Sfortunatamente le iguane verdi (Iguana iguana), originarie del Centro e del Sud America, vengono considerate da molti come animali da compagnia, una condizione che non solo porta spesso a enormi sofferenze per i rettili ma che spinge anche molte famiglie a liberarsi di loro quando raggiungono notevoli dimensioni una volta cresciute. Questo fenomeno è particolarmente diffuso in alcuni paesi del sud-est asiatico come la Thailandia, che si è ritrovata a dover trovare il modo di contrastare quella che è diventata una vera invasione di iguane all'interno delle proprie aree naturali e delle campagne.
Proprio per via del frequente abbandono di questi rettili e per gli ingenti danni da loro provocati alla fauna e alla flora endemica locale, il governo di Bangkok ha così deciso di bloccare completamente l'importazione delle iguane e di multare tutte le persone che non ne denunciano il possesso entro poche settimane dall'approvazione della legge, avvenuta qualche settimana fa. L'obiettivo è contrastare anche il fenomeno del commercio illegale di questi rettili, e la Thailandia è fortemente decisa a individuare tutti allevamenti illegali presenti sul suo territorio.
Affinché le iguane inoltre non continuino a provocare disastri nelle campagne come all'interno delle foreste del paese, il governo ha chiesto al Dipartimento dei parchi nazionali, della fauna selvatica e della conservazione delle piante (DNP) di procedere alla cattura degli animali ormai naturalizzati e presenti nelle aree protette. Ingenuamente, infatti, molte persone, decidendo di liberarsi di questi animali, ha pensato che fosse giusto abbandonarli nei pressi delle aree boschive o vicino ai fiumi, un po' come accaduto in Italia come le testuggini palustri americane (Trachemys scripta). Tale soluzione non etica ha però ulteriormente peggiorato la situazione, visto che la fauna e la flora locale non era per nulla preparate all'arrivo delle iguane.
Così lo scorso martedì il DNP ha dichiarato che nel corso delle ultime settimane 134 iguane verdi sono state catturate nel distretto di Pattana Nikom a circa 160 chilometri da Bangkok, mentre altre ventinove sono stati scovate in altre parti del paese. Fortunatamente il DNP ha anche deciso di accudire a proprie spese gli animali, ospitandoli in rifugi e centri faunistici – tra cui uno a Nakhon Nayok – e non scegliendo di abbatterli, una decisione apprezzabile e lodevole che ha sorpreso perfino alcuni ambientalisti locali.
Inoltre, nell'arco dello stesso periodo circa 260 persone, tra cui diversi allevatori illegali, hanno informato i funzionari del governo di possedere questi rettili, per non ricadere così in multe e pene più grosse. I trasgressori rischiano infatti 10 anni di carcere e una multa fino a un milione di baht, che equivale circa a 26.000 euro. Grazie a queste precauzioni finora sono state quindi segnalate 3.600 iguane attualmente presenti all'interno delle mura domestiche thailandesi, che verranno monitorate fino alla loro morte naturale. Il numero degli individui abbandonati in natura resta però ancora sconosciuto.
Secondo le autorità del DNP questi animali, in quanto erbivori, danneggiano anche i campi coltivati e consumano le risorse di moltissime specie di lucertole e di uccelli locali, che soffrono molto per la presenza di questa specie aliena. Proprio per aiutare la fauna locale, i biologi hanno così deciso di iniziare nuove campagne di conservazione, mettendo cibo supplementare nel cuore della foresta e delle aree rurali. Non tutti gli scienziati credono però che quest'ultima soluzione possa risultare efficace nell'aiutare questi animali ed è per questo che insieme al DNP e al governo hanno deciso di limitare l'espansione delle iguane verdi, la vera priorità per tutelare fauna ed ecosistemi.