10 Aprile 2024
12:30

La vita in un canile: perché adottare o sostenere un rifugio è la scelta più giusta

In Italia, secondo i dati più recenti del Ministero della Salute (novembre 2023, e si riferiscono ai soli canili pubblici), in un anno sono stati ospitati 89.607 cani a fronte di 32.620 adozioni. Il numero di gatti che non hanno famiglia non è censito nel nostro paese, complice anche il non obbligo di microchipparli tranne che in Lombardia. Vicino casa nostra, in ogni città del Belpaese ci sono ricoveri pubblici e privati con cani e gatti che aspettano solo di trovare la persona giusta con cui condividere la vita.

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La pandemia da Covid-19 aveva portato a un aumento delle adozioni, ma ora ci sono i risvolti negativi: sono sempre di più le cosiddette “rinunce di proprietà”. Si tratta di una possibilità prevista dalla legge e che era stata concepita in realtà a tutela dei cani e non di certo per favorire l’abbandono. Questa ipotesi nasceva infatti per far sì che il cane trovasse ospitalità e, se non vi era poi la possibilità del ricongiungimento, almeno così era in un luogo dove poteva essere accudito e riadottato. La realtà dei fatti, però, è che si è arrivati a una situazione di sovraffollamento delle strutture. Ma come vivono nei canili italiani “i migliori amici dell’uomo” e come si può contribuire a sostenere cani e gatti?

Come è la giornata tipo di un cane in canile

“Lo stare insieme a qualcuno” è importante per un cane come per una persona ma, allo stesso tempo, nessuno di noi vorrebbe sentirsi costretto a farlo: a loro come a noi piace avere un circolo ristretto di amicizie. Nella maggior parte dei rifugi, poi, non vi è nemmeno la possibilità di interagire realmente con gli altri conspecifici: la vita quotidiana è in gran parte trascorsa in un box, a volte con un “compagno di prigionia” che non è stato scelto perché ha qualcosa di affine all’altro cane ma solo per esigenze di spazio.
Immaginate, dunque, di essere in una cella con qualcuno che non necessariamente vi piace, in costante attesa di poche cose che accadono durante la giornata: il momento della pappa e le uscite con i volontari. In tutto questo, ci sono pure tanti altri che come voi attendono quei momenti tra latrati e abbai che aumentano lo stress di quella che possiamo definire “tristezza da canile”. Ebbene sì: in uno studio del 2023 condotto dal Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Istituto Federale di Educazione, Scienza e Tecnologia del Sud del Minas Gerais in Brasile, è stato evidenziato proprio come l’assenza di interazioni positive e attività finalizzate al benessere psicofisico comportino emozioni negative nei cani pari alla depressione per noi umani.

Come è la vita di un gatto senza famiglia?

A differenza dei cani, i gatti randagi in Italia sono considerati a tutti gli effetti “animali in libertà”. Molto spesso le persone confondono quelli che vivono nelle colonie feline per animali che hanno bisogno necessariamente di aiuto e di essere portati a casa. Invece, bisogna volgere lo sguardo ai gatti che vivono nei gattili pubblici, nei tanti rifugi privati o negli stalli di volontari che hanno invece recuperato gli animali da situazioni di pericolo, da abbandono o perché con problemi di salute o di relazione conflittuale con altri soggetti. Anche per i gatti, del resto, il tasso di abbandono è molto alto e la mancata pratica della sterilizzazione genera cucciolate a profusione: una gatta può rimanere incinta due, tre volte all’anno.
Esistono gattili che puntano realmente al benessere degli ospiti, soprattutto considerando le esigenze tipiche della specie. Un gatto non è un animale che ama condividere il suo spazio con tanti simili e ha bisogno di quello che si chiama “arricchimento ambientale” per combattere la noia. Come per il cane, però, ogni piccolo felino ha la sua personalità quindi la vita all’interno di strutture che ospitano più soggetti sarà più o meno “pesante” a seconda della personalità di ognuno.

