Le immagini di un raro calamaro che vive in acque molto profonde sono state catturate in un video da una telecamera installata dagli esperti dell'Università dell'Australia Occidentale e da "Kelpie Geosciences" nel Regno Unito.
Il team del Minderoo-UWA Deep Sea Research Center e la scienziata Heather Stewart sono riusciti a riprendere il meraviglioso animale a una profondità di oltre un chilometro mentre stavano posizionando delle videocamere a nord di Samoan Passage, il principale punto di accesso per il rinnovamento delle acque profonde nel Pacifico settentrionale, dove non si formano localmente acque di fondo.
La telecamera è stata recuperata a una profondità di oltre 5 km e dopo aver visionato le immagini i ricercatori si sono appunto resi conto che un animale raramente visto nel suo habitat naturale era stato ripreso nelle immagini mentre raggiunge l'oggetto a una velocità di 58 metri al minuto.
Si tratta di un calamaro uncinato chiamato "Calamaro di Dana" (Taningia danae), dal nome del vascello della spedizione che lo ha avvistato per la prima volta negli anni 30 del 900.
Questo mollusco cefalopode è uno dei più grandi calamari di acque profonde ed è rinomato per avere due fotofori molto grandi all'estremità di due dei suoi bracci che producono luminosi lampi bioluminescenti per spaventare e disorientare la preda durante la caccia. Sono i più grandi fotofori conosciuti nel mondo naturale e secondo quanto dichiarato dagli esperti dell'Università australiana «questo soggetto era lungo circa 75 cm ed è sceso sulla nostra fotocamera credendo che fosse una preda e ha cercato di spaventare l'oggetto con i suoi enormi fari bioluminescenti».
Il professor Alan Jamieson, direttore del Centro di ricerca sul mare profondo di Minderoo-UWA, ha anche sottolineato che osservare i calamari di acque profonde nel loro habitat naturale, specialmente a mezz'acqua, è altamente complicato: «Molti reperti di questa specie, infatti, provengono da spiaggiamenti, catture accidentali o dal contenuto dello stomaco delle balene».
La nave da ricerca RV Dagon da dove operano i ricercatori sta per concludere una spedizione durata tre mesi, la cui missione è stata quella di esplorare e documentare la biodiversità e la geodiversità dei fondali marini a una profondità compresa tra tre e otto chilometri.