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3 Febbraio 2022
14:35

La straordinaria vita di Ugo, un cane speciale che ha strappato sorrisi ovunque è andato

Ugo, un cane leccese conosciuto e amato dalla comunità, non c'è più. Il suo pet mate ci racconta la favola d'amore tra un umano ed il suo cane.

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Ugo non c'è più. Aveva 16 anni. A raccontarci la sua storia è Francesco Bello, suo pet mate, che il giorno della sua morte scriveva: «Il treno, in marcia sulla indefinita ferrovia della vita, oggi ha registrato una fermata. Non mi è stato possibile scendere, ma ho solo potuto accompagnare il mio Ugo fino al varco, tenendolo tra le braccia».

Nato in una cucciolata numerosa in Puglia, se non avesse trovato subito un'adozione sarebbe finito in canile. Il caso, il destino, la fortuna o semplicemente una fortuita coincidenza, ha fatto sì che il cammino di questo batuffolo incrociasse quello di Francesco: «Ugo, è stato la realizzazione del mio sogno fanciullesco: "Quanto vorrei avere un cane!" – spiega l'uomo – Il suo esordio in casa è stato in prova, ma giorno dopo giorno e man mano che il tempo passava ha coinvolto tutti, fissando fondamenta stabili».

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Un dolore straziante, quello della perdita del proprio compagno di vita, ma che non ha offuscato i ricordi di Francesco e dell'intera comunità di cui Ugo faceva parte. Infatti, questo cagnolone dal pelo vaporoso non solo era conosciuto come il testimonial delle campagne di sensibilizzazione locali contro l'abbandono, ma anche come il cane preferito di grandi e piccini: Ugo, insieme a Francesco, aveva partecipato a diversi progetti negli asili e nelle case di riposo. «Ugo era un cane speciale – racconta Francesco – Fedele amico per lunghi ed intensi 16 anni. Ombra luminosa in tutte le mie fasi, nei momenti belli ed in quelli meno belli. Era un meticcio e si è contraddistinto, per poi essere conosciuto da tantissime persone, per tutto quello che ha fatto. Dalla pet therapy in favore degli anziani a dei progetti con i bambini della scuola materna. Per diletto, si è cimentato, trionfando, anche in numerose manifestazioni cinofile (obbedience, agility, mobility) e per tanti altri episodi, in soccorso agli animali di strada».

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All'asilo Ugo ha contribuito a sensibilizzare più piccoli riguardo quelle che sono le responsabilità che bisogna affrontare quando si decide di far entrare nella propria vita un compagno a quattro zampe: un cane o più in generale un animale, non è un giocattolo. «È un essere vivente, meritevole di affetto, attenzioni ed amore – continua Francesco – Un essere, allo stesso tempo, capace di amare e legarsi ai propri umani. È anche un impegno (l'esempio della passeggiata quotidiana) connotato da ragioni fisiologiche e di svago (socializzazione con l'ambiente esterno). In queste occasioni, i bambini della scuola materna, oltre ad aver avuto la possibilità di portarlo al guinzaglio, hanno illustrato il tutto attraverso disegni e cartelloni».

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Anche i più grandi non hanno potuto fare a meno di innamorarsi perdutamente di Ugo. Come spiega Francesco, Ugo era già anziano quando si è affacciato alla realtà della pet therapy: «Era il 2019, poco prima dello scoppio della pandemia per cui non siamo riusciti a continuare con gli incontri. Aveva 14 anni e la giornata vissuta è stata soprannominata "Ugo, un cane anziano tra gli anziani" – continua Francesco –È stato un modo per gli anziani di una struttura nel leccese di allietare la loro giornata, interagire con il cane, accarezzarlo, destinargli tanto affetto, raccontare personali esperienze con gli animali. Si sono divertiti».

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Ugo, soprannominato "Il Principe di Leuca", uno dei suoi posti preferiti, «ha lasciato un'eco roboante. È stato un insegnante d'amore puro e incondizionato. Insegnante di fedeltà assoluta verso il suo umano e come qualsiasi animale, ha dimostrato la grandezza contenuta nel cuore di un cane – racconta ancora Francesco – Ugo, mi mancherà tutti i giorni, sempre. E proprio per questo motivo e per ciò che ha rappresentato per tutti, il suo ricordo deve rimanere sempre vivo».

