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14 Agosto 2022
16:00

La tracina drago (Trachinus draco)

La tracina è un pesce di mare, appartenente alla famiglia dei trachinidi. È piuttosto comune nelle acque italiane e sulle coste del Mediterraneo. La sua puntura è molto dolorosa e il veleno contiene numerose sostanze tossiche.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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La tracina drago (Trachinus draco) è un pesce di mare appartenente all'ordine dei Perciformes e alla famiglia dei trachinidi. Si tratta di una specie e piuttosto comune nelle acque italiane e nelle coste del Mediterraneo.

Come è fatta la tracina drago

Come tutti i pesci appartenenti al gruppo degli Osteitti, anche le tracine drago sono dotate di uno scheletro osseo e di due aperture branchiali – una per lato – le quali sono coperte da un opercolo dotato di una lunga spina velenifera, ovvero una lamina che protegge le branchie ed è posta dietro gli occhi.

Il corpo è di colore brunastro sul dorso e più chiaro sul ventre. Ha una forma allungata ed è munito anch'esso di ghiandole velenifere poste sui raggi della pinna dorsale. La bocca è molto grande ed è rivolta verso l'alto. Gli occhi sono particolarmente sporgenti e posizionati sulla parte superiore della testa, in modo da emergere anche quando il corpo è insabbiato.

Le tracine drago raggiungono in media i 25 centimetri di lunghezza, ma in uno studio pubblicato nel 2021, viene citato l'avvistamento avvenuto nelle acque algerine del Mediterraneo di un soggetto dalla lunghezza di 46 centimetri e un peso di quasi 2 chilogrammi.

La vita della tracina drago

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Si tratta di una specie che trascorre la maggior parte del tempo quasi completamente nascosto nei bassi fondali sabbiosi, lasciando in superficie solo gli occhi e le spine velenifere.

La tracina drago è una specie carnivora che si nutre prevalentemente di piccoli pesci e di crostacei e, durante la caccia, è in grado di muoversi con grande velocità.

Il periodo degli accoppiamenti varia leggermente in base alla latitudine, ma secondo uno studio dell'Università di Tunisi, può avvenire tra maggio e settembre. La tracina drago è ovipara e depone le uova soprattutto nei pressi della costa, nella cosiddetta zona pelagica, in quanto necessitano di acque particolarmente calde e con una bassa salinità. La schiusa avviene dopo circa tre mesi, con un picco di nascite tra giugno e luglio.

All'interno del suo habitat, la tracina drago non conta molti predatori, in quanto la sua puntura risulta piuttosto dolorosa. Ciò nonostante rimane spesso vittima dei pescatori, trattandosi di una specie considerata prelibata secondo alcune tradizioni alimentari.

Habitat e distribuzione

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La tracina drago viene considerata dalla ICUN come specie a minor preoccupazione (LC) per via della sua ampia distribuzione e perché non vi è alcuna evidenza di riduzione del numero e non è stata riconosciuta alcuna minaccia.

Secondo quanto riportato in uno studio riguardante la biologia della tracina drago pubblicato sul Journal of Marine Science nel 2004, il suo habitat spazia dal Mar Nero al Mediterraneo, fino alle coste atlantiche dell'Africa Nord occidentale. La specie è presente anche nella zona di Bergen (in Norvegia) e sulle coste danesi, dove è stato condotto lo studio. Secondo un'ulteriore ricerca, condotta dall'università di Oran, in Tunisia, e pubblicata nel 2021, la tracina drago è presente anche alle Isole Canarie e a Madeira.

Vive nelle acque basse con fondali sabbiosi e si sposta approssimativamente tra i 5 e i 20 metri di profondità. In alcune situazioni può raggiungere anche i 100 metri, ma si tratta di condizioni rare e ancora poco studiate.

La puntura della tracina

Nella maggior parte dei casi, la puntura della tracina avviene lungo gli arti, sui piedi e sulle mani, perché sono le zone del corpo che si trovano più spesso a contatto con la sabbia. Il dolore è istantaneo e può durare anche molte ore estendendosi su tutto l'arto. Nel luogo in cui è stato inoculato il veleno appare un arrossamento abbinato a un forte gonfiore e, in alcuni casi la puntura causa anche nausea, vomito e febbre.

Secondo quanto descritto dall'Istituto Superiore di Sanità, la tracina è dotata di un veleno contenente numerose sostanze tossiche di natura proteica. Sebbene la sua composizione sia ancora poco nota, è stata rilevata una molecola molto nota chiamata dracotossina, instabile e dall'azione emolitica, ovvero capace di distruggere le cellule del sangue. Si tratta di una sostanza fortemente sensibile alle variazioni di temperatura. Il veleno contiene anche serotonina e istamina, le quali sono in grado di favorire stati di panico e ansia.

Sempre secondo l'ISS, immediatamente dopo la puntura è consigliabile mettere il piede nella sabbia o nell'acqua calda, mentre bisogna evitare il ghiaccio, l'acqua fredda e l'ammoniaca. Se la regione in cui è avvenuta la puntura viene subito sottoposta a un trattamento di calore, il dolore può attenuarsi molto più rapidamente.

Sono del tutto inutili i rimedi improvvisati frutto di leggende metropolitane, quali spegnere una sigaretta sulla puntura, applicare urina o aceto.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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