Oltre 100 piccoli di tartaruga caretta caretta hanno trovato la via verso il mare dopo la schiusa delle uova: il bilancio, molto positivo, arriva dal litorale laziale, dove martedì i volontari della rete TartaLazio hanno monitorato i nidi sulla spiaggia di San Felice e sulla spiaggia di Sabaudia, tenuti d’occhio ormai da giorni proprio per l’altissima possibilità della schiusa.
Alla fine i nidi sono stati aperti in contemporanea, al termine dei tempi fissati dai protocolli. In entrambi i casi, spiegano da ParchiLazio, sono stati estratti moltissimi piccoli che, molto probabilmente, avevano difficoltà ad uscire da soli, forse a causa della compattezza della sabbia. Dal nido di Sabaudia, su un centinaio di uova, sono arrivati al mare una sessantina di piccoli, mentre da quello di San Felice sono emerse 57 tartarughine su 64 uova traslocate.
«Numeri piuttosto alti – spiegano da ParchiLazio – che ci confortano sull'efficacia del complesso delle procedure seguite. Chiuso anche il lunghissimo campo di San Felice, salvo ulteriori sorprese, sempre possibili, rimane sotto monitoraggio solo il nido tardivo di Latina, per il quale si dovrà aspettare addirittura il mese di ottobre».
Si avvia alla conclusione dunque la stagione riproduttiva delle tartarughe caretta caretta nel Lazio, dove proprio quest’anno Regione e Federbalneari, su proposta dell’assessore Giancarlo Righini, hanno firmato un nuovo protocollo di tutela che contiene le linee guida di comportamento che i titolari degli stabilimenti aderenti a Federbalenari devono rispettare in caso di ritrovamento e avvistamento non soltanto delle tartarughe caretta, ma anche dei nidi, che sempre più spesso vengono rinvenuti su litorali attrezzati con all'interno preziosissime uova.
La Regione, per supportare i balneari, fornirà ai gestori degli stabilimenti una bandiera che dovrà essere esposta all’interno della struttura turistica per i prossimi 5 anni, una sorta di certificazione dell’adesione al progetto, e ha già stanziato fondi per tenere corsi di formazione per gli addetti alla pulizia degli arenili e per i bagnini su temi riguardanti l’attenta cura delle spiagge attrezzate. L’intesa prevede inoltre la distribuzione di materiale informativo sull’argomento da distribuire ai bagnanti, e lo svolgimento di eventi negli stabilimenti con cui diffondere informazioni utili sulla Caretta caretta. A un apposito gruppo formato da un membro della Regione Lazio e da uno di Federbalneari il compito di verificare gli esiti dell’applicazione del protocollo, mentre ai Comuni è stato affidato quello di accertarsi che venga rispettato insieme con TartaLazio, la Rete regionale del Lazio per il recupero, il soccorso, l’affidamento e la gestione delle tartarughe marine.
Da inizio stagione, la rete TartaLazio, anche grazie ai volontari, ha scoperto 17 nidi e assistito alla nascita di oltre 600 tartarughine, a conferma del trend positivo che si registra ormai da due anni relativamente alla presenza della Caretta caretta lungo le coste italiane e all’aumento del numero di nidi registrati sulle spiagge. L'inesorabile antropizzazione dei litorali costringe però le tartarughe a ricavare spazi per nidificare tra ombrelloni e lettini, e di gestire poi la presenza di bagnanti che in alcuni casi, mossi da curiosità e meraviglia, si avvicinano troppo: da qui l’importanza di avere linee guida da seguire.