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21 Agosto 2024
15:03

La stagione della caccia inizia prima in Campania: la denuncia della consigliera Gaeta

Ancora una volta la caccia in Campania aprirà in anticipo. La consigliera regionale Roberta Gaeta denuncia gli effetti negativi sull'ecosistema e sull'avifauna.

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Ancora una volta la caccia in Campania aprirà in anticipo. Lo denuncia la consigliera regionale del Gruppo Misto della Campania, Roberta Gaeta (Demos-Europa Verde): «È stata disposta l'anticipazione della caccia senza l’approvazione, obbligatoria e propedeutica, del piano faunistico-venatorio regionale. La conseguenza è che viene consentita l'uccisione di uccelli proprio nel periodo di migrazione e riproduzione e sono stati aumentati i giorni di caccia nelle aree Natura 2000».

L'apertura anticipata in assenza del piano faunistico-venatorio regionale è ormai una costante in Campania, nonostante i numerosi question time sul tema richiesti in Consiglio da Gaeta nel corso degli anni: «In consiglio regionale l’assessore Caputo si era impegnato ad autorizzare la preapertura solo dopo aver ricevuto e recepito il parere ISPRA e dopo che il piano faunistico-venatorio fosse stato approvato in Consiglio Regionale». Cosa che non è avvenuta, e non sono stati prodotti, secondo la denuncia della consigliera, argomenti sufficienti per superare il parere del Comitato Tecnico Faunistico-Venatorio Nazionale e quello dell'ISPRA, «entrambi assolutamente critici rispetto alla riapertura anticipata della caccia!».

Non solo in Campania, i Piani faunistico-venatori sono visti sempre più come strumenti per favorire i cacciatori, e non per regolare l'attività venatori. Dovrebbero essere i documenti programmatici attraverso su le Regioni stabiliscono le linee di indirizzo per la gestione della fauna selvatica e ciò che concerne l'ambito venatorio, ma non è quello che succede nella maggior parte dei casi. Il rischio è che l'avifauna venga decimata nel momento di maggiore fragilità come la migrazione cosa che avviene per molte delle specie considerate cacciabili che in questo periodo transitano in Italia, oppure per le popolazioni che qui si riproducono.

«Ci si dimentica evidentemente che i piani faunistico-venatori non sono predisposti per favorire caccia e cacciatori, ma per gestire e tutelare la fauna selvatica – denuncia Gaeta – Anche se in Italia la caccia non è vietata e non è possibile fermarla con leggi regionali, è possibile regolamentarla limitando gli effetti negativi ed organizzare un calendario venatorio che non danneggi ulteriormente il nostro ecosistema. Questo è un chiaro esempio di quanto l'interesse di pochi possa prevalere sul benessere collettivo, ambientale e sociale, oltre che compromettere il futuro nostro e delle nuove generazioni».

Dai vertici della Regione però tutto tace, almeno fino al prossimo ricorso al Tar, come fa notare la consigliera: « Non c’è da meravigliarsi se, ancora una volta, questo calendario sarà sospeso, come è avvenuto a seguito delle sentenze del TAR negli ultimi tempi.È fondamentale, dunque, che tutti noi che abbiamo a cuore il nostro territorio, insieme alle associazioni ambientaliste, abbiamo il dovere di difenderlo».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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