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24 Agosto 2021
18:00

La sottovalutata complessità della vita sociale delle giraffe

Le giraffe sono sempre state considerate animali solitari e dalle scarse propensioni sociali. Secondo un nuovo studio che ha analizzato 10 anni di ricerca sul comportamento e l'organizzazione sociale di questi enormi erbivori non è però così. La complessità della loro organizzazione sociale sarebbe stata sottovalutata ed è in realtà simile a quella di elefanti e orche.

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Le giraffe sono sempre state considerate animali poco sociali e perlopiù solitari, che si limitavano a interagire tra loro solamente per periodi brevi, legati essenzialmente alla riproduzione o all'allevamento della prole. Negli ultimi 10 anni però la certezza dell'assenza di una vera e propria struttura sociale articolata è andata via via sgretolandosi grazie a nuovi e più approfonditi studi. Zoe Muller e Stephen Harris della School of Biological Sciences di Bristol hanno esaminato in una review pubblicata sulla rivista Mammal Review ben 404 articoli sul comportamento delle giraffe e sull'organizzazione sociale dimostrando che la loro organizzazione è molto più complessa di quanto ritenuto un tempo e che può addirittura essere paragonata a quella degli elefanti o delle orche.

La società matrilineare delle giraffe e l'importanza delle nonne

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Secondo i ricercatori gli studi dimostrano che questi enormi erbivori delle savane africane trascorrono fino al 30% della loro intera vita in uno stato post-riproduttivo. Una condizione piuttosto rara in natura, presente sono in animali con organizzazioni sociali molto complesse e cooperative, come appunto gli elefanti e le orche, che trascorrono rispettivamente il 23% e il 35% della loro vita in uno stato post-riproduttivo. Sono pochissime infatti le specie che possiedono questa condizione fisiologica paragonabile alla menopausa della donna, poiché questo status non offre alcun vantaggio in termini evolutivi e riproduttivi alle femmine. Molti studi dimostrano però che può offrire numerosi benefici invece alla sopravvivenza della prole imparentata.

La presenza stabile di femmine ben oltre l'età riproduttiva nelle società dell'uomo, degli elefanti e delle orche è ormai un fatto bene noto, conosciuto in biologia come "ipotesi della nonna". Le femmine anziane grazie alla loro esperienza aiutano ad allevare e a far sopravvivere diverse generazioni successive alla loro prole, garantendo così la propagazione anche dei loro geni. Secondo i ricercatori anche le giraffe possiedono quindi una struttura simile altamente complessa e di tipo matrilineare: le femmine formano infatti spesso gruppi stabili e le loro figlie possono restare nel gruppo di nascita per tutta la vita. I maschi invece lasciano il branco in cui sono nati una volta raggiunta la maturità sessuale.

C'è ancora molto da scoprire

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Tuttavia si conosce ancora molto poco sulla sull'effettiva organizzazione della società delle giraffe, sulle dinamiche interne dei gruppi e soprattutto modo in cui comunicano tra loro. I ricercatori sperano però che questo studio possa servire a creare un solco nell'approccio al comportamento delle giraffe, che dovranno essere considerate d'ora in poi animali altamente sociali a tutti gli effetti. Questo garantirà una maggiore comprensione della loro ecologia comportamentale e delle loro esigenze in termini di conservazione.

Le giraffe infatti, nonostante siano animali grossi e conosciuti da secoli, sembrano nascondere ancora tanti segreti. Da sempre considerate una specie unica (Giraffa camelopardalis) solo grazie a studi recenti è stato dimostrato che sono in realtà un complesso di almeno quattro specie distinte. Questo ha complicato non poco la loro protezione, poiché tutte le popolazioni africane di giraffa continuano a diminuire drasticamente a causa dell'uomo e rischiano seriamente l'estinzione. Proteggerle sarà però più facile se avremo una comprensione più accurata della loro società e se inizieremo a considerarle mammiferi profondamente sociali e intelligenti.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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