Quasi un anno per riportarli alla libertà. Ma per i tre piccoli orsi Huba, Vihar e Goran, ritrovati a giugno dello scorso anno sperduti e orfani sul monti Rodopi in Bulgaria, ora è arrivato il momento di tornare a confrontarsi con la vita libera e selvatica fra i monti.
Tra il loro ritrovamento e la loro ritrovata libertà quasi un anno di cure e l’attenzione congiunta di tanti che hanno collaborato per l’obiettivo finale: l’organizzazione internazionale per il benessere degli animali Four Paws, il Ministero bulgaro dell’Ambiente e delle Acque e i veterinari del centro di riabilitazione per orsi bruni Arcturos in Grecia. Un’operazione di salvataggio che, grazie alla riabilitazione, ha potuto riportare con successo gli orsi alla natura a cui appartengono.
Soli e orfani fra le montagne bulgare, Huba, Vihar e Goran sono stati portati in salvo e curati
«I cuccioli di orso Huba, Vihar e Goran erano stati ritrovati stressati, spaventati e senza madre sui Monti Rodopi dal team dell'Ispettorato regionale dell'ambiente e delle acque di Smolyan, in Bulgaria, nel giugno 2021- racconta Denitsa Slavova, responsabile della comunicazione di Four Paws in Bulgaria. – Insieme al Ministero bulgaro dell'Ambiente e delle Acque abbiamo organizzato la missione di salvataggio dei tre orsi che sono stati subito trasferiti al Bear Sanctuary Belitsa che gestiamo insieme alla Fondation Brigitte Bardot». Qui i giovani orsi, che hanno probabilmente un anno e quattro mesi, hanno ricevuto le prime cure e hanno cominciato a prendere confidenza con la nuova situazione.
«Purtroppo il numero di orsi orfani è aumentato drasticamente negli ultimi dieci anni – spiega Dimitar Ivanov, che gestisce il Bear Sanctuary Belitsa. – Le ragioni sono diverse, ma quasi sempre sono legate all'attività umana diretta – bracconaggio, riduzione dell'habitat o ingresso nei territori degli orsi. Crediamo fermamente che sia meglio che gli orsi tornino in natura dopo la riabilitazione. In questo modo hanno la possibilità di vivere la loro vita come orsi selvatici».
Quasi un anno di cure, una dieta speciale e la lunga riabilitazione prima della libertà
Ma prima di tornare liberi ad attenderli c’era un lungo anno di recupero. E per questo nuovo percorso Four Paws ha cercato un luogo adatto dove i tre potessero avere tutte le cure necessarie, pur mantenendo una costante e salutare distanza dagli umani. Era infatti fondamentale non entrare troppo in confidenza con coloro che si stavano prendendo cura di loro per non perdere quelle caratteristiche di selvatichezza che gli avrebbero permesso di tornare a vivere liberi.
«Li abbiamo quindi trasferiti al centro di riabilitazione per orsi bruni Arcturos in Grecia – aggiunge Denitsa Slavova – Lì, con cure e trattamenti speciali, i cuccioli di orso sono stati allevati e preparati per il ritorno al loro habitat naturale»».
Le cure speciali che i cuccioli hanno ricevuto riguardano soprattutto la loro dieta: «Deve essere il più possibile simile a quella degli orsi selvatici – continua la Slavova – il cibo non deve essere troppo né troppo poco, per assicurare la giusta crescita e per questo deve essere costantemente monitorato. Inoltre, la presenza umana deve essere ridotta al minimo. Nel centro greco gli operatori cercano sempre di installare il cibo senza che gli orsi li vedano. C'è anche un'assistenza veterinaria dedicata soprattutto ai cuccioli di orso».
