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8 Luglio 2021
14:06

La sposa arriva in chiesa a cavallo, ma l’animale si sente male e si accascia al suolo

A Palmi, in provincia di Reggio Calabria, una sposa è arrivata davanti la chiesa in sella ad un cavallo nero per fare un'entrata trionfale. Appena giunti all'ingresso però il cavallo si è accasciato al suolo, per la fatica e per il troppo caldo. L'accaduto può rappresentare un caso di maltrattamento, un reato punibile dal codice penale.

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A Palmi, in provincia di Reggio Calabria, una sposa è arrivata davanti la chiesa in sella ad un cavallo nero per fare un'entrata trionfale. Se sorprendere era quello che voleva, sicuramente ci è riuscita ma non positivamente: appena giunti all'ingresso infatti il cavallo si è accasciato al suolo, molto probabilmente per la fatica e il troppo caldo. Ecco il video dell'accaduto, riportato da Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista:

L'utilizzo di animali come meri mezzi di trasporto è purtroppo una pratica ancora troppo diffusa, prevista inoltre dall'articolo 70 del codice della strada che cita al comma 1 "I comuni sono autorizzati a rilasciare licenze per il servizio di piazza con veicoli a trazione animale". L'articolo è stato già più volte contestato e a riaccendere il dibattito è stato poco tempo fa un episodio accaduto a Firenze: un cavallo, che trainava una carrozza, si imbizzarrì al centro della città "colpendo" l’auto blu del ministro Lamorgese. Diverse associazioni come l'OIPA e l' Italian horse protection hanno chiesto di eliminare questa pratica barbara abolendo le carrozzelle attraverso un divieto di circolazione dei veicoli a trazione animale sul territorio nazionale per il benessere degli animali.

Le polemiche tra vetturini, Roma Capitale e gli animalisti

Non è però l'unico episodio: l'anno scorso alla Reggia di Caserta un cavallo che trainava un calesse per il trasporto dei turisti è morto improvvisamente. Era infatti la settimana di ferragosto e le temperature si aggiravano intorno ai 36 gradi. Il tema del trasporto delle carrozze è inoltre oggetto di forti polemiche da tempo a Roma dove è guerra tra i vetturini, i conducenti delle botticelle, le tipiche carrozze romane, Roma Capitale e gli animalisti. Il Tar Lazio e il Consiglio di Stato hanno infatti bocciato il regolamento dell’assemblea capitolina che prevedeva il servizio solo nei parchi storici e in alcuni parchi urbani, facendo tornare le carrozze in strada e scatenando la rabbia delle associazioni che hanno chiesto al sindaco di emettere un'ordinanza. A tal proposito il 2 luglio la sindaca Virginia Raggi ha firmato l'ordinanza 116 che vieta «la circolazione dei veicoli a trazione animale in presenza di ondate di calore di particolare intensità con un livello di rischio 3 del bollettino del Sistema Nazionale di Sorveglianza», consentendo così le attività solo dalle 18 a condizione che la temperatura ambientale sia inferiore ai 25 gradi centigradi. Un piccolo passo in più verso la tutela del benessere di questi animali, ma ancora lontani dal divieto assoluto.

Il reato di maltrattamento

L'accaduto di Palmi potrebbe rappresentare un reato di maltrattamento ai sensi dell'Articolo 544 ter del codice penale per aver sottoposto l'animale a " sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche". La pena di tale reato va dai tre ai diciotto mesi di reclusione o il pagamento di una multa dai 5.000 a 30.000 euro. Il benessere e le esigenze del cavallo, un'essere senziente, non è stato infatti preso in considerazione: la fatica, le temperature elevate e l'asfalto cocente hanno portato l'animale allo stremo. Non è questo il modo in cui dovremmo relazionarci con le altre specie: già solo il termine "relazione" implica la comprensione dell'altro, la voglia di intraprendere un percorso insieme e un processo di conoscenza che non coinvolge mai lo sfruttamento. Al contrario l'incontro tra due individui della stessa specie o di due specie diverse dovrebbe sempre essere basato sul rispetto e il riconoscimento dell'altro come entità separata, ma con il diritto a una vita dignitosa.

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