In Slovenia le nutrie sono diventate motivo di contesa nell’ambito della gestione della fauna selvatica: il Governo, infatti, ha annunciato che intende rimuovere in maniera definitiva tutti questi animali dalle "Ljubljansko barje”, le aree paludose di Lubiana, in quanto ritenuti specie aliena invasiva che si è diffusa al punto da minacciare gli ecosistemi e le specie autoctone sia di animali che di piante.
Gran parte dell’opinione pubblica, però, non è d’accordo con la soluzione proposta dalle autorità tanto che sono scaturite diverse proteste dalle quali ha preso il via anche una petizione che chiede di fermare l'uccisione di questi grandi roditori e di applicare la sterilizzazione come misura alternativa.
La richiesta, che è già stata firmata da più di 19 mila persone, ritiene il metodo approvato dal ministero dell'Agricoltura per liberarsi delle nutrie scandaloso e crudele, considerando che esistono modi alternativi per fermare la diffusione delle specie invasive altrettanto efficaci.
Tra gli oppositori al provvedimento appare anche Tina Gaber, la compagna del premier Sloveno Robert Golob che dal suo account Instagram ha fatto un accorato appello per il sostegno alla petizione, pubblicando un video mentre accarezza le nutrie sul bordo di un corso d’acqua.
Scrive la first lady: «Condivido in pieno le parole di Gregor Vrhovnik (giornalista che si occupa di diritti animali n.d.r.) quando dice che nel momento in cui un uomo unisce la sua forza con il suo beneficio, vengono fuori i suoi tratti più bassi e contorti, come l'assenza di cuore e la crudeltà. Purtroppo questi animali innocenti e indifesi si sono messi sulla strada di quest'uomo e poiché gli creano qualche problema lui ha deciso di ucciderli tutti. Ma poiché alcune persone credono e si rendono conto che questo mondo non ci appartiene più che a qualsiasi animale, a tali decisioni bisogna resistere in tutti i modi possibili. La facilità di uccidere o sterminare è altamente contagiosa. Firmiamo la petizione contro questo omicidio, ci sono altre soluzioni. Gli umani sono gli unici colpevoli della miseria degli animali e noi abbiamo la responsabilità morale di trovare per loro una soluzione migliore rispetto a quella di infliggergli più sofferenza o morte».
Un messaggio piuttosto chiaro che però non è per nulla condiviso da Janez Kastelic, direttore del Ljubljana Marshes Landscape Park, il quale afferma al contrario «che la nutria è una specie invasiva la cui popolazione si è diffusa al punto da minacciare gli ecosistemi e le specie autoctone di animali e piante». La dimensione esatta della popolazione in Slovenia non è nota, ma spiega sempre Kastelic «è raddoppiata o addirittura triplicata nell'ultimo decennio tanto che sta invadendo aree sempre nuove».
La maggior parte degli esemplari si trova nei bacini fluviali della Ljubljanica e del Rižana nell'Istria slovena ma sono sempre più i soggetti avvistati anche lungo i fiumi Sava e Mura e «la cattura regolare da sola» sostiene Kastelic «non è più un metodo sufficiente per contenere le popolazioni del roditore, né lo è la sterilizzazione o la castrazione». Il piano, se nessuno riuscirà a fermarlo, partirà tra circa un mese, ingaggerà diversi club di cacciatori e, nelle previsioni, durerà anni.
Le specie alloctone sono vegetali e animali introdotte direttamente o indirettamente dall'uomo, in un areale al di fuori di quello naturale di distribuzione. Una parte di esse, denominate specie esotiche invasive (Invasive Alien Species – IAS) è in grado di riprodursi e diffondersi con estrema facilità, adattandosi perfettamente all’ambiente ma causando effetti negativi sulla biodiversità e sugli ecosistemi talmente rilevanti da richiedere un intervento coordinato e uniforme a livello di Unione Europea che ha preso forma in un Regolamento europeo.
Qui si trovano le disposizioni per prevenire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive e a gestire quelle già esistenti sul territorio. Tra queste sono enumerate l'eradicazione, il controllo numerico e il contenimento delle popolazioni, prevedendo però anzitutto di prendere sempre in considerazione i sistemi più cruelty-free.