Ritenuto inutile persino per la macellazione perché considerato troppo debole, l'agnello Nuvola è stato abbandonato, destinato a morire di stenti sulla strada poco distante dall'allevamento in cui era nato. Nuvola se ne sarebbe andato così, a pochi giorni di vita, l'ennesima vittima della mattanza degli agnelli di Pasqua, se non fosse stato trovato da una famiglia che per caso lo ha visto tra le sterpaglie.
A raccontare a Kodami la storia di questo "miracolo di Pasqua" è il personale del Canc, il Centro animali non convenzionali dell'Ospedale Veterinario universitario di Torino dove Nuvola è stato portato in tutta fretta in un'afosa domenica mattina di aprile.
Al Canc arrivano ogni giorno animali selvatici e domestici non comuni. In questa ultima categoria rientra anche l'agnello Nuvola che dopo essersi ristabilito completamente sarà adottato proprio della famiglia che lo ha salvato.
«Quando è arrivato – racconta a Kodami Mitzy Mauthe von Degerfeld, respondabile del Canc – non riusciva a stare in piedi e non sapevamo se sarebbe sopravvissuto. Non porta guadagno macellare un agnello di pochi giorni e così il suo allevatore se n'è disfatto, pensando che non sarebbe sopravvissuto nemmeno il numero di settimane utili per la sua macellazione».
Nuvola invece ce l'ha fatta. Una storia a lieto fine ma il cui esito sembrava incerto fino all'ultimo date le precarie condizioni in cui l'agnello è arrivato al Centro. Non riusciva a camminare né ad alimentarsi autonomamente e c'è voluta tutta la pazienza e l'impegno degli esperti e dei veterinari per rimetterlo in piedi.
Si è trattato di un percorso lungo che è passato attraverso l'alimentazione con il sondino ed è culminato con la prima vittoria di Nuvola: la sua prima poppata, avvenuta il 6 aprile, una settimana dopo il suo salvataggio.
Da quel momento le cose sono diventate più facili per l'agnellino che grazie alle cure veterinarie e all'affetto del personale è riuscito pian piano a ristabilirsi. Ruolo fondamentale in questo percorso lo ha avuto la veterinaria Chiara Ottino, è lei la dottoressa che ha temporaneamente adottato il piccolo Nuvola fornendogli supporto sin dai suoi primi momenti al Canc.
«Nuvola si è così affezionato alla dottoressa che quando lavora al computer lui si mette ai piedi della postazione e riposa lì vicino a lei fino a quando non ha finito di sbrigare le sue pratiche», racconta Mitzy Mauthe von Degerfeld.
Oltre alle necessarie cure veterinarie, per la ripresa di Nuvola è stato fondamentale l'accudimento da parte del personale del Canc. L'agnello altro non è che il cucciolo della pecora con meno di un anno d'età, e come tale è un animale domestico, assuefatto alla presenza dell'essere umano e in grado di stabilire con lui una relazione non dissimile da quanto farebbe un cane o un gatto.
Questo antico e profondo legame che l'essere umano ha con gli animali domestici che da sempre lo accompagnano rende ancora più crudele il trattamento riservato agli agnelli ogni anno nelle settimane che precedono le feste di Pasqua, quando migliaia di cuccioli strappati alle madri vengono movimentati in Italia e dai paesi dell'Est Europa con modalità che prefigurano in tutto e per tutto il maltrattamento animale.
Questi ovini affrontano viaggi lunghissimi che superano in certi casi anche le 30 ore, costretti a centinaia su camion in violazione a tutte le norme igienico sanitarie, sofferenti, affamati e assetati, ammassati uno sull’altro e con lo spazio appena sufficiente per respirare. E, quando non sono ritenuti abbastanza forti, vengono abbandonati come spazzatura su una strada poco trafficata.
Ora Nuvola sta bene: mangia, cammina e vive finalmente al fianco della sua nuova famiglia che a Kodami ha mandato uno scatto della nuova quotidianità dell'agnellino.
Effettivamente aveva ragione l'allevatore che voleva lasciarlo morire: Nuvola non è fatto per essere macellato, ma per vivere in una famiglia amorevole e rispettosa, che lo consideri un individuo e non come un bene di consumo.