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2 Marzo 2023
11:04

La storia di Charlie e Moomin, i due ippopotami orfani tornati liberi nella natura

Ci sono voluti sei anni di riabilitazione per permettere ai due orfani di ippopotamo di ritrovare i loro istinti naturali imparando a sopravvivere nella natura sudafricana lontani dagli uomini. Un processo lungo e molto raro che Helping Rhinos ha curato all'interno dello Zululand Rhinos Orphanage, che ospita un gruppo di rinoceronti.

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Non ne sono rimasti poi molti. Secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn) nel 2021, in tutta l’Africa, ce n’erano tra i 128.000 e 148.000. Anche per questo il ritorno alla vita selvatica di Charlie e Moomin, i due cuccioli di ippopotamo sottratti ai bracconieri e recuperati allo Zululand Rhino Orphanage  in Sudafrica, grazie all'intervento di Helping Rhinos, è ancora più importante. Soprattutto perché rilasciare gli ippopotami orfani in natura, dopo averli lentamente riabituati a ritrovare i loro istinti naturali, è molto complicato. E, di conseguenza, non molto frequente.

Il salvataggio e la cura, fino alla completa guarigione e poi alla libertà, dei due cuccioli di ippopotamo Charlie e Moomin, è una lunga storia che comincia sei anni fa, quando ancora i due cuccioli non si conoscevano e il loro futuro era molto incerto. Charlie era stato abbandonato dal suo branco a soli due giorni: troppo piccolo per sopravvivere era stato portato allo Zululand Rhino Orphanage, che è l'unico orfanotrofio dedicato ai rinoceronti nel KwaZulu-Natal in Sudafrica, nato dalla collaborazione tra Zululand Conservation Trust and Helping Rhinos. un'associazione animalista dedita alla difesa dei rinoceronti africani.

L'insolita amicizia tra l’ippopotamo e il rinoceronte

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E, poiché non ci sono altri ippopotami nell’orfanotrofio, Charlie era diventato inseparabile da Makhosi, una femmina di rinoceronte che ben presto diventa la sua “anima gemella”. Inseparabili e talmente affiatati da far dimenticare a Charlie la sua natura di ippopotamo e fargli credere di essere un piccolo rinoceronte. Per questo, l’entrata in gioco della piccola Moomin, la femmina di ippopotamo trovata rannicchiata accanto al corpo della madre morta in una riserva di caccia nell'Eastern Cape nel luglio 2017, è ancora più importante. Perché nel lungo percorso verso la libertà, i due piccoli di ippopotamo che vengono riuniti nell’orfanotrofio del Sudafrica, diventano uno lo specchio dell’altro e insieme, imparano a riconoscere la loro natura.

«Sebbene l'amicizia tra Makhosi e Charlie fosse importante per entrambi dopo i traumi che avevano vissuto, divenne evidente che Charlie aveva bisogno di imparare a essere un ippopotamo e non un rinoceronte – racconta Helping Rhinos che il 15 febbraio ha dato la notizia della liberazione dei due ippopotami dopo sei anni di ricovero presso l'orfanotrofio di Zululand – Charlie passava troppo tempo a giocare con Makhosi e gli altri rinoceronti orfani e non andava in acqua per periodi prolungati come è normale ed essenziale per gli ippopotami. Gli ippopotami devono trascorrere molto tempo immersi nell'acqua perché la loro pelle è estremamente sensibile alla luce solare diretta».

L’acqua non rappresentava per questo ippopotamo una grande attrattiva. Per farlo abituare iniziano quindi a spruzzargli acqua direttamente con un tubo e gradualmente lo abituano al contatto prolungato con l’acqua. Un’abitudine che gli sarà di fondamentale importanza per il futuro ritorno alla libertà. «Sfortunatamente, è molto difficile introdurre i maschi di ippopotamo in gruppi giù esistenti. Il rischio è che vengano attaccati dai maschi dominanti. Quindi era imperativo che venisse trovata per lui una compagna». E qui entra in gioco Moomin, una giovane orfana ippopotamo.

