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9 Giugno 2021
12:28

La storia di Panda: un cane del bosco, libero e accudito

Non per forza i cani liberi rappresentano un problema. Lo dimostra la storia di Panda, il cane che vive libero in un bosco in Sicilia, insieme ai suoi simili, ma al sabato fa una passeggiata lunga 15 chilometri per raggiungere la piazzola di sosta dove i camperisti grigliano e gli concedono gli avanzi.

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I cani del bosco

Panda è un cane libero che sa quando arriva il sabato. Esce dal bosco in cui vive e percorre tutte le settimane la stessa strada. 15 chilometri che lo portano ad un'area di sosta per camper dove ogni fine settimana i turisti tirano fuori le griglie e arrostiscono la carne dei loro barbecue. In questo luogo il cane, estremamente socievole con gli esseri umani, riceve cibo in grande quantità e festeggia, in qualche modo, l'arrivo del weekend insieme ai turisti.

Panda però non vive solo ma in gruppo con i suoi simili con cui condivide il territorio. Il motivo per cui è particolarmente famoso tra i camperisti del weekend è perché lui è il più socievole, quello che con più gioia e sfrontatezza si sdraia vicino alle famiglie, condivide con loro i pomeriggi, li accompagna nelle escursioni e poi ritorna nel bosco da dove è venuto.

Ma la fortuna di poter vivere libero, senza rischiare di venire accalappiato o portato via da qualcuno che non ne apprezza la presenza, è data dal supporto che questo gruppo di cani riceve da parte dei volontari dell'Oasi Lega Internazionale Vigilanza Sicilia che, in collaborazione con il Comune di Monreale e della Guardia Forestale, lavorano per fare in modo che i "Cani del bosco" possano condurre una vita libera in sicurezza. Una sicurezza valida sia per loro che per gli esseri umani che attraversano la riserva provinciale in cui si trovano.

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L'inizio di questa storia, l'evoluzione dei fatti e i tentativi messi in atto dai volontari per sensibilizzare la popolazione alla convivenza con i cani liberi, lo raccontano a Kodami Eleonora Proietti e Alessio Di Dino, volontari che da tempo si impegnano per far sì che si che la vita dei "Cani del bosco" sia il più possibile protetta e che gli escursionisti che attraversano la zona possano sentirsi sicuri nonostante la presenza degli animali in libertà. Raccontando di Panda ai due ragazzi scappa un sorriso: «Portiamo regolarmente cibo ai cani della zona e lo posizioniamo nei luoghi adatti per non mettere a rischio la loro vita. Il sabato però, Panda salta il nostro pasto perché riceve cibo da chiunque lo incontri. È davvero troppo simpatico».

Dai primi avvistamenti ai risultati: «Grazie alla sterilizzazione siamo arrivati a "crescita zero"»

«Più o meno un anno e mezzo fa, durante una passeggiata in zona con i miei cani, ho avvistato una cucciolata nel sottobosco – racconta Eleonora Proietti educatrice cinofila dell'associazione che ha preso in mano la situazione – Quando la sera stessa sono tornata sul posto in compagnia di Alessio, abbiamo capito che non si trattava di una cucciolata abbandonata, bensì di cuccioli nati proprio lì». Da quel giorno i volontari hanno cominciato a seguire i movimenti degli animali, prima con il supporto delle foto trappole, poi con l'applicazione di collari GPS in grado di registrarne i movimenti per giorni e, seguendo le normative della privacy, mostrare unicamente ai responsabili dell'associazione i tragitti percorsi: «Appena abbiamo fatto chiarezza su alcuni movimenti e sul fatto che non si trattava di animali potenzialmente pericolosi per gli esseri umani che attraversano il territorio, abbiamo contattato anche l'associazione Stray Dogs International Project, in modo da farci aiutare laddove non ci fosse possibile agire da soli».

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Dai primi momenti raccontati da Eleonora Proietti e Alessio Di Dino, la situazione si è piacevolmente evoluta: «Per fare in modo che il numero dei "Cani del bosco" non aumentasse, le femmine sono state sterilizzate. Grazie a questo intervento, siamo arrivati a una situazione di "crescita zero". Ovviamente, se i cani venissero prelevati e spostati altrove, quel luogo verrebbe occupato da altri cani, quindi al momento questa è un'ottima situazione».

Cure mediche veterinarie, vaccinazioni e medagliette: come proteggere i cani del bosco

Il progetto "Cani del Bosco" non si è occupato però solo delle sterilizzazioni, ma anche di cure mediche veterinarie, le vaccinazioni, le valutazioni da parte del medico veterinario comportamentalista, la somministrazione di cibo in ambienti ideali e non pericolosi e l'applicazione di medagliette che riportino il numero di telefono dei volontari, il nome del cane e la frase che chiarisce la sua situazione: Sono un cane libero e accudito. 

«Riceviamo spesso segnalazioni per Panda, perché essendo il più socievole del gruppo, si avvicina volentieri alla gente – spiega l'educatrice cinofila – Gli altri cani invece, si vedono raramente e, se rappresentassero un rischio, saremmo noi i primi ad occuparci di trovare un'alternativa in linea con il suo benessere psico fisico e con la tutela delle persone che attraversano il territorio in cui vive». Secondo Eleonora Proietti, anche i passanti che lo incontrano potrebbero aiutare i volontari: «A noi farebbe piacere ricevere i video degli incontri con le persone perché si tratta di un cane talmente socievole da convincere anche i più scettici: Panda non vuole far del male a nessuno, ha davvero piacere nell'accompagnarci».

Stray Dogs International Project sul posto: «Evitate di nutrire i cani nei pressi della strada»

«Quando abbiamo raggiunto i ragazzi dell'Oasi Lega Internazionale Vigilanza Sicilia sul posto, ci siamo appassionati alla storia di Panda – racconta Clara Caspani di Stray Dogs International Project – Abbiamo parlato a lungo delle idee da mettere in pratica per tutelare il benessere di chiunque si trovi sul territorio in questione, cani o umani che siano, e ci è venuta l'idea di creare un'apposita cartellonistica che informi i passanti delle condizioni dei "Cani del bosco"». I cartelloni informativi, saranno presto pronti da applicare e avvisano dello stato di completa salute in cui si trovano gli animali, ricordando inoltre che si tratta di cani monitorati costantemente.

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In caso di emergenza, sui pannelli informativi vengono riportati anche i numeri dei responsabili del progetto e alcune indicazioni di comportamento: «Cani come Panda non rappresentano un problema per i passanti, in passato lo abbiamo visto addirittura accompagnare pacificamente i ciclisti – conclude Clara Caspani – Però è comunque bene ricordare ad esempio, che non bisogna dare da mangiare ai cani, soprattutto vicino alla strada, dove il passaggio di macchine rappresenta un pericolo. Abbiamo visto come si abituano spesso al cibo ricevuto da noi umani e non vorremmo mettere a rischio tutti i cani per un boccone in più, offerto nel posto sbagliato».

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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