In Canada un biologo si è imbattuto nel corso delle ultime stagioni in un numero sempre crescente di orsi privi delle dita delle zampe. In un primo momento, la cosa non ha stupito molto lo scienziato poiché capita che durante gli scontri per garantirsi l'accesso alle femmine o a seguito di una caduta questi animali perdano la funzionalità di questa parte del corpo. Il numero però sempre più notevole di avvistamenti dotati di questa caratteristica ha cominciato ad incuriosire il biologo, iniziandolo anche a preoccupare.
Il biologo si chiama Clayton Lamb e ciò che lo ha convinto a studiare il problema era lo schema ripetuto delle dita mancanti in numerosi esemplari, di entrambi i sessi e di tutte le età.
«Per questi animali è normale perdere qualche dito durante gli scontri, ma principalmente avviene durante l'età adulta, mentre ho visto esemplari di pochi anni già privi di due o tre dita per ciascun piede!», ha dichiarato Lamb sui social, mentre cercava di sensibilizzare altri suoi colleghi.
All'inizio dello studio che ha compiuto sulle popolazioni canadesi di Grizzly, Lamb era solo un giovane neolaureato che lavorava nel campo della conservazione della natura. Oggi invece è borsista post-dottorato presso l'Università della British Columbia e dedica buona parte del suo tempo a risolvere il problema, insieme ad una propria equipe.
«In principio non avevamo sostanzialmente alcun indizio su cosa potesse essere», ha spiegato ma dopo lunghi mesi di monitoraggio e di studi effettuati sugli animali, il gruppo ha capito che non era una caratteristica acquisita degli animali. Qualcosa aveva strappato praticamente via le dita a questa specie.
Gli animali infatti non erano soggetti ad alcuna malattia genetica che prevedeva la perdita della dita, come si credeva in un primo momento. Un’attenta indagine effettuata con i raggi X ha rivelato da subito in ogni esemplare monitorato la presenza di schegge e di frammenti ossei vicino a molteplici segni di ferite che si era rimarginate. Visto però che le fratture «erano troppo nette e precise perché le dita potessero essere state morse o strappate via da un altro animale», Lamb e colleghi hanno capito che le falangi erano state direttamente tranciate. E l'unica specie capace di effettuare un taglio così netto e pulito presente nella British Columbia è l'essere umano.
«Si tratta di una cosa davvero orribile – ha commentato Lamb – Parte di ciò che rende un orso grizzly quello che è sono i suoi artigli molto lunghi. Se li perde, non riesce più a cacciare o a difendersi. È qualcosa di essenziale e può rischiare la vita. E tutto questo avviene solo per qualche pelliccia».
La scoperta dei biologi canadesi ha permesso difatti alle autorità di scoprire che i cacciatori della Columbia Britannica sono tornati a disseminare di trappole simili a tagliole un vasto territorio, per catturare gli animali dotati di folta pelliccia. Le trappole impiegate però non riescono ad esercitare abbastanza forza da recidere direttamente le dita di un orso. Attraverso l'impiego di alcune telecamere nascoste, Lamb insieme ai ranger ha scoperto che le trappole riescono solamente ad interrompere temporaneamente la circolazione del sangue nelle zampe degli animali. Gli orsi in questo caso, tentando di liberarsi, farebbero dunque maggiore forza sulle tagliole, provocando la morte e la caduta dei tessuti, dopo giorni trascorsi a soffrire la fame.
Per limitare il fenomeno, Lamb ha proposto alle autorità canadesi di limitare la stagione di caccia, soprattutto nei confronti delle donnole, la cui cattura avviene attraverso l'uso di queste nuove tagliole che lasciano la pelliccia integra, ma condannano le dita degli animali più grossi. Limitazioni che a partire da quest'anno verranno applicate e che già negli anni precedenti erano state inserite nelle politiche di protezione della fauna in alcune regioni del Canada.