video suggerito
video suggerito
6 Agosto 2021
11:30

La storia di Tar il tarabusino, curato e liberato al lago di Pergusa ad Enna

Nelle scorse settimane un giovane tarabusino è stato recuperato dal WWF Sicilia Centrale tra i binari della stazione di Caltanissetta. Fortunatamente grazie alle cure veterinarie il piccolo airone si è completamente ristabilito ed è stato liberato con successo tra i canneti del lago di Pergusa ad Enna, suo habitat ideale.

167 condivisioni
Immagine

Nelle scorse settimane un giovane esemplare di tarabusino (Ixobrychus minutus), il più piccolo tra tutti gli aironi europei, è stato recuperato grazie a una segnalazione: era tra i binari della stazione ferroviaria Xirbi di Caltanissetta. L'ardeide era parecchio debilitato e solo grazie all'intervento dei volontari del WWF Sicilia Centrale è stato possibile salvarlo.

Lo hanno chiamato Tar, e appena recuperato è stato prontamente consegnato tra le mani esperte dei medici veterinari dell'ambulatorio Kalat Nissa di Caltanissetta. Nell'ennese infatti non ci sono centri di recupero o altre strutture specializzate, ma fortunatamente il dott. Andrea Cortese è un medico veterinario esperto di avifauna, e grazie a mirate e specifiche cure Tar si è ripreso e ha recuperato pienamente le forze in pochissime settimane. Il piccolo airone è stato poi liberato con successo tra i canneti del lago di Pergusa, ad Enna, mercoledì 4 agosto.

Video thumbnail

La storia di Tar, il giovane tarabusino salvato ad Enna dal WWF Sicilia Centrale. Video realizzato dal WWF Sicilia Centrale

Le aree umide, ricche di vegetazione palustre e cannetti, sono infatti l'habitat ideale di questi piccoli migratori. Il genere a cui appartiene, Ixobrychus, deriva infatti dal greco antico ixias, una pianta acquatica simile a una canna e brukhomai, muggito. Il tarabusino passa infatti buona parte delle sue giornate nascosto tra la vegetazione acquatica, dove anche grazie a un piumaggio estremamente mimetico resta spesso immobile col becco puntato verso l'alto e il collo teso, proprio per imitare le canne e non essere visto da prede e predatori. Il tarabusino, come molti uccelli di cannetto, è infatti più facile da sentire che da vedere, da qui il curioso nome scientifico Ixobrychus.

Immagine
Tar in cura presso la clinica Kalat Nissa

Questo piccolo airone è lungo poco più di 30 cm, e si nutre prevalentemente di piccoli pesci, insetti e anfibi che cattura col suo lungo becco appostandosi sul bordo dell'acqua. I maschi di questa specie, come molti altri uccelli, sono caratterizzati da un piumaggio leggermente più colorato e vistoso, con parte superiore delle ali, dorso e capo neri. Le femmine sono invece più mimetiche, brune e on striature su gola e ventre.

Immagine
Un maschio di tarabusino fotografato lungo il fiume Po

Tra giunchi e cannetti il tarabusino costruisce anche il suo nido dove le 5 o 6 uova deposte dalla femmina vengono incubate per 17-19 giorni. I pulli impiegano poi circa un mese prima di completare lo sviluppo e lasciare il nido. Da quel momento iniziano i preparativi per la lunga migrazione. I tarabusini che nidificano in Europa alla fine dell'estate partono per raggiungere i quartieri di svernamento a sud del Sahara, fino all'estrema punta meridionale del continente africano. In primavera torneranno poi ripopolare i cannetti di laghi, paludi e fiumi europei.

Grazie all'intervento congiunto dello staff della stazione di Xirbi, dei volontari del WWF e dei medici veterinari, la storia di Tar ha avuto un lieto fine, e potrà così anche lui affrontare presto la migrazione che unisce luoghi e continenti così lontani tra loro.

Avatar utente
Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social