Un gabbiano reale in difficoltà salvato tra i tetti di Napoli si trasforma in uno dei più belli e genuini esempi di empatia e biofilia, l'innata tendenza tipicamente umana che ci porta a interessarci alle altre forme di vita che condividono con noi il Pianeta (e le città). Le nostre città sono diventate da tempo ormai veri e propri ecosistemi urbani selvaggi, con una loro caratteristica e peculiare flora e fauna. Le dinamiche ecologiche tra le specie che caratterizzano queste comunità biodiverse metropolitane sono spesso imprevedibili, sorprendenti e non lasciano fuori nessuno, compreso noi Homo sapiens. Le interazioni tra noi umani e le altre specie animali possono essere talvolta difficili, spesso conflittuali, ma sempre più frequentemente riescono a mettere in evidenza alcuni dei lati della nostra natura più nobili e ammirevoli.
Un gabbiano reale in trappola tra i tetti di Napoli
Il gabbiano reale (Larus michahellis) è diventato a pieno titolo uno degli abitanti di maggior successo delle nostre città. Tetti, terrazzi e balconi sono per loro il luogo ideale dove costruire il proprio nido, ma di tanto in tanto possono trasformarsi in vere e proprie trappole. E così succede che un esemplare adulto rimasto incastrato nella profonda intercapedine tra una parete e una fioriera in legno di una terrazza di Napoli diventa l'esempio perfetto di convivenza consapevole in città. Il grosso laride, che supera abbondantemente il metro di apertura alare, è riuscito così a riprendere il volo solo grazie al tempestivo intervento degli abitanti umani della casa.
Tutto ha inizio nella notte tra sabato 3 e domenica 4 luglio, quando i proprietari di un appartamento a Napoli si sono accorti di un gabbiano in difficoltà. Le fessura era troppo stretta per poter intervenire e l'ora tarda non consentiva il soccorso del personale di un centro di recupero. Il primo rocambolesco tentativo di salvataggio è stato effettuato quindi inserendo una lunga asse di legno che avrebbe potuto fare da trampolino e consentire all'uccello di risalire fino all'uscita. Purtroppo però le zampe palmate e la forte pendenza della rampa hanno impedito al gabbiano di risalire e così, alle prime luci del giorno successivo, è stato necessario un aiuto più incisivo.
Pur di riuscire a salvare il gabbiano in trappola il proprietario di casa ha deciso di smontare la grossa fioriera che dall'alto si collegava all'intercapedine, permettendo così all'uccello di "arrampicarsi" saltellando verso l'alto, grazie all'aiuto di un paio di supporti inseriti a mo' di scalini. Tutto è bene quel che finisce bene: e dopo una piccola scrollata di penne il gabbiano è tornato a volare tra i cieli di Napoli.
Consapevolezza: il primo passo per la convivenza responsabile
Il primo passo per una necessaria (e inevitabile) convivenza con gli animali selvatici in città passa proprio dalla consapevolezza di ogni singolo cittadino. Conoscere la biodiversità che ci circonda e sapere come comportarsi è diventata una delle priorità sia per la salvaguardia delle specie che per la prevenzione dei danni e dei conflitti con la fauna selvatica. Ne è un esempio lampante quello che sta succedendo in questi giorni in Sicilia e non solo, dove centinaia di rondoni stanno letteralmente piovendo dal cielo a causa del caldo. Così come le sempre più frequenti incursioni urbane che lupi e orsi sempre più spesso compiono nei dintorni delle nostre città. Sappiamo per esempio che il più delle volte è fortemente sconsigliato (e spesso addirittura illegale) alimentare le specie sinantrope, e che questo fa la differenza nel limitare incontri e conflitti, ma sappiamo anche che bisogna saper valutare bene quando e se è il caso di intervenire direttamente per soccorrere un animale.
Nella maggior parte dei casi bisogna sempre contattare i centri di recupero, le autorità e le associazioni specializzate, ma quando soprattutto un animale non è ferito e non necessità di essere manipolato, come nel caso del gabbiano partenopeo, intervenire tempestivamente può fare la differenza. Del resto non siamo semplici osservatori del mondo: lo abbiamo modificato e influenzato (spesso in negativo) come qualsiasi altra specie passata su questo Pianeta e ogni nostra interazione che possa favorire una pacifica e più consapevole convivenza merita di essere incoraggiata.
Il gabbiano reale in città
D'altronde il gabbiano reale, anche se può sembrare fuori luogo e talvolta fastidioso, come tutte le altre specie selvatiche è protetto per legge. Questo uccello marino ha iniziato a colonizzare le città solamente da pochi decenni, intorno agli anni 80 e 90, con un inurbamento rapidissimo causato soprattutto dall'abbondanza di luoghi ideali dove nidificare, assenza di predatori e soprattutto la pressoché infinita disponibilità di cibo. Essendo una specie sinantropa, cioè che vive vicino all'uomo, incredibilmente adattabile e generalista ha imparato ben presto a sfruttare rifiuti, scarti alimentari e qualsiasi altra fonte di cibo alla portata del suo grosso e giallo becco. Quelli più intraprendenti hanno persino imparato a catturare senza troppe difficoltà ratti, piccioni e altri piccoli animali.
La loro colonizzazione è dunque direttamente collegata alle nostre attività e al modo in cui gestiamo le nostre città, ed quindi una nostra responsabilità riuscire anche a trovare i comportamenti giusti per una sempre più consapevole, empatica e pacifica convivenza per tutti, in quello che è diventato ormai un selvaggio e variegato contenitore di biodiversità: l'ecosistema urbano.