«Ma li tieni tutti in casa? Hai il giardino, immagino…». Tempo fa scrissi un post, ispirato dalla mia esperienza quotidiana. Avendo quattro cagnoni e vivendo per la maggior parte dell’anno in città, ogni santo giorno mi sentivo rivolgere questa domanda. Un post che mai avrei pensato sarebbe diventato un “mantra” da condividere senza soluzione di continuità, spesso senza alcuna citazione e anche tagliato rispetto all’originale. Un post che davvero ha fatto e continua a fare il giro dei Social dal quel 15 giugno 2017 in cui l’ho messo online per la prima volta nella mia pagina “Mille e una Chicca” in cui racconto la vita condivisa con i cani.
Dopo tanto tempo, però, qualcuno si è finalmente domandato chi avesse scritto quelle parole. La redazione di Kodami mi ha cercato e mi ha trovato e ora sono qui a raccontare a tutti la genesi di quel post. Per farlo prima di tutto ci tengo a condividere con voi, su queste pagine, il testo originale:
«Ma ce l' hai il giardino????»
Ancora.
Anche quest'anno, tra le domande più frequenti, the winner is: il solito SPAZIO.
Come i fagioli con le cotiche, il cacio sui maccheroni, il ketchup e la maionese, l'associazione cane- spazio è sempre una delle poche certezze incrollabili della vita, insieme a quella che non esistono più le mezze stagioni.
Chiedetelo a loro, quanto spazio gli serve.
Alle galline serve lo spazio, che se ce le hai in casa ti razzolano nel corridoio cercando vermetti sotto il parquet e ti fanno l'uovo nel bidet, e non va tanto bene.
O se adotti un vitello magari, che poi dove le metti le balle di fieno dai, è un casino.
E invece, nell'immaginario collettivo di molta gente cane-priva, a questi qua serve tanto SPAZIO.
Il giardino, il terrazzo, va bene pure il balcone. Un posto all'aperto qualsiasi, fuori, all'aria, per far prendere luce alle meches.
Stai buono lì Fufi, che hai bisogno di un po' di spazio, suvvia.
La verità, vi spiego, sullo spazio di cui necessitano i cani in casa.
Lo spazio sul dorso dei tuoi piedi, mentre sei seduto a tavola.
Lo spazio tra il tuo letto e il muro, quando vai a dormire.
Lo spazio dietro la porta d'ingresso, se esci senza di loro.
Lo spazio per le code che si agitano, quando ritorni.
Lo spazio che hai sul pavimento in cucina, quando giochi a campana tra code, zampe e musi preparando la cena.
Lo spazio per seguirti, ovunque vai.
Lo spazio per starti vicino come una cozza, se sei triste.
Lo spazio tra i tuoi occhi e i suoi, quando gli parli.
Chiedetemi del TEMPO, invece.
Il tempo per uscire, quando fuori piove.
Il tempo per giocare.
Il tempo per saltare in auto e partire alla ricerca di prati, boschi, mare, corse.
Il tempo per essere felice della loro gioia infinita e travolgente.
Il tempo per esserci.
Il tempo per fare, amare, scodinzolare. Insieme.
Lo spazio che serve ai cani è quello nella vostra vita, my friends.
Chiedetelo a loro, quanto spazio c'è nel loro cuore immenso.
E nel giardino, ad aspettare noi, andateci voi.
Questo post è nato dall’esigenza di sfatare alcuni luoghi comuni, perché la gente troppo spesso crede che se non hai uno spazio esterno non puoi avere uno o più cani, dando quindi per scontato che basti soddisfare le necessità fisiologiche per stare a posto con la coscienza e che il giardino sia una conditio sine qua non per poter vivere con i cani. Allo stesso modo, molte volte ho sentito dire anche: «Mi piacerebbe tanto prenderne uno, ma vivo in appartamento e quindi non mi è possibile. Sarebbe una cattiveria, sarebbe troppo impegnativo, sarebbe troppo difficile da gestire…».
Certo, se uno non se la sente di dedicare al cane il giusto tempo, di fare qualche rinuncia e di modificare la propria giornata e la propria vita, meglio non prenderlo. Sicuramente. Ma proprio per tutte le volte che ho sentito questo tipo di affermazioni, ho capito che c’era qualcosa che le persone non capivano e non per cattiveria, ma per mancanza di conoscenza dell’importanza della qualità della relazione col cane.
Così, presi una foto di due dei miei musoni bellissimi accoccolati nel corridoio di casa e sotto ci scrissi il pezzo ironico-sentimentale che avete appena letto. Proprio per far capire che ai cani lo spazio che interessa quotidianamente è suppergiù quello compreso nell’area della nostra ombra, centimetro più centimetro meno, e che piuttosto l’attenzione andrebbe spostata sulla questione tempo.
Tempo per occuparsi di loro, tempo per andare a passeggio, per raggiungere posti belli dove poter correre e giocare in libertà, insieme. Insomma: lo spazio che serve ai cani è quello nella nostra vita.
Dopo la pubblicazione del post, iniziai a vedere che questa cosa de “lo SPAZIO tra i tuoi occhi e i suoi” e de “il TEMPO invece per fare, amare e scodinzolare insieme” piaceva assai. In realtà io avevo solo dato forma a qualcosa che vivevo tutti i giorni, a casa mia. Ma mi sono resa subito conto che lì fuori c’erano tantissime persone che condividevano il mio stesso pensiero e che aspettavano solo qualcuno che desse voce alle loro emozioni. All’inizio sono stata abbracciata virtualmente da un’ondata di cinofili entusiasti che hanno portato le mie parole in giro per il web: felici e contenti tutti. Poi hanno iniziato a togliere la foto dei miei ragazzi e a mettere i loro. “Vabbè dai non fa niente”, pensavo. Magari il colore della mattonella sotto il mio cane non faceva pendant con la montatura dei loro occhiali da sole, chissà.
Poi a un certo punto è iniziato a vedersi sempre meno anche la fonte dello scritto, cioè il mio nome. Le fedeli lettrici di “Mille e una Chicca” si sono da subito trasformate però in agguerrite 007, scovando in gruppi vari e profili – anche piuttosto noti nel settore – copia-incollature disinvolte e inappropriate, che si beccavano vagonate di "spolliciate". «E vabbè – pensai – magari mentre leggevano il post avevano il gatto che passeggiava sulla tastiera del pc e che con la zampetta birbante gli ha coperto il tasto condividi in basso a destra». Ci sta.
Infine, però, è arrivato lui: il temibile estratto. Che già detto così fa un po’ impressione: pensi al concentrato di pomodoro, all’essenza di bergamotto, alla ruota del lotto. No, invece è il tuo post. Il tuo scritto sentimental-ironico accompagnato dai musi dei tuoi cani che all’improvviso si trasforma in una foto qualunque o in un post senza immagini in cui viene riportato solo un pezzo di tutto ciò che avevi creato in quel pomeriggio leggero di giugno. Un banale riporto, che non c’entra niente con i Retriever né con un parrucchino casereccio. Un sunto di parole, buttate lì in un riquadro e fatte girare a manetta su Internet e oltre.
Senza più traccia di me, dei miei cani e delle mie mattonelle.
Ma che davvero? Ehi, voi, laggiù! Sono qui!!! Mi vedete? Dov’è finito lo spirito di fratellanza cinofila che ci aveva uniti fino a poco fa? Mi sa che è rimasto in giardino, insieme a tutte le domande senza risposta che mi sono fatta in questi anni. E, comunque, bastava dirlo che non vi piacevano le mattonelle di sfondo: avrei detto ai miei cani di farsi un giro sul parquet.