Nerone, il cane di quartiere di Castellammare in provincia di Napoli, così conosciuto e benvoluto in città da essersi meritato l'appellativo di "cane sindaco", sta bene e può finalmente tornare alla sua amata libertà, che ha caratterizzato tutta la sua vita.
Nerone infatti compierà ben vent'anni a maggio e tutta la sua esistenza l'ha vissuta per strada, amato e conosciuto da tutti: gli piace potersi spostare per le piazze, partecipare alle manifestazioni cittadine, incontrare le persone e decidere autonomamente dove andare. A ottobre 2020 gli era stato diagnosticato un cancro alle gengive ed è stato quindi costretto a una vita casalinga e ospitato a casa della presidente dell'ADDA (Associazione per la Difesa dei Diritti degli Animali) Rosaria Boccacini, una condizione che però non ha mai accettato. A raccontarci la storia di Nerone e del suo spirito libero, da quando è stato abbandonato sino ad oggi, è proprio Rosaria Boccacini che con la sua associazione si è sempre presa cura di lui così come di tanti altri cani e i gatti liberi presenti sul territorio.
Qual è la storia di Nerone?
Nerone fu abbandonato vent'anni fa a Castellammare e me lo ricordo ancora la prima volta che l'ho visto: era un cucciolone di sei mesi con un bel caratterino. È sempre stato un cane fantastico e piuttosto abitudinario: alle 18, tutte le sere, si faceva trovare vicino all'ingresso di una scuola, dove vi sono ancora adesso delle colonie di gatti di cui mi occupo, e aspettava che dessi da mangiare ai gatti per poter poi giocare insieme con le bottiglie di plastica. Dopodiché si trasferiva sotto casa mia e dormiva lì. Allora erano tantissimi i cani randagi sul territorio ma sono stati sempre ben accettati dalla popolazione locale. Spesso infatti capitava che le adozioni avvenivano spontaneamente: i cani sceglievano le persone che "preferivano" e queste piano piano si affezionavano decidendo poi di adottarli. Con Nerone però era diverso: quando era giovane abbiamo provato più volte a trovargli una famiglia ma lui non l'ha mai voluta: la sua casa è la strada e la sua famiglia tutti i residenti che lo conoscono e si interessano a lui. È chiamato infatti anche il "cane sindaco" dato che partecipa sempre in prima fila a tutte le manifestazioni cittadine, quasi come se sapesse la data di ognuna. Non è l'unico però ad avere un carattere così libero: c'è anche Neroncino, chiamato così per la sua somiglianza con Nerone, che anche lui di vivere in casa non ne vuole proprio sapere.
Com'è avvenuta la diagnosi del tumore?
A fine settembre ho avuto come la sensazione che Nerone non fosse più molto in forma e l'ho quindi portato dal veterinario, ma sembrava fosse tutto apposto. A inizio ottobre però ho cominciato a notare che sbavava e preoccupata l'ho riportato dal veterinario. Purtroppo stavolta non è andata altrettanto bene: Nerone aveva un tumore alle gengive e operarlo sarebbe stata una follia dato che non avrebbe sopportato l'anestesia a causa dell'età troppo avanzata. Il resto delle analisi però erano ottime e, a parte la bava eccessiva sintomo del tumore, Nerone poteva continuare a fare la vita che aveva sempre fatto, ovviamente monitorato e curato da noi come associazione e da chiunque volesse dare una mano.
Come mai allora è stato prelevato dalla strada?
Il problema è stato che le persone hanno cominciato a lamentarsi per il brutto odore causato dalla bava e a preoccuparsi eccessivamente del suo stato di salute. Noi avevamo già chiesto più pareri riguardo un'eventuale operazione ma tutti ci avevano detto che non sarebbe stata possibile e che Nerone avrebbe potuto continuare tranquillamente a vivere così. Si vede però che molti cittadini non l'hanno capito e hanno cominciato a chiamare i vigili urbani anche quindici volte al giorno chiedendo di intervenire e dicendo che Nerone stava male, senza rendersi conto che era stato già fatto il possibile e che era sotto controllo ventiquattro ore al giorno grazie ai volontari dell'ADDA. La situazione era davvero diventata insostenibile finché un giorno mi chiama il capo dei vigili urbani dicendomi che Nerone era stato portato a Torre del Greco (cittadina vicina ndr) e di fretta e furia sono corsa lì a capire cos'era successo.
Era stato preso dall'ASL veterinaria di Torre del Greco?
Esattamente. Qualcuno aveva chiamato il numero verde e l'ASL se l'era venuto a prendere, dicendomi che avevo due possibilità: o me lo intestavo e me lo portavo a casa o lo mandavano in canile. Ovviamente l'ho portato a casa perché in canile non avrebbe resistito neanche per un giorno, ma come immaginavo non si è mai adattato alla vita casalinga. È da novembre che vive da me e non c'è stato un giorno che non ha scalpitato per uscire, soprattutto di notte, arrivando addirittura a buttare a terra la porta. Per non farlo impazzire abbiamo cercato di portarlo fuori il più possibile al guinzaglio per questi mesi con alcuni volontari che addirittura lo accompagnavano a passeggiare verso mezzanotte-l'una e, come potete immaginare non è stato per niente facile. Il 12 febbraio 2020 sono infine venuti due veterinari che hanno attestato le sue condizioni di salute e redatto una relazione in cui dichiarano che Nerone sta bene e può quindi essere reimmesso sul territorio.
Quindi ora è di nuovo libero?
Ora sono tre, quattro notti che non entra a casa ma abbiamo fatto un rilascio graduale per evitare che si alzi di nuovo un polverone. Inizialmente lo lasciavamo libero dalla mattina per poi andarlo a riprendere il pomeriggio tardi, osservando i suoi comportamenti e sorvegliandolo. Ora sono tre giorni che sta fisso per strada ma voglio che sia chiaro che sta bene, lo stiamo monitorando, gli portiamo il cibo e ci prendiamo cura di lui come abbiamo sempre fatto. Nerone non è un cane che può stare chiuso in casa, ne morirebbe, ma in ogni caso la mia casa è sempre a sua disposizione e può venire quando vuole, cosa che inoltre fa spesso. La cosa importante per preservare la sua felicità è che abbia la possibilità di entrare e uscire in maniera indipendente. Abbiamo inoltre chiesto al comune di posizionare una cuccia per strada, nel posto che preferisce, ma per ora non c'è stato nulla da fare.