Liberi su una spiaggia storica, curati e ora anche premiati. Sono i gatti fortunati dell’oasi felina di Su Pallosu, a San Vero Millis, in provincia di Oristano, colonia insignita del Traveller’s Choice 2023, riconoscimento che il noto sito web statunitense di recensioni di alberghi, ristoranti e altri contenuti relativi ai viaggi assegna alle strutture che ricevono con costanza ottime recensioni da parte degli utenti.
Un premio simbolico, che arriva dopo anni di sacrifici e di battaglie sostenute da Andrea Atzori che, da solo, si prende cura dei gatti oggi presenti nella colonia, eredi di una progenie di felini che vivono nel luogo da un secolo, grazie ai pescatori che li portarono qua, nelle capanne del loro villaggio.
«Siamo su Tripadvisor e sui social da molto tempo e il premio ci è stato assegnato grazie ai commenti positivi delle persone che sono state qua da noi in visita scegliendoci tra le attività proposte sul territorio – ci spiega Atzori – Che cosa comporterà per noi? Dopo questo riconoscimento continuiamo a non aspettarci nessun aiuto da parte dagli enti pubblici, perché sinora la colonia si è sempre sostenuta solo grazie all’impegno personale e alle donazioni di privati e visitatori».
La colonia è potuta sopravvivere e prosperare sino a oggi, nonostante tutti gli ostacoli, e addirittura un tentativo di boicottaggio, messo in atto dagli enti pubblici e dai nemici di questo privato, tuttora sotto processo per “invasione di terreni e imbrattamento”.
Almeno una vittoria importante per la sopravvivenza della colonia, tuttavia, è stata conseguita: «Fino al 2015 è stata fatta una guerra da parte del Comune contro questi gatti, ma siamo riusciti, grazie a un ricorso accolto dal Consiglio di Stato per abuso di potere, a far annullare una delibera comunale che prevedeva lo sgombero della colonia felina – racconta Atzori-, perché considerata non riconosciuta. Tutte le sterilizzazioni e gli interventi per tutelare la salute dei suoi abitanti sono stati fatti senza aiuti pubblici, di tasca nostra, grazie a veterinari che ci vengono incontro con prezzi e modalità di favore, ma che giustamente, essendo professionisti, devono essere retribuiti».
Troppo spesso alle colonie feline private viene negato il riconoscimento dai Comuni e dalle Asl, e ai singoli tocca occuparsi di tutto, soprattutto delle sterilizzazioni. «Sono molto poche le colonie in Sardegna riconosciute dalla Regione – spiega Atzori – questo è dovuto a una pessima applicazione a livello regionale della legge per la prevenzione del randagismo, che ha fatto sì che molti Comuni neghino quello che sarebbe un atto dovuto. Se in Italia ci sono oltre 100 mila colonie riconosciute, qua sono pochissime rispetto alla popolazione, siamo nell’ordine di un centinaio».
Oltre alla colonia di Su Pallosu ci sono molte altre realtà che non riescono ad ottenere questi riconoscimenti dai Comuni: «Questo perché – continua Atzori – vengono poste due condizioni: la prima è che i gatti siano sul suolo pubblico, non privato, un arbitrio perché ci sono realtà di condominio che sono state riconosciute da alcuni comuni della Sardegna, la seconda perché pensano che debbano pagare loro le sterilizzazioni. Invece no – sottolinea il responsabile della colonia- le sterilizzazioni hanno un finanziamento regionale: la Regione ha una voce in bilancio appositamente destinata a questo scopo».
Tutto questo comporta una situazione che Atzori definisce "emergenziale": «I privati fanno poche sterilizzazioni per motivi culturali, il pubblico riconosce poche colonie feline e quindi ugualmente non le fa, e noi abbiamo un numero altissimo di abbandoni, gatti che muoiono per strada e adozioni che sono molto poche rispetto al numero dei felini per cui si richiedono. Si è creata –aggiunge- una situazione che pesa sulle spalle di pochi volontari e di poche associazioni oberate di lavoro. Per completare il quadro in Sardegna non esiste un gattile pubblico che li accolga: quando qualcuno trova un gatto da salvare o cerca di farlo in prima persona, o prova ad affidarlo ad altri, che però ne hanno già tantissimi».
Andrea Atzori oggi si prende cura, senza l'aiuto di nessuno, dei 30 gatti della colonia, che si spostano liberi tra la sua casa e la spiaggia vicina. Solo uno di loro, il più anziano, è nato là, tutti gli altri sono stati abbandonati. Sette di loro, i più fragili, sono tenuti all’interno di una grande gabbia perché, spiega, «sono gattini cresciuti qua e non hanno mai conosciuto lo spazio esterno, in questo modo vengono protetti dai rischi di investimento e dal contatto con gli altri gatti già presenti che potrebbero non accettarli».
Il sito è meta di continue visite da parte di turisti italiani e stranieri. La particolarità della colonia, unica nel suo genere, collocata su una spiaggia dove i visitatori possono prendere il sole e fare il bagno in compagnia dei felini, fa sì che per questa prossima estate le prenotazioni siano al completo sino a tutto settembre.
«Il continuo afflusso di persone che chiedono di vedere i gatti e passare del tempo con loro mi obbliga a mettere un numero chiuso per gli accessi, sia perché la visita si svolge nel territorio della mia casa, non in uno spazio pubblico, sia perché anche gli animali devono essere rispettati e vivere tranquilli. Possono entrare al massimo cinque persone per volta, con tutti gli accorgimenti utili a far sì che le persone possano vedere i felini e loro non siano turbati da queste visite».
Oggetto di attenzione di tv italiane ed estere, dai media argentini alla televisione giapponese, in tutto il mondo si parla dei gatti sardi che vivono su una delle spiagge più belle dell’isola. Il valore aggiunto di questa oasi per il turismo sardo è diventato oggi così alto, che l’ostilità e l’assenza di aiuto da parte degli enti locali, risulta essere davvero incomprensibile.