Chi ha un cane si sarà probabilmente ritrovato, di solito due volte l'anno, la casa piena zeppa di peli, un vero e proprio "dramma" per molte famiglie. La maggior parte dei cani infatti va incontro a una muta stagionale per affrontare il cambiamento climatico, ossia perde naturalmente il sottopelo, che si riversa per forza di cose in tutti gli angoli dell'appartamento. Cosa farne dunque? A dare nuova "vita" al sottopelo dei cani sono un ragazzo napoletano, Ugo Apuzzo e il marchigiano Floriano Bollettini, che hanno ideato una start-up che è riuscita a vincere la finale del programma “HEC-42 Launchpad” della business school HEC Paris, una tra le competizioni più importanti d'Europa.
La start-up è stata poi valutata da diverse giurie e dal pubblico e si è guadagnata il titolo di "start-up dell'anno" . I due giovani, di solo ventiquattro anni, si sono così aggiudicati la possibilità di frequentare per tre mesi la Station F, l’incubatore di startup più prestigioso d'Europa.
Il progetto consiste nel recuperare il sottopelo dei cani e, attraverso un'antica tecnica di lavorazione di origine siberiana, ottenerne una fibra tessile chiamata Chiegora. Questo prodotto ottenuto è termoisolante, resistente all’acqua e persino più morbido del cachemire. L'idea è quella di non creare una vera e propria produzione industriale, che richiederebbe la realizzazione di allevamenti intensivi contrari alla concezione dell'iniziativa e al tipo di prodotto che deve essere animal-friendly, sostengono i due ragazzi.
Il progetto si basa infatti sul riciclo del sottopelo dei cani, soprattutto quelli che ne posseggono uno folto come le razze nordiche, che viene raccolto e conservato dagli allevamenti che hanno aderito al progetto, che sono già oltre 100. La tecnica quindi non prevede alcun tipo di maltrattamento animale: il sottopelo viene perso naturalmente, senza alcuna necessità di intervento. Il periodo migliore per il recupero è generalmente la primavera quando i cani si liberano dal folto sottopelo invernale per affrontare l'estate. Una volta raccolto dagli allevamenti, il sottopelo viene portato in alcune strutture del Nord Italia, come centri di filatura e tessitura dove viene rielaborato e convertito in gomitoli e capi d’abbigliamento. Nell'autunno del 2021 ci sarà l'uscita della prima collezione.