In Grecia per rimettersi in forma senza dimenticare di essere selvatici
Per essere certi che nessuno dei tre cuccioli di orso perdesse le sue caratteristiche etologiche e si lasciasse addomesticare dalla presenza degli umani che si prendevano cura di loro, al Centro di riabilitazione greco Arcturos hanno puntato su un intervento "discreto" capace di garantire il rispetto degli orsi e nello stesso tempo assicurarne la ripresa fisica. «Il nostro aiuto è stato soprattutto nella riabilitazione – spiegano. – I cuccioli di orso orfani hanno bisogno di attenzioni e cure particolari. Devono essere allevati in modo che imparino a cercare il cibo, che la loro dieta cambi durante l'anno, in base a ciò che è disponibile in natura, che evitino l'uomo. Per questo, negli undici mesi che hanno trascorso con noi, soltanto due persone si prendevano cura di loro, in modo che non si abituassero alla presenza umana. Quando si tratta di reintroduzione è uno dei fattori più decisivi». Il centro di riabilitazione, nato nel 1992 proprio per contrastare il fenomeno della cattura di orsi e lupi in territorio greco, non è nuovo a questo tipo di progetti. «La nostra ferma posizione è che gli animali selvatici non dovrebbero vivere in cattività. Ma per controllarli da lontano senza interferire, mettiamo sempre il collare satellitare e monitoriamo i loro movimenti. È così che sappiamo se stanno bene e se si avvicinano agli insediamenti umani».
Trasferiti nel bosco e lasciati di nuovo liberi, ma senza svelare dove
Tenuti costantemente sotto controllo, i tre orsi hanno ripreso forze e abitudini. Il 14 maggio, dopo un esame completo, gli specialisti del centro di riabilitazione greco hanno confermato che gli orsi avevano raggiunto l'età e i chilogrammi necessari per tornare in natura. E a quel punto gli sforzi di tutti si sono concentrati sul momento più emozionante e più importante di tutta la vicenda: il momento in cui, sollevata la grata della gabbia speciale realizzata per il trasporto, avrebbero annusato l’aria e poi sarebbero di nuovo scomparsi tra gli alberi della foresta bulgara destinata ad accoglierli. «Ovviamente preferiamo che l'esatto luogo di rilascio degli orsi rimanga segreto per la loro massima protezione da attacchi illegali» spiega Slavona.
Radiocollari e trappole fotografiche per un monitoraggio “discreto” delle loro abitudini
Tornati in natura, Huba, Vihar e Goran non verranno lasciati soli: essere certi che siano in grado di cavarsela e la possibilità di intervenire qualora sorgano delle difficoltà, sono tra le priorità di questo programma di reinserimento. Per questo radiocollari e trappole fotografiche sono fondamentali per un monitoraggio “discreto” delle loro abitudini.
«Durante questo periodo di adattamento avranno bisogno di cure iniziali. Per questo sono stati dotati di speciali collari che consentono agli specialisti del WWF di seguirli, anche se interverranno solo se sorgono dubbi sulla loro salute o se compaiono segni di comportamenti problematici. Inoltre gli esperti effettueranno visite regolari sul campo per posizionare e controllare le trappole fotografiche per l'osservazione, nonché per catturare nuovamente gli orsi, se necessario».
In dieci anni la popolazione di orsi bulgara ridotta del 40%
Il Ministero bulgaro dell'Ambiente e delle Acque monitora da tempo la situazione degli orsi bruni nel paese. I dati forniti dall’Agenzia per il monitoraggio parlano di una popolazione di orsi bruni in Bulgaria ridotta di quasi il 40% nell'ultimo decennio. Gli esemplari registrati, infatti, sarebbero passati da 518 nel 2011 a 329 nel 2019.
«Spero che Huba, Vihar e Goran si adattino rapidamente alla loro nuova casa nella natura selvaggia della Bulgaria e si mantengano in salute – ha commentato il Ministro dell'Ambiente e delle Acque, Borislav Sandov. – Continuiamo a lavorare per migliorare le politiche di conservazione di questi animali, rafforzando il controllo sul bracconaggio degli orsi e migliorando i metodi per risarcire gli agricoltori che sono stati danneggiati dai loro attacchi».