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1 Ottobre 2024
9:53

La storia di Milagra, il condor orfano tornato “miracolosamente” a volare in natura

Milagra, il condor orfano sopravvissuto all'influenza aviaria, è stato liberato in natura grazie a un programma di recupero che sta salvando la specie dall'estinzione e all'aiuto di due amorevoli genitori adottivi.

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Milagra, una giovane condor della California, non avrebbe mai dovuto farcela. E invece, oggi, ad appena 17 mesi dalla schiusa "miracolosa", è uno dei tre condor che hanno spiccato il volo verso la libertà vicino al Grand Canyon. Milagra non doveva neppure nascere ed è sopravvissuta a condizioni critiche, ma grazie agli sforzi dei biologi, dei progetti di conservazione e soprattutto per merito di due amorevoli genitori adottivi, oggi vola libera in natura.

La sua storia a lieto fine non è solo un bel racconto di sopravvivenza e resilienza, ma anche una prova concreta del successo di un programma di recupero che ha portato questa specie ormai sull'orlo dell'estinzione a risollevarsi e a spiccare nuovamente il volo, nonostante le vecchie e le nuove minacce che ancora mettono in pericolo questi maestosi avvoltoi.

La "miracolosa" storia di Milagra

Il nome "Milagra", che in spagnolo significa "miracolo", è stato scelto con molta cura e non a caso: la madre, uno dei pochi condor rimati in natura, è morta a causa di un'epidemia di influenza aviaria subito dopo aver deposto l'uovo, mentre il padre, anche lui gravemente malato, cercava disperatamente di covare e prendersi cura del loro unico uovo completamente da solo. Quando i biologi del Peregrine Fund hanno capito che le possibilità di sopravvivenza in natura erano pressoché nulle, hanno quindi preso la difficile scelta di intervenire.

Hanno prelevato l'uovo dal nido e lo hanno portato al sicuro all'interno di un'incubatrice. Si trattava di un tentativo disperato, ma per una specie così vicina all'estinzione ogni singolo uovo o individuo può essere fondamentale. Contro ogni previsione, l'uovo alla fine si è schiuso, e così è nato Milagra. Successivamente, dopo un breve periodo di cure e allevamento a mano, il pullo – fortunatamente risultato negativo dell'influenza aviaria – è stato affidato a due genitori adottivi condor che vivono all'interno di una struttura di allevamento in Idaho, dove è il "miracolo" è continuato.

I nuovi genitori di Milagra

La madre adottiva di Milagra, uno dei condor che fanno parte dello "stormo" in cattività utilizzato per far riprodurre la specie non si è mai accoppiata, eppure ogni anno depone un uovo sterile e se ne prende cura come se fosse vitale. È una mamma eccezionale, infatti grazie alle sue cura è riuscita ad allevare ben otto figli adottivi negli ultimi anni. Il "nuovo" papà, invece, aiuta da tantissimi anni la sua stessa specie e ha avuto almeno 30 figli suoi, contribuendo quindi in prima linea a far crescere il numero dei condor in natura.

Insieme, questi due "super genitori", hanno allevato anche Milagra, prendendosene cura come se fosse un proprio pullo per sette lunghi mesi. Negli uccelli, solitamente, le cura parentali non durano così tanto, ma tra i rapaci e in particolare negli avvoltoi, l'accudimento da parte dei genitori è fondamentale e si protrae per diverso anche quando i piccoli hanno ormai lasciato il nido. E infine, grazie alle cure dei suoi nuovi genitori e dopo un breve periodo di ambientamento passato in voliera con altri condor pronti a tornare in natura, l'avvoltoi è stato liberato con successo.

Il programma di recupero dei condor della California

La storia di Milagra è strettamente legata a un più ampio programma di conservazione iniziato circa 40 anni fa, quando i condor della California (Gymnogyps californianus) erano ridotti a meno di una trentina di individui in tutto. Il programma è nato dalla decisione senza precedenti del Fish and Wildlife Service degli Stati Uniti di catturare tutti i condor rimati in natura per avviare un ambizioso programma di riproduzione in cattività finalizzato naturalmente al successivo rilasci in natura.

E grazie agli sforzi congiunti col Peregrine Fund e molte altre istituzioni come lo Zoo di San Diego e il Los Angeles Zoo, la popolazione in cattività è in crescita, così come quella in natura, grazie al rilascio annuale di nuovi avvoltoi nati e allevati in cattività. Attualmente, dopo aver letteralmente sfiorato l'estinzione definitiva, il numero di avvoltoi liberi è in lenta risalita e si stima siano circa 360 i condor liberi. Si tratta di uno dei più noti e di successo progetti di conservazione al mondo, ma le sfide e le difficoltà non sono ancora finite.

La libertà e il futuro dei condor

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Un condor in volo

Il volo di Milagra e degli altri condor liberati a Vermilion Cliffs rappresenta certamente una speranza per il futuro. Questi giganti del cielo, con un'apertura alare di quasi 3 metri, possono vivere fino a 60 anni e percorrere centinaia di chilometri in un solo giorno. Attualmente ci sono circa 200 condor in cattività, ma le liberazioni hanno avuto negli ultimi anni una forte battuta d'arresto causata dall'influenza aviaria. Negli ultimi mesi, il virus e le altre minacce (tra cui l'avvelenamento da piombo), hanno infatti ucciso ben 21 uccelli, una perdita enorme vista l'esigua popolazione rimasta.

Dopo lo stop dello scorso anno, gli esperti hanno però deciso di riprendere con le liberazioni, proprio in virtù delle numerose recenti perdite. Le minacce per il futuro degli ultimi condor non sono di certo scomparse, ma i più grandi avvoltoi del Nord America hanno bisogno di nuovi rinforzi. Milagra è ora parte di questa straordinaria rinascita, ma il suo viaggio in natura è solo l'inizio di una nuova vita, simbolo di ciò che la conservazione e la natura possono ottenere quando lavorano insieme per salvare e proteggere una specie in grave pericolo.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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