E Francesco ha deciso di salutarlo attraverso una lettera, un inno alla straordinarietà che scaturisce dal condividere la propria vita con un amico a quattro zampe, che riportiamo qui per intero:

“Il treno, in marcia sulla indefinita ferrovia della vita, oggi ha registrato una fermata. Non mi è stato possibile scendere, ma ho solo potuto accompagnare il mio Ugo fino al varco, tenendolo tra le braccia.

Oggi, finisce un’era. Uno dei cicli più belli della storia, un’epopea irripetibile, un’esperienza la cui saturazione ha raggiunto vette altissime. 16 anni e più, in cui ogni singolo giorno non è mai stato sprovvisto d’amore, affetto e sentimentale percezione. Ove, due specie diverse, da una parte quella umana dall’altra quella animale, pur non snaturandosi, hanno amalgamato i loro elementi migliori in una romantica associazione d’innata purezza. Autentiche emozioni.

Ugo, ha rappresentato la realizzazione di quel sogno fanciullesco: “Quanto vorrei avere un cane!”. Ha esordito in prova, per poi, giorno dopo giorno, anno dopo anno, coinvolgere e sorprendere tutti. A detta di tanti, è stato un cane speciale. Per più della metà dei miei anni, Ugo si è rivelato un valoroso compagno di vita, l’ombra fedele dei miei passi, sincero riparo nei giorni burrascosi, amplificazione luccicante in quelli splendenti. Insieme, abbiamo condiviso tutto.

Corsi e ricorsi storici, eventi di qualsiasi genere e misura, felicitazioni e tristezze. Un vero e proprio membro della famiglia.

Un respiro profondo, attrezzato di coraggio, son riuscito a mantenere la promessa “Insieme fino alla fine”.
Tutto il resto è inciso nel collarino che gli ho lasciato addosso: “Ugo, sei sempre nel mio cuore”.

Ora che è andato via, io sono un albero privato di taluni battiti. Senza le sue foglie, avvertirò il freddo della sua assenza. Ugo, mi mancherà tanto. In modo ininterrotto. Ma dovrò essere forte. I miei ritorni a casa, saranno resi off-line dal difetto di non trovare un’accogliente coda scodinzolante.

Le passeggiate sul lungomare di Leuca procederanno insipide e tra un impegno e l’altro, non ci sarà più il metronomo a ritmare il momento serale più idoneo per il guinzaglio.

Quanti chilometri scalfiti sull’asfalto, quante esperienze vissute, mio grande Ugo! D’ora in avanti, cercherò di rivederti nei sorrisi d’ogni singola persona conosciuta grazie a te. Stilare una lista è praticamente impossibile, ma riconoscente, ringrazio uno per uno, coloro i quali in tutti questi lunghi anni han speso un gesto, una parola, una dimostrazione d’affetto per te. Altrettanto grato nei confronti del Dottor Tony Forte e del Dottor Francesco Pascali, al cospetto delle loro enormi capacità umane e professionali, puntualmente destinate al mio miglior amico.

Ugo, ora è arrivato il momento di salutarci. Devi andare. Il ponte dell’arcobaleno ti sta aspettando.
Lì, ti vestirai di nuove energie, ritroverai la tempra e l’agilità originarie, non avvertirai più dolore alcuno.

Vai Ugo, corri! Non lo so se in futuro, nuove zampette intersecheranno i miei passi. Ma di una cosa sono già certo. Per me, sarai indimenticabile ed insostituibile. Nel corso del nostro cammino, sicuramente qualche errore l’ho commesso, e ti chiedo scusa. Ciò nonostante ho sempre cercato di darti il massimo.

Tu mi hai insegnato tanto. Mi hai insegnato la bontà, la fedeltà e l’amore leale di un cane. Mi hai insegnato che l’amore non conosce specie e condividere una parte di esistenza con un animale è palestra per il cuore. Ricchezza per i suoi contenuti.

È stato un onore averti avuto accanto, una favola meravigliosa. Presto o tardi, un giorno ci rincontreremo. E sarà per sempre. Ciao mio grande Ugo, infinitamente grazie per tutto quello che mi hai dato. Il tuo Francesco!”.

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«Ugo, è stato tante belle cose, tutte messe insieme. Mancherà tanto. Sempre», conclude Francesco.

Fonte | Francesco Bello

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