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21 Aprile 2022
15:59

La storia dei Pitbull che cercano adozione a Fresonara

Ventiquattro Pitbull ospitati abusivamente in un canile di Fresonara, in provincia di Alessandria, cercano un'adozione. I cani dovranno essere adottati entro la fine di aprile.

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Dei 42 Pitbull ospitati abusivamente in un canile di Fresonara, in provincia di Alessandria, poco meno della metà avrebbe già trovato una nuova casa. Ma il tempo stringe: entro il 30 aprile altri 24 cani, tra cui due cuccioli, dovranno lasciare la struttura a seguito dell’ordinanza firmata dal sindaco Paola Penovi. Una vicenda che si trascina ormai già da mesi e che ruota attorno a un uomo, i suoi cani, una famiglia titolare della struttura, che ha cessato l’attività, e il piccolo Comune alessandrino.

Tutto è iniziato nel mese di maggio del 2020 quando la famiglia Oliveri, titolari del rifugio I Quarti in contrada Retorto a Fresonara, ha ricevuto una richiesta d’aiuto da parte di un’associazione animalista per conto di una persona che, dalla vicina Casale Monferrato, aveva bisogno di trovare un posto in cui sistemare 28 cani, per lo più Pitbull. Non sarebbe rimasto per più di un paio di mesi, a luglio sarebbe andato via. Gli Oliveri hanno così deciso di tendergli la mano e aprire le porte della loro struttura all’uomo. Ma questi non ha rispettato i patti e ha continuato a occupare il canile anche dopo lo spirare dei termini del loro accordo.

La famiglia Oliveri è rimasta molto delusa e sfiancata dall'evolversi della situazione. «Siamo amareggiati. Le regole valgono per tutti e vanno rispettate da tutti. Così come noi abbiamo sempre fatto, rispettando tutte le normative, come è giusto che sia. Siamo amareggiati anche perché mai avremmo pensato né voluto dare problemi al nostro Comune. Noi speravamo solo di aiutare chi ci aveva chiesto una mano ma purtroppo non è andata così».

La vicenda si è complicata anche perché, nel frattempo, la famiglia Oliveri, che già da molto tempo non ospitava più animali, ha cessato l’attività a novembre scorso, dopo quasi vent’anni di un’onorata “carriera” iniziata nell’ormai lontano 2002. E, dopo gli adempimenti burocratici del caso e la restituzione al Comune dell’autorizzazione sanitaria, ha deciso di mettere in vendita la struttura. Era stata già avviata una trattativa con un compratore interessato a rilevarla ma la presenza ostinata dell'uomo e dei cani, che nel frattempo erano diventati 42, ha complicato tutto.

A quel punto i rapporti tra gli Oliveri, che pure avevano promosso appelli all’adozione degli animali con l’obiettivo di aiutare il loro “ospite”, e questa persona si sono definitivamente deteriorati ed è cominciata una dura battaglia legale a suon di carte bollate.

A gennaio scorso una svolta è giunta con la decisione del sindaco Paola Penovi che, con un’ordinanza, ha imposto all'uomo di dare in adozione gli animali ospitati nella struttura. Potrà tenerne con sé non più di cinque, come impone la legge regionale del Piemonte a chi non è allevatore professionale. L’ordinanza è stata emanata il 5 gennaio scorso dopo la visita dell’Asl presso la struttura ed è stata prorogata fino alla fine di aprile.

Entro il termine stabilito, l’uomo dovrà liberare la struttura dando i cani in affidamento a nuove famiglie. E sembra che qualcosa, in tal senso, inizi a muoversi dal momento che un ultimo sopralluogo della Polizia municipale avrebbe accertato che dei 42 Pitbull ospitati, abusivamente e contro la volontà dei titolari, ne sono rimasti 24. La corsa contro il tempo, per il Comune, è iniziata: se i Pitbull non troveranno tutti una casa, sarà l’ente a doversi accollare le spese per il loro mantenimento in una struttura adeguata.

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