Torna in libertà la tartaruga Crudelio: dopo mesi di degenza al Turtle Point di Portici, dove è stato curato per intossicazione da plastica, l’esemplare di Caretta Caretta è tornato a nuotare in natura.
“Crudi” era stato trovato praticamente moribondo nel giugno del 2021 dai volontari dell’associazione Filicudi Wildlife Conservation: galleggiava al largo delle isole Eolie, non riusciva a nuotare né a immergersi. Se gli operatori non l’avessero soccorso sarebbe certamente morto. Portato d’urgenza al pronto soccorso tartarughe marine di Filicudi, nei primi giorni ha espulso numerosi materiali plastici che aveva ingurgitato durante la sua breve vita in mare. Le analisi dei veterinari avevano portato alla luce anche un’infezione generalizzata che aveva ulteriormente debilitato il suo organismo, e dopo le cure urgenti Crudelio era stato trasferito a Portici per iniziare un percorso di riabilitazione.
A distanza di mesi le condizioni della tartaruga sono migliorate, e a metà giugno operatori e veterinari hanno deciso di rimetterlo in libertà per fargli riprendere il suo viaggio: «Dopo più di un anno Crudi torna a casa – è stato il saluto dei volontari dell’associazione – È stato al Filicudi Point per diversi mesi, quanto ci ha fatto penare! Buona vita gigante buono».
Un’area marina protetta per salvare le isole Eolie: la richiesta delle associazioni
La liberazione di Crudelio mitiga in parte il dolore, la rabbia e la frustrazione provocati dai sempre più numerosi ritrovamenti nell’arcipelago delle Eolie di esemplari di tartaruga marina morti o moribondi perché feriti da imbarcazioni o da reti da pesca o intossicati dalla plastica. Soltanto qualche giorno fa i volontari della Filicudi Wildlife Conservation, durante una spedizione in mare, hanno recuperato un’altra tartaruga in difficoltà che è risultata avere una occlusione intestinale dovuta all’ingestione di plastica. Sammy, questo il suo nome, è stata trasferita al pronto soccorso per le cure, e non appena sarà possibile verrà liberata.
Da tempo ormai l’associazione, che si occupa di studio e conservazione delle specie marine che popolano l’arcipelago delle Eolie (principalmente tursiopi, stenella striata, capodoglioe tartarughe marine) chiede che il territorio, tanto bello quanto fragile, venga maggiormente tutelato. Magari con l’istituzione di un’area marina protetta che metta un freno alla presenza di imbarcazioni e alla pesca selvaggia.
«L'Arcipelago Eoliano data la sua conformazione, risulta essere un'area particolarmente critica sotto il profilo ambientale – spiegano dall’associazione – Lo sviluppo economico esponenziale degli ultimi 20 anni e legato principalmente al turismo estivo e all’edilizia sta avendo notevoli ripercussioni sugli habitat naturali e in particolare sul mare. Un patrimonio dunque, inestimabile e da salvaguardare che, nel rispetto della natura, potrebbe essere adeguatamente utilizzato per sviluppare nuove forme occupazionali attraverso anche la riconversione dei mestieri. Nell’ottica degli sviluppi futuri un’attenzione particolare dovrebbe essere destinata alla valorizzazione del patrimonio naturalistico attraverso l’istituzione dell’area marina protetta delle isole Eolie attuando piani di gestione delle risorse marine su scala locale e nazionale».