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17 Settembre 2024
17:09

La tartaruga Pangea torna a nuotare: è stata liberata in mare dopo le cure

La tartaruga Pangea è stata liberata nelle acque liguri, dove è tornata a nuotare in libertà. Era stata recuperata mentre era in difficoltà nelle acque di Vagno, ma dopo pochi mesi di cure è tornata nel suo ambiente naturale.

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Il rilascio di Pangea

È tornata al mare la Caretta caretta Pangea che era stata recuperata ad inizio luglio e trasferita all’Acquario di Genova per accertamenti sul suo stato di salute. La tartaruga era stata individuata da un’imbarcazione di Drafinsub nelle vicinanze di punta Vagno, in prossimità dell’accesso al Porto: manifestava difficoltà a immergersi ed era a rischio collisione con le imbarcazioni da diporto che transitavano in zona.

Lo staff e il medico veterinario dell’Acquario di Genova hanno eseguito i controlli e esami diagnostici, riscontrando un problema all'apparato urinario e un'infezione in corso. L'esemplare è stato quindi sottoposto alle cure del caso alle quali ha risposto positivamente e in tempi rapidi.

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La tartaruga, di circa 33 chili di peso, 65 centimetri di lunghezza e 62 di larghezza, è stata rilasciata al largo delle acque genovesi grazie alla collaborazione con la Guardia Costiera di Genova che ha messo a disposizione un’imbarcazione.

Il rilascio di Pangea è stato un momento molto emozionate, e offre l’occasione di ricordare che chiunque avvisti un esemplare in stato di difficoltà deve allertare immediatamente la Guardia Costiera chiamando il numero 1530. Se la tartaruga in difficoltà si trova nell'area di competenza, sarà la Guardia Costiera che, consultandosi con gli esperti dell’Acquario di Genova, valuterà l’effettiva necessità di intervento e darà indicazioni in merito. «Per nessun motivo gli esemplari di tartaruga rinvenuti in mare possono essere catturati e issati a bordo di imbarcazioni private», ricordano gli esperti.

Non ci si può improvvisare esperti di fauna selvatica e cercare di soccorrere un animale in difficoltà senza le conoscenze adeguate, il rischio è fare più danni che altro. L’attività di pronto soccorso tartarughe dell’Acquario di Genova infatti è svolta in accordo con i Carabinieri Servizio CITES, che coordinano a livello nazionale l’applicazione della Convenzione di Washington che tutela questi animali. Segue il medesimo principio anche la stessa collaborazione con la Guardia Costiera, nell’ambito dell Protocollo d’intesa vigente tra la Direzione Marittima della Liguria e l'Acquario che ha l’obiettivo di «definire e gestire i principi di intervento in caso di segnalazione, avvistamento o ritrovamento di esemplari di fauna marina feriti o in difficoltà, oltre che nel comune intento di rilanciare, in ogni favorevole occasione, un messaggio di massima sensibilità ambientale per stimolare l’utente del mare ad un radicale cambiamento culturale proteso al massimo rispetto dell’ambiente marino».

Queste attività congiunte sono ancora più importanti quando si parla della tartaruga Caretta caretta, una specie a rischio che ha subito un forte calo delle popolazioni negli ultimi anni, ma che proprio grazie a numerosi progetti di conservazione sta ritornando a nidificare lungo le coste del Mediterraneo, comprese quelle italiane.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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