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14 Dicembre 2021
13:49

La solitudine della piccola muflona Gigliola rimasta orfana: il video

Gigliola, la giovanissima muflona del Giglio è stata avvistata mentre vagava da sola piangendo sul promontorio dell'Isola. Tra le tre femmine portate via sul continente potrebbe esserci anche la mamma.

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muflone Giglio Gigliola

Vagava sola sul promontorio del Franco nell'isola del Giglio, apparentemente senza la madre e senza alcun membro del gregge vicino a lei. È in queste condizioni che è stata avvistata la piccola muflona Gigliola, già adottata dalla comunità dell'isola dell'Arcipelago Toscano.

La piccola Gigliola è stata avvistata sola, proprio all'indomani della traslocazione di 6 mufloni del Giglio, di cui 3 femmine. La sequenza temporale sembra indicare che il soggetto catturato e trasportato potrebbe essere stata la mamma della piccola ormai rimasta orfana.

I conspecifici di Gigliola adesso vivranno in una riserva naturale sul continente, una «zona naturale di grande bellezza – riconosce Vacchetta, esperto veterinario del Centro Recupero Ricci La Ninna – ma pur sempre recintata e di dimensioni ridotte rispetto all'Isola». Un destino non ideale, ma comunque migliore rispetto a quello che attende la piccola muflona. «Alle porte dell’inverno, difficilmente vedrà la primavera senza il sostegno della sua mamma e del suo gregge – commenta Vacchetta – I piccoli di muflone, come tutti gli ungulati, restano vicini e dipendenti dalle proprie mamme per lungo tempo, anche molti mesi dopo lo svezzamento».

I mufloni del Giglio: una storia senza (lieto) fine

La solitudine di Gigliola è il simbolo di una vicenda, quella dell'abbattimento dei mufloni "alieni" dell'isola toscana, che è ben lontana dal finire. Dopo le pressioni esercitate dalle associazioni animaliste, da parte del mondo politico e dall'Ordine nazionale dei Biologi, l'Ente Parco del Giglio il 30 novembre aveva annunciato finalmente lo stop delle uccisioni. Tuttavia, la vicenda sembra ancora lontana dal lieto fine auspicato per gli animali.

In un recente comunicato congiunto l'Associazione Vita da cani, che per prima aveva offerto i propri rifugi per ospitare i mufloni, e il Centro Recupero Ricci La Ninna hanno evidenziato che «solo alcuni mufloni verranno "salvati", poiché gli abbattimenti sono stati temporaneamente sospesi, ma non revocati», inoltre «i mufloni che il parco non riuscirà a catturare nei prossimi mesi verranno inesorabilmente abbattuti entro la fine del 2023».

Gli abbattimenti non sono stati revocati, ma solo fermati per calmare il clamore mediatico sollevato dalle proteste del mondo animalista, come ammise lo stesso Ente Parco presieduto da Giampiero Sammuri, il quale a novembre aveva annunciato la sospensione degli abbattimenti come «atto di disponibilità verso il mondo animalista». Chiarendo che però gli animali sarebbero dovuti andare via dal territorio del Giglio in ogni caso.

Questo perché i mufloni sono specie aliene particolarmente distruttive per la biodiversità, soprattutto in un ecosistema fragile come quello della piccola isola del Giglio. Per questo la loro eradicazione era prevista tra i sei obiettivi individuati dal progetto LetsGoGiglio, finanziato con 1,6 milioni di euro dal programma Life dell'Unione Europea. Il progetto quindi, continuerà, e i mufloni non potranno restare ancora a lungo, pena il ritorno dei cacciatori.

Una contraddizione tra l'obiettivo di preservare la biodiversità e l'uccisione di una specie evidenziata anche dal ricercatore ed attivista Kim Bizzarri: «È ironico come il programma UE, che cofinanzia al Giglio la condanna a morte non solo dei mufloni, ma anche di altri animali e specie vegetali presenti da tempo sull’isola, si chiami LIFE, che inglese significa "vita", quando non sembra fare altro che seminare morte nel nome della scienza. Nessuno nega l’importanza e la necessità di gestire le specie alloctone, ma la morte o il loro esilio non rappresentano l’unica soluzione».

Ora gli animalisti tornano a chiedere «che venga revocato del tutto l’abbattimento dei mufloni, cosi come anche le loro traslocazioni, poiché la storia di Gigliola evidenzia la complessità della dimensione etica di questo tipo di azioni». È forse l'occasione per ripensare l'azione del Parco, e dell'Unione Europea, riguardo la complessa gestione delle specie alloctone.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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