Kodami Call
rubrica
20 Settembre 2023
15:23

La violenza di Stato al rifugio Cuori Liberi riguarda tutti, non solo chi ama gli animali

Pugni in faccia e manganellate nel rifugio di Sairano. La violenza da parte di chi rappresenta lo Stato va fatta vedere subito e subito va detto che ognuno di noi dovrebbe vergognarsi dei propri rappresentanti politici - al Governo e all'opposizione, se non farà il suo dovere - ogni volta che, come accaduto, la diligente operatività della legge viene espressa con la mano pesante.

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Attenzione: non sto per parlarvi solo dei maiali che sono stati uccisi all'alba al Rifugio Cuori Liberi di Sairano, in provincia di Pavia. Fate attenzione, sì: perché voglio che sentiate sulla vostra pelle non il dolore di animali uccisi senza alcun riguardo, ma il pugno in faccia che vedete nel video in alto sferrato da un poliziotto, un rappresentante dello Stato, in pieno volto ad un ragazzo.

E poi voglio che sentiate anche i colpi dei manganelli che lo Stato ha inflitto sulla pelle delle persone. Fanno male, molto male, vero? Percepite almeno un po' quel dolore causato dalla violenza?

Vi sto chiedendo di farlo perché non c'è bisogno di andare alla pancia delle persone che sono già sensibili al tema animale. Così invece il messaggio, per essere ancora più chiara, può arrivare a tutti, accompagnato all'invito di ragionare su quanto è accaduto: le Forze dell'Ordine, in tenuta antisommossa, si sono recate in un Santuario, un luogo riconosciuto da un decreto del Ministero della Salute del 7 marzo 2023, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 16 maggio, e hanno eseguito l'ordine ricevuto.

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Ma come l'hanno eseguito? Con la forza, e molti diranno che non è che ci siano tante alternative quando ti trovi una barriera umana di fronte. Ma quelle persone che erano lì – e le immagini parlano chiaro, lunga vita ai social network e a chi li sa utilizzare e analizzare con cura! – hanno messo in atto una "resistenza" con un cordone umano che è stato sciolto a colpi di pugni in faccia e manganelli.

Ora, possiamo aprire il fronte dell'applicazione della legge, di una peste suina che continua ad affliggere il mercato alimentare e dunque gli allevamenti (reminder: non è una zoonosi, non è trasmissibile all'uomo) e sottolineare che dal punto formale, si tratti di un Santuario o di un luogo in cui gli animali vengono cresciuti per essere mangiati, si deve procedere con l'uccisione dove ci sono focolai.

Ma che tutto ciò, ridotto a poche parole, porti a un’aggressione così violenta da parte dei rappresentanti dello Stato non può, semplicemente, essere accettato.

Quindi sì, non vi sto parlando solo di maiali o di gente che viene poi tacciata come "ossessiva" nell'accezione perennemente negativa del termine "animalista". Perché non basta, lo so, per farvi "scandalizzare" e non è manco questo il mio fine. Ciò che deve colpirci in faccia come un pugno, appunto, è che una scena del genere deve far male a chiunque abbia a cuore i valori della democrazia.

Ancora: guardate queste immagini, guardatele bene e poi sollevate lo sguardo verso una realtà molto più grande di quella che è e che ci riguarda tutti. Perché tocca prendere posizione e ricordarci, noi per primi, che viviamo in un Paese in cui le Forze dell'Ordine devono essere sostenute e tutelate ma, allo stesso tempo, veramente formate e non mandate allo sbaraglio a pestare le persone, chiunque siano.

Di violenza ne gira già tanta, non c'è bisogno di uno Stato che risponda allo stesso modo, soprattutto con chi non la pratica poi. E sto pensando, sì, a chi difende gli animali, a chi lotta per i diritti civili, a chi si batte per l'accoglienza dei migranti. E sto pensando anche che ne abbiamo vista già di rabbia non controllata da parte di chi ha il dovere invece di non fomentare ma di pacificare, fino a trovarci poi con qualcuno che decide di avere la mano pesante su qualcun altro abusando del proprio potere (Cucchi, Aldrovandi… ricordate?).

Quel pugno, quei manganelli che rimbalzano sui corpi porta alla mente Genova e il G8. Era il 2001 e lo so che per tanti è passata un'eternità, ma per chi c'era scatta un campanello d'allarme nella testa, una sirena forte come le ambulanze fuori alla scuola Diaz. E si ha il dovere di ricordarlo: è l'esempio del buio più totale della democrazia in Italia e i colpi inferti da chi si "onora" di portare la bandiera italiana sul petto per difendere i concittadini, ieri come oggi, altro non sono che lo standard una modalità operativa di una certa politica che si sta ripetendo.

Questo non è un "tema animale", dunque: a meno che non ci si ricordi che tali siamo anche noi esseri umani, peggiori delle "bestie" come appelliamo i nostri simili quando accadono nella società civile episodi raccapriccianti e poi non ci rendiamo manco conto che le bestie, quelle vere, non si comportano così.

E allora questa violenza da parte di chi rappresenta lo Stato va fatta vedere subito. Subito va detto che non è tollerabile e ognuno di noi dovrebbe, appunto, vergognarsi dei propri rappresentanti politici – al Governo e all'opposizione, se non farà il suo dovere – ogni volta che, come accaduto oggi a Sairano, la diligente operatività della legge viene espressa con la mano pesante.

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Diana Letizia
Direttrice editoriale
Giornalista professionista e scrittrice. Laureata in Giurisprudenza, specializzata in Etologia canina al dipartimento di Biologia dell’Università Federico II di Napoli e riabilitatrice e istruttrice cinofila con approccio Cognitivo-Zooantropologico (master conseguito al dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Parma). Sono nata a Napoli nel 1974 e ho incontrato Frisk nel 2015. Grazie a lui, un meticcio siciliano, cresciuto a Genova e napoletano d’adozione ho iniziato a guardare il mondo anche attraverso l’osservazione delle altre specie. Kodami è il luogo in cui ho trovato il mio ecosistema: giornalismo e etologia nel segno di un’informazione ad alta qualità di contenuti.
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