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26 Maggio 2022
18:24

La Svezia vuole abbattere metà della sua popolazione di lupi

La Svezia vuole abbattere circa la metà dei 480 lupi presenti sul suo territorio per i ridurre i conflitti con l'uomo. Tuttavia, la proposta rischia comunque di violare le leggi europee sulla tutela delle specie e intanto le associazioni ambientaliste insorgono.

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Il governo svedese, attraverso la Commissione Ambiente e Agricoltura, ha dichiarato che vuole modificare le leggi sulla protezione delle specie e abbattere in modo significativo la sua popolazione di lupi. L'obiettivo è quello di uccidere la metà dei circa 480 esemplari che oggi vivono nel suo territorio. Una proposta avanzata ufficialmente per ridurre i conflitti con l'uomo e il bestiame ma che, tuttavia, potrebbe violare le direttive dell'UE, visto che il lupo è protetto in tutto il territorio dell'Unione.

Secondo il governo sarebbe una misura "necessaria" poiché la popolazione, in crescita, supererebbe di molto il numero minimo per essere considerata vitale e in salute. Il governo ha affidato l'incarico all'Agenzia svedese per la protezione dell'ambiente, che in precedenza aveva stimato in circa 300 esemplari il numero minimo sotto cui non si dovrebbe mai scendere, altrimenti si rischia di indebolire troppo la popolazione favorendo inevitabilmente la consanguineità.

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La maggioranza del parlamento vuole quindi abbattere almeno 170 lupi, il numero minimo nell'intervallo tra 170 e 270 che consentirebbe al Paese di soddisfare ugualmente i requisiti di conservazione della Direttiva Habitat e sulle specie protette dell'UE.

Il numero di lupi in Svezia è diminuito drasticamente dopo che una legge sulla caccia del 1789 ha permesso di decimare le popolazioni di alci e cervi. I lupi, in assenza di prede naturali, sono stati costretti a cacciare maggiormente il bestiame, accentuando i conflitti con gli allevatori e le inevitabili persecuzioni.

La specie era perciò scomparsa rapidamente dalle regioni meridionali e già intorno alla metà del 1800 si pensava fosse ormai estinta. Negli anni 80 del secolo scorso, però, tre lupi della popolazione russo-finlandese sono arrivati nella Svezia meridionale, fondando così una nuova popolazione svedese-norvegese arrivata ora a circa 480 animali divisi 40 branchi, la cui stragrande maggioranza si trova nella Svezia centrale.

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Anna-Caren Sätherberg, la Ministra dell'Agricoltura, ha dichiarato che la Svezia deve ovviamente rispettare gli obblighi UE sulla protezione delle specie in via di estinzione, ma ha anche ammesso che le persone che vivono dove ci sono i lupi hanno paura e perdono troppi capi di bestiame. Un conflitto col predatore che di certo nessuno nega, ma che è stato gestito male sin dal principio.

Le associazioni che si occupano di conservazione intanto insorgono: secondo le loro stime, la Svezia potrebbe ospitare tranquillamente una popolazione di circa 1000 esemplari e accusano il governo di piegarsi al potere della lobby dei cacciatori, che considerano i lupi un potenziale rivale per la caccia alle alci e una minaccia per i loro cani.

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Benny Gäfwert, esperto di predatori del WWF, ha dichiarato che l'organizzazione si è opposta fermamente e che la cifra di 170 lupi da abbattere stabilita dal parlamento non ha alcun tipo di riscontro scientifico. L'Associazione ha inoltre già presentato delle proposte di modifica sulla legge che fornirebbe strumenti molto più efficace per ridurre i conflitti e favorire la convivenza tra umani e grandi predatori.

Il rischio di violare comunque le direttive europee resta alto, secondo la parlamentare dei Verdi Maria Gardfjell: abbattere 170 lupi sarebbe illegale, visto che violerebbe le norme europee sulla salvaguardia della biodiversità. La Svezia rischia quindi di essere portata in tribunale dall'UE, ma la maggioranza del parlamento non sembra volersi affatto tirare indietro.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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