Salvato in extremis grazie a una volontaria che lo ha recuperato dalla strada e lo ha portato immediatamente dal veterinario per la rimozione di un amo da pesca dallo stomaco: White, così è stato chiamato il gatto bianco protagonista della storia, adesso sta meglio: è in clinica e sotto osservazione ma fuori pericolo.
White, appartenente a una colonia felina di Ladispoli, è stato segnalato qualche giorno fa da alcuni passanti che lo hanno avvisato sul lungomare con un amo infilato in bocca. È intervenuta quindi Susanna Tedeschi, presidente dell’associazione di tutela di animali liberi e randagi Dammi la Zampa, attiva sul litorale laziale, che è corsa a recuperarlo nella speranza di impedirgli di ingoiarlo. Speranza vana, perché White nel tentativo di liberarsi lo ha invece ingerito, e l’amo è finito nello stomaco, con il rischio di perforare l’intestino e condannarlo a morte. La corsa dal veterinario, però, è stata provvidenziale e ha impedito il peggio.
«Il maledetto amo da pesca con un lungo filo si era fermato in un brutto posto, come evidenziato dalla radiografia – ha raccontato Tedeschi – White si è salvato perché per fortuna sono riuscita a soccorrerlo velocemente. Ero a festeggiare il compleanno di mia madre quando ho ricevuto la segnalazione, ma per chi ci crede davvero nel volontariato sul campo, quello in strada, purtroppo non ci sono feste, né weekend liberi».
Ora White è fuori pericolo, ma resta la preoccupazione per tutti i cani e gatti liberi che potrebbero ferirsi con ami da pesca e altra attrezzatura abbandonata sulla spiaggia o sui lungomare: oggetti che oltre a tagliare possono essere anche ingeriti, magari perché, per la presenza di resti di pesce, possono essere scambiati per bocconi: «Molti altri gatti e cani e altri animali rischiano la vita per la stupidità di pescatori che lasciano ami in giro – ha concluso Tedeschi – Non sempre si arriva in tempo a soccorrerli, e gli interventi di chirurgia e la degenza costano denaro e fatica».
Va ricordato che i gatti delle colonie feline sono censiti dalla Asl e monitorati costantemente da volontari che si occupano sia di nutrirli sia di intervenire in caso di necessità, oltre che di procedere con le sterilizzazioni. Sono tutelati dalla legge (la 281 del 1991) ed è vietato dare loro da mangiare, oltre che prelevarli dal loro ambiente. Non si tratta di gatti smarriti o finiti per errore nel gruppi, ma di animali che vivono in libertà e sotto il controllo degli enti e dei volontari predisposti.