La vista del gatto è un senso altamente specializzato per una caccia crepuscolare. Sebbene anatomicamente occhio umano e del gatto si assomiglino, la vista felina è in grado di sfruttare anche irrisorie quantità di luce per schiarire l'orizzonte e percepire minimi movimenti, attivando la risposta predatoria.
È vero che i gatti vedono in bianco e nero?
Ogni tanto qualcuno ancora ancora se lo domanda perché era ciò che si riteneva fino a non pochi decenni fa. A livello di cultura popolare, sui cani se ne sa forse un pochino di più: sappiamo che percepiscono le frequenze del blu, del giallo e del verde e non distinguono il rosso, che hanno un campo visivo più largo di quello umano (240° contro 180°), che vedono bene da vicino ma oltre i 5 metri la precisione nel valutare le distanze diminuisce. Sappiamo anche hanno una percezione finissima del movimento mentre si accorgono appena di oggetti immobili a due palmi dal naso e sappiamo anche che alcune razze, come i Saluki, vedono più nitidamente di un Pastore tedesco o di un Rottweiler. Ma cosa sappiamo, invece, dei gatti? Come vedono i gatti?
Come vede i colori il gatto?
Oggi sappiamo che i gatti hanno una visione dicromatica, contrariamente all'uomo che ce l'ha tricromatica. Questo significa che laddove la nostra retina è ricettiva alle frequenze del blu, rosso e giallo, quella dei gatti non percepisce le frequenze del rosso. Potremmo dire che vedono il mondo a colori un po' più freddo rispetto a noi esseri umani, tanto che non distinguono gran che il rosso dal verde. Questa è una differenza legata al fatto di essere degli animali crepuscolari, ovvero particolarmente attivi al tramonto e all'alba, situazioni in cui le condizioni di luce sono esigue ma serve comunque avere una certa sensibilità ai giochi di ombra.
I gatti vedono bene al buio?
Così, l'occhio del gatto si è evoluto per massimizzare la quantità di luce percepibile in questi particolari momenti della giornata attraverso una specializzazione della retina.
Anatomicamente, l'occhio umano e felino si assomigliano molto ed in entrambi la retina è costituita da coni e bastoncelli. I bastoncelli sono fotorecettori di bianco e nero, estremamente sensibili alle variazioni di luce; i coni sono fotorecettori sensibili ai colori, più efficaci in condizioni di luminosità.
La retina del gatto si è adattata a far fronte alle limitazioni di luce del tramonto e dell'alba triplicando il numero di bastoncelli rispetto all'occhio umano. Questo ha garantito al gatto un'ottima visione anche in condizioni di scarsa visibilità, pagando lo scotto, però, di una minor dotazione di coni e, quindi, di sensibilità alla gamma cromatica.
Perché l'occhio del gatto "brilla"?
Un altro adattamento che la natura ha garantito al gatto è rappresentato dal tappeto lucido o tapetum lucidum, una membrana di cellule situata dietro la retina che ha il compito di riflettere la luce percepita, permettendo a coni e bastoncelli di assorbirne di più e quindi di amplificare la quantità di luce ad uso dei fotorecettori. L'effetto di questa amplificazione lo possiamo notare ogni volta che, colpito da un fascio di luce anche sottilissimo, l'occhio del gatto "brilla" al buio.
Anche la flessibilità della pupilla, che si spalanca con scarsa luminosità (midriasi) e si allunga in pieno sole (miosi) è un adattamento che permette di modulare la quantità di luce che colpisce l'occhio.
Sensibilità ai movimenti
I nervi dell'occhio del gatto, inoltre, sono fittamente connessi con coni e bastoncelli e questo rende il micio estremamente sensibile a qualunque accenno di movimento nel suo ambiente. E' come se il suo occhio fosse dotato non solo della capacità di moltiplicare la luce che percepisce ma anche la sensibilità con cui viene vista una scena e, quindi, qualunque cambiamento anche minimo al suo interno.
Campo visivo del gatto e visione da lontano
Il gatto gode, inoltre, di una visione binoculare tra 90° e 130°, con un campo visivo di circa 200°, laddove quello dell'uomo si ferma a 180°.
Tuttavia, l'acuità visiva si limita a tutto ciò che si pone tra i 10 e i 75 cm dalla punta del suo naso. Tutto il resto è pressoché sfuocato e potremmo dire che il gatto è miope. Ma, di nuovo, è la sensibilità ai movimenti, unita ad un udito finissimo, che lo rende preciso e in grado di percepire con precisione la presenza di prede anche molto piccole con un errore inferiore agli 8cm.