Come si può contribuire? Dal volontariato all’adozione, passando per il supporto a distanza

Ci sono diverse cose che si possono fare per contribuire a migliorare la vita degli animali che sono nei canili e nei gattili. Iniziamo dal concetto di “adozione consapevole”: prima di fare questo passo, infatti, è molto importante porsi delle domande e non agire d’impulso, con l’idea che “salvare” un animale basti per poi vivere una vita felice insieme.
Ad esempio, chiediamoci se la nostra casa è un ambiente adeguato all'animale che vogliamo accogliere e se siamo disposti a poterlo adeguare a eventuali criticità: danni agli oggetti o al mobilio, eventuali bisogni in casa e quanto dunque siamo predisposti a cambiare il nostro stile di vita. Accogliere è solo il primo passo: bisogna considerare se si è in grado di farlo davvero per tutta la durata della vita dell’animale, che deve diventare un vero e proprio membro della famiglia, e tutti i componenti devono essere d’accordo nella scelta.
Altra considerazione importante è valutare il tempo che si ha a disposizione: se pensate a un cucciolo, sicuramente le ore da dedicargli saranno di più, un cane adulto, invece, ha già le sue inclinazioni formate e portarlo via da un rifugio gli garantisce comunque una vita serena insieme a una famiglia. Per quanto riguarda lo spazio, non bisogna per forza avere una casa grande o un giardino perché il cane sia felice. Un cane ha bisogno di stare insieme alla persona di riferimento e di certo sta meglio in un appartamento che in un box. È importante poi recarsi in un canile o in un gattile e fare la conoscenza diretta degli ospiti che sono lì. Non prendete animali solo perché avete visto una foto e ve ne siete innamorati: bisogna conoscersi per capire se ci si piace davvero. Scegliere dove andare è un altro punto importante: privilegiate luoghi in cui ci sono volontari formati che vi accompagneranno nel percorso. Un grande contributo si può dare anche facendo del volontariato. Per iniziare il consiglio è di rivolgersi a strutture dove operano già associazioni riconosciute.
Ultimo, ma non ultimo in ordine di importanza, è il sostegno a distanza. Si può fare versando un contributo economico, stando attenti a scegliere rifugi che operano davvero per il benessere degli animali, stabilendo un primo contatto per parlare direttamente con i responsabili e, soprattutto, andando a vedere come stanno gli animali che sono lì.
Si possono donare anche beni di varia utilità: dalle coperte ai farmaci, ma prima di fare acquisti o di recarvi nei ricoveri, sentite i volontari e chiedete di cosa c’è bisogno.
Il cibo è una delle spese che più incidono nella gestione. Anche in questo caso si può fare qualcosa da lontano, come partecipare alla campagna “Missione Amici per sempre”.

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Per tutto il mese di Aprile Hill’s Pet Nutrition riunisce tutti i pet lovers per invitarli a sostenere gli animali nei rifugi in attesa di una famiglia, dimostrando come si possa contribuire al benessere dei nostri amici a quattro zampe anche da casa. Per ogni like, commento e condivisione dei contenuti social della campagna, Hill's si impegna a donare un pasto a un animale curato dalle associazioni iscritte ad Empethy, piattaforma online che aiuta persone interessate ad adottare a trovare il cane o gatto in cerca di casa più compatibile con le proprie caratteristiche e stile di vita.
La campagna è stata lanciata nel 2021 in 17 paesi in tutta Europa, Italia compresa, con 100.000 pasti donati agli animali abbandonati. Nel 2022 si è raggiunto il tetto delle 150.000 donazioni e nel 2023 la campagna si è allargata, toccando quota 200.000 ciotole riempite. Per tutto il mese di aprile si ricomincia: dunque largo alle condivisioni perché questo sì che è un modo concreto per far sì che con l’utilizzo dei social network ognuno faccia la sua parte!

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