La vita della maialina Tina è appesa al giudizio del TAR del Piemonte che mercoledì 13 dicembre stabilirà se dovrà essere abbattuta o potrà continuare a vivere felice a Castelletto Sopra Ticino con il suo pet mate Gabriele Zalando che l’ha adottata quando aveva ancora poche settimane.
«Non ha senso tutto questo, Tina deve vivere – dice Zalando – Non esiste nessuna motivazione razionale che giustifichi il privare della vita un animale sano, equilibrato e gestito nel rispetto delle norme di biosicurezza del caso. Mi auguro che mercoledì in aula prevalgano buon senso ed umanità, due qualità sempre più rare».
Il destino di Tina è appeso a un filo per una vicenda che riguarda, secondo l’Asl di Novara, la Peste suina africana. La maialina, infatti, è nata da un incrocio tra una scrofa vietnamita, temporaneamente sfuggita al controllo della sua famiglia, e un cinghiale. Gabriele vedendola ha deciso di adottarla e da quel momento Tina è diventata un componente della famiglia come i cani con i quali giocava tranquillamente fino a quando, probabilmente su segnalazione di qualcuno, i servizi veterinari della ASL di Novara ad agosto 2022 si sono presentati a casa dell’uomo, prescrivendogli di separare Tina dai cani con cui era cresciuta e di tenerla in un box a parte per ragioni appunto di biosicurezza nella strategia di prevenzione della diffusione del virus della PSA (Peste suina africana).
Cosa che Gabriele ha fatto il giorno seguente dopo aver comunque verificato che Tina era negativa al virus. Nel 2023, però, i servizi veterinari sono tornati per un secondo controllo riscontrando l’assenza di una doppia recinzione che, però, non era stata prescritta a Gabriele, il quale trovandosi perplesso davanti alla richiesta ha quindi chiesto del tempo per realizzarla. Tempo che non è stato concesso dall’Asl che ha imposto l'immediato l’abbattimento di Tina, provvedimento non ritirato nemmeno dopo aver verificato che la seconda richiesta era stata soddisfatta.
A quel punto Zanaldo, non sapendo cosa fare, si era rivolto al Rifugio Miletta in provincia di Novara che si occupa di salvare da situazioni di disagio, sofferenza e schiavitù tanti animali: «Abbiamo subito fatto ricorso al Tar di Torino – dice l’avvocato del Rifugio Angelita Caruocciolo – e il 6 marzo il Tar ha accolto la sospensiva, riconfermandola successivamente il 19 aprile 2023, fissando l’udienza pubblica per mercoledì 13 dicembre 2023. In sostanza, nonostante la legge preveda una sanzione restrittiva e, al massimo, una sanzione pecuniaria in questi casi, la Asl di Novara ha chiesto la soppressione di Tina per la presunta mancata registrazione dell’animale nella Banca dati nazionale».
«Una decisione aberrante – secondo l'avvocato – e soprattutto senza motivo visto il risultato negativo delle analisi cliniche effettuate su Tina dalla stessa Asl. Una dimostrazione evidente che nel caso di Tina l’amministratore pubblico non ha svolto una adeguata istruttoria, giungendo a conclusioni abnormi e sconsiderate. Ma purtroppo, quella che viene fatta ormai dalle amministrazioni pubbliche sanitarie, a partire da quelle centrali, è una caccia alle streghe che coglie a caso le proprie vittime pur di offrire all’opinione pubblica la dimostrazione, falsa, di un progetto serio e sostenibile per il contenimento della PSA, visto che al contrario facendo così genera solo terrore e paura del contagio solo se si parla di suidi».
Più dure ancora le parole dette a Kodami da Alessandra Motta, presidentessa di Rifugio Miletta: «Siamo davanti all’esemplificazione di un servizio pubblico arrogante e retrogrado, che non riesce a cogliere il progresso di quella parte di società civile che attribuisce valore morale a tutti gli esseri viventi senzienti. Fortunatamente esistono anche veterinari Asl con una mentalità e preparazione decisamente diverse, aperti al cambiamento che è in atto e che rispettano la vita senziente in ogni sua forma. Purtroppo in molti casi non c’è attenzione a quello che è veramente il benessere dell’animali, nei confronti di Tina c’è stata una leggerezza pazzesca, non hanno considerato che fosse una vita, amata e cresciuta all’interno di una famiglia e che ci fosse un contesto umano intorno a lei. Zalando si è visto arrivare l’Asl che come in uno stato di polizia ha ordinato di eliminare l’animale. Se malauguratamente mercoledì la situazione precipitasse, noi ci appelleremo al Consiglio di Stato. Abbiamo ancora questa speranza. Ma sarebbe l’ultima. Noi però speriamo che prevalga il buonsenso e il senso di responsabilità nei confronti di tutte le vite in gioco».