La strage (silenziosa) degli innocenti. Negli ultimi due mesi, in Italia, gli incendi che hanno colpito soprattutto il Meridione hanno ucciso più di 20 milioni di animali selvatici. Si tratta di mammiferi, uccelli, rettili: tra loro scoiattoli, volpi, ghiri, ricci, ma anche passeri, falchi, tartarughe, lucertole. Il danno stimato è solo per i vertebrati. La situazione si fa più pesante anche contando i milioni di invertebrati che hanno perso la vita: un numero sconfinato di insetti che, davanti al fuoco, non è stato in grado di trovare alcun riparo.
E’ il responsabile fauna di Legambiente, Antonino Morabito, a fare questa stima all’agenzia di stampa La Presse. L’analisi parte da due numeri: i 100.000 ettari di terreno ormai ridotto in cenere nei primi due mesi estivi e il numero di 10mila decessi della fauna per metro quadro di territorio bruciato.
Nelle sole ultime settimane la strage ha contato tra i morti due milioni di mammiferi e altrettanti uccelli (tra loro, soprattutto i nidificatori), quattro milioni di anfibi e 15 milioni di rettili. Specie più o meno rare che sono state, dunque, colpite in massa. «L’ecocidio è tanto più grave quanto è ampio il fronte dell’incendio e alto il numero degli habitat coinvolti, come nel caso delle foreste vetuste», spiega Morabito. Il Sud ha concentrato più di un incendio su 2 (il 55%), molti dei quali causati, volontariamente o meno, per mano dell’uomo. Lo scorso anno (secondo numeri di Legambiente) gli incendi dolosi e colposi in Italia sono stati 4.233 e hanno riguardato 62.260 ettari.
I Verdi al ministro Cingolani: sospendere la caccia
«Siamo in zona rossa. Questa volta non per quanto riguarda il Covid ma per via di un nemico ben più visibile: il fuoco. Dall’inizio dell’anno, sono andati in fumo 110mila ettari di boschi e foreste ma non è tutto – dicono i co-portavoce di Europa Verde, Eleonora Evi e Angelo Bonelli – Ricci, scoiattoli, cervi, caprioli, volpi, ghiri, passeri, capinere, falchi, tartarughe, salamandre, lucertole: sono stimati in diversi milioni gli animali selvatici arsi vivi negli incendi boschivi che, dall’inizio dell’estate, hanno colpito soprattutto il Sud Italia, dove la crisi climatica morde con la desertificazione delle terre. Alla luce dei dati forniti giornalmente dall’European Forest Fire Information System chiediamo che si intervenga immediatamente, in primo luogo con un provvedimento che ripristini subito il Corpo Forestale dello Stato, ma anche vigilando sull’applicazione del catasto degli incendi e tutelando la fauna già fortemente compromessa. A tal proposito, oggi invieremo una diffida in cui chiederemo a Cingolani di esercitare i poteri sostitutivi per sospendere l’attività venatoria su tutto il territorio nazionale ai sensi dell’art.8 comma 4 legge 5 giugno 2003 n.131 e del secondo comma dell’art.120 della Costituzione».