Cammina per i giardinetti della città, quelli che da 18 anni sono ormai la sua casa. Viene chiamato "l’anarchico", perché Biondo ha sempre voluto vivere in libertà. Questa è la storia del cane libero di Pozzuoli, la città dove vive e dalla quale non si è mai voluto separare. È nei giardini del Tempio di Serapide che Biondo è solito spostarsi, ed è lì che diversi cittadini si recano ogni giorno per prendersi cura di lui.
Castrato e microchippato, Biondo può contare su una cuccia tutta per sé, dove è solito riposarsi quando non riesce più a camminare, a causa di una vecchia frattura. Vive a Pozzuoli praticamente da sempre, e anche se durante il giorno è spesso a contatto con gli umani non ama farsi toccare o lasciarsi avvicinare troppo: Biondo, infatti, nutre molta diffidenza nei confronti dell'uomo, a causa a di spiacevoli episodi accaduti in passato: «Non si è mai fidato degli umani, lo trovammo con un filo di ferro legato alla gola e alla coda – ha raccontato a Kodami Bruno, uno dei tanti cittadini che si occupano di Biondo – Da allora non ha avuto più fiducia in noi. Qualcuno, poi, denunciò che fosse un cane cattivo e, una volta avvertita l'Asl veterinaria, fu fatto prelevare».
Il carattere schivo e sfuggente di Biondo l'ha preservato da molteplici catture, ma non sono mancate negli anni numerose segnalazioni da parte di ignari turisti o di cittadini che non accettano la sua presenza o che pensano così di "salvarlo" rischiando di farlo morire in un canile, privo della sua libertà. Ecco perché le persone che si prendono cura di lui hanno esposto un cartello nei pressi dei giardinetti dove Biondo vive, avvertendo chiunque si trovasse in zona di non prendere alcuna iniziativa personale, ma di rispettare la sua libertà.
«Conosco perfettamente Biondo da almeno tre anni. Per la prima volta mi sono interessato a lui quando fu portato in un canile a Varcaturo – ha spiegato Michelangelo a Kodami – Non mancava giorno che mi recassi in canile per vedere come stesse. Nel 2021 è stato per ben due volte accalappiato e quindi ho pensato bene di adottarlo personalmente, con un proprio microchip intestato a me, dal momento che abito nelle immediate vicinanze. Si tratta di un’ulteriore garanzia che tutti noi vogliamo dare affinché questo nostro amico possa svolgere la propria vita con serenità e tranquillità».
Grazie alla pagina Facebook creata in suo onore, i cittadini di Pozzuoli e chiunque passi di lì può conoscere la storia di Biondo l'Anarchico, imparando a rispettare questo cane libero che, anche nell’ultimo tratto di strada che gli resta da percorrere, non rinuncia a seguire la sua libertà: «Chiudere Biondo in casa significa limitarlo nella sua manifestazione di libertà. Lui la libertà se l’è conquistata negli anni, con questa sua forza d’animo – ha spiegato a Kodami Michelangelo – Gli animali dovrebbero vivere liberi, in un rapporto di comunione con la popolazione».