, la zanzara rilascia all'interno della propria vittima la saliva, ovvero la sostanza responsabile del gonfiore, dell'irritazione e del prurito intenso che causa. Nell'eseguire la puntura questa zanzara è molto rapida e per questo motivo è particolarmente difficile da interrompere. In caso di possibilità e necessità inoltre, questa specie particolarmente aggressiva nei confronti dell'uomo può pungere anche più volte nell'arco di poco tempo. Gli individui particolarmente sensibili possono mostrare anche una reazione allergica che, nel caso in cui il numero di punture sia elevato, richiede l'intervento del medico.

Gli orari in cui la zanzara tigre tende a pungere maggiormente sono quelli che anticipano il tramonto e subito dopo l'alba, mentre l'attività si riduce durante la notte e negli orari più caldi della giornata.

La zanzara tigre e l'uomo

Come abbiamo visto, questo insetto è per gli esseri umani uno degli animali più pericolosi a causa del rischio sanitario dato dall'attività ematofaga che funge da vettore biologico nella trasmissione di diverse infezioni virali tra le quali alcune molto gravi come i virus dengue (DENV), chikungunya (CHIKV) e febbre gialla (YFV). La diffusione delle zanzare tigre all'interno degli ambienti antropizzati dipende però anche dagli interventi di prevenzioni che le singole comunità mettono in atto. Le istituzioni sanitarie, i comuni e i singoli cittadini possono infatti collaborare nella prevenzione dello sviluppo di infestazioni evitando di lasciare acqua stagnante a lungo nei periodi più umidi.

Nelle zone in cui questo insetto risulta maggiormente diffuso, la sua presenza ha modificato addirittura gli stili di vita degli esseri umani, costretti ad evitare di trovarsi all'aperto negli orari di massima attività della zanzara. A causa del cambiamento climatico inoltre, la zanzara tigre rimane attiva sempre più spesso anche nei mesi invernali nelle zone dal clima temperato, rendendo la sua presenza costante.

In tutta Europa sono attivi diversi progetti di informazione e prevenzione che comprendono serate informative curate da esperti della specie, ma anche l'installazione di bat box, ovvero casette in grado di ospitare i pipistrelli, animali che si nutrono anche di zanzare, come avvenuto nel comune di Fiumicino. In alcune zone d'Italia inoltre, sono attivi progetti di monitoraggio della specie volti ad aumentare le conoscenze riguardo le variabili che ne determinano la diffusione.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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