Due ippopotami che imparato a tornare liberi in un orfanotrofio frequentato soltanto da cuccioli di rinoceronti è certamente un’operazione complessa. «Sicuramente è un’iniziativa insolita, ma il processo di salvataggio, riabilitazione ed eventuale rewilding è simile», spiegano aggiungendo però che è stato necessario raccogliere fondi per estendere l'area selvaggia per gli ippopotami dandogli pascoli più naturali e consentendogli di essere il più indipendenti possibile dal personale dell'orfanotrofio. «Il gruppo di persone dell'orfanotrofio che li seguiva iniziò gradualmente a fare un passo indietro, interrompendo tutte le interazioni a parte la poppata pomeridiana. Charlie e Moomin hanno continuato le loro normali attività come nuotare nella diga o camminare tra i cespugli, fino a quando è diventato evidente che erano pronti per tornare ad essere nuovamente selvatici».

Il ritorno graduale alla libertà

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Rimaneva però una cosa fondamentale per renderli autonomi: rimuovere completamente tutte le interazioni umane. «Questo ha cominciato ad accadere in modo del tutto naturale poiché nei mesi precedenti al loro rilascio, Charlie e Moomin stavano diventando sempre meno interessati al contatto con i loro assistenti. Loro gli lasciavano il cibo nelle vicinanze usando un trattore e cercavano di osservarli da lontano per assicurarsi che fossero ancora in salute, ma allo stesso tempo mantenevano una distanza ragionevole per incoraggiarne l'indipendenza».

Sono state installate nuove recinzioni per separare gli ippopotami sia dall'orfanotrofio che dalla riserva. Poi gradualmente la recinzione tra gli ippopotami e la riserva è stata rimossa. «Una volta abbattute le recinzioni gli ippopotami hanno subito iniziato ad esplorare il loro nuovo ambiente lontano dall'orfanotrofio. Ora che sono tornati in libertà, il team continuerà a tenerli d'occhio. È essenziale che abbiano il tempo di sistemarsi sotto una sorveglianza sicura ma distante di coloro che un tempo si prendevano cura di loro».

Attraverso il programma di adozione di Rhino Orphans, Helping Rhinos fornisce finanziamenti per prendersi cura di tutti gli orfani dal momento in cui arrivano all'orfanotrofio al monitoraggio e al supporto che ricevono quando sono in libertà. «I fondi raccolti dalle adozioni dei nostri sostenitori vengono utilizzati per tutti i costi di monitoraggio come l'uso e la manutenzione del veicolo, set di telemetria, binocoli e macchine fotografiche per valutare le condizioni degli animali rimessi in libertà e qualsiasi cibo supplementare di cui potrebbero aver bisogno, assicurando che rimangano in buone condizioni mentre si abituano a una vita allo stato brado».

Considerati tra le specie più pericolose d’Africa, dove ogni anno sono numerosi gli incidenti mortali che li vedono protagonisti di attacchi, gli ippopotami però dal 2016 sono stati inseriti nella Lista Rossa IUCN delle specie minacciate. Caccia e distruzione di habitat sono tra le maggiori causa della loro forte diminuzione. Secondo i dati della Humane Society International, i dati relativi ai trofei di caccia, nel periodo che va dal 2014 al 2018, raccontano un dato molto particolare: l’Italia risulta il primo importatore europeo di trofei di ippopotamo.

Oltre che per le parti del loro corpo (zanne soprattutto) sfruttate come trofei da riportare in patria alla fine delle battute di caccia, gli ippopotami sono sterminati anche per la loro carne che è considerata una prelibatezza. Malgrado ciò, gli ippopotami svolgono un ruolo fondamentale nella creazione e nel mantenimento di ecosistemi sani. Trascorrono più della metà della giornata immersi nell'acqua, sollevando fango e facendo cadere sterco mentre vagano, il che a sua volta aiuta le popolazioni di pesci e insetti.L'Africa sub-sahariana, quindi, e le sue popolazioni non possono quindi permettersi in alcun modo la perdita neanche di un esemplare di questi animali.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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