Arriva al cinema il nuovo film de "La sirenetta", remake del celebre cartone animato Disney uscito nel 1989 che ha suscitato numerose polemiche legate alla resa stilistica di molti personaggi, tra cui la stessa protagonista Ariel che in questa versione, a differenza del classico Disney, è interpretata dall'attrice e cantante nera Halle Bailey. Ad alimentare le polemiche in parte del pubblico non è stato però solo il cambio di etnia della protagonista, ma anche la scelta di animare i vari personaggi presenti nel film con la computer grafica, decisione che non è piaciuta a molti fan di vecchia data, affezionati ai vecchi volti animati a mano dei protagonisti.
Sebastian, Flounder e Scuttle in questo film sono stati realizzati scegliendo uno stile molto meno cartoonesco, rispetto all'opera originale, in maniera simile a quanto fatto dalla stessa società americana per il remake de "Il Re Leone", uscito nel 2019. Ciò ovviamente non è stato apprezzato da tutti, ma considerando che i nuovi registi volevano rendere l'opera più verosimile e attuale, creando digitalmente i personaggi in maniera più realistica, era l'unica opzione che potevano prendere gli animatori di questo film per perseguire questo obiettivo.
In questo articolo ovviamente non vogliamo screditare l'opinione o il lavoro di nessuno, ma ci concentreremo solo sui protagonisti animali, cercando di spiegare a quali specie appartengono, come vivono nella realtà e perché questa nuova interazione con il mondo della Sirenetta potrebbe essere migliore di quanto molti critici sostengono.
Flounder
Flounder è il personaggio che probabilmente è stato più colpito dalle polemiche. Innanzitutto, perché il suo nome è fuorviante, per via di una scelta incomprensibile presa dai registi del cartone animato originale.
Infatti il suo nome in tedesco – flunder (notate l'assenza della o)- indica la platessa (Platichthys flesus), una specie di pesce piatto simile alla sogliola. La decisione finale dei registi del cartone, John Musker e Ron Clements, tuttavia fu quella di usare questo nome per un pesce giallo, Acanthurus triostegus, una specie pelagica che è possibile trovare in molte barriere coralline dell'Oceano indiano e dell'Ocean Pacifico. Fu quindi solo per caso se al personaggio fu dato questo nome, probabilmente in onore dell'ambientazione nordica che contraddistingueva il cartone dell'89 e dell'origine stessa dell'autore della fiaba della sirenetta, ovvero Hans Cristian Andersen, che scriveva in danese e tedesco.
Ora, la versione di Flounder appartenuta al cartone animato è rinomata per la sua spiccata espressività e i suoi colori, che hanno reso il personaggio uno più riconoscibili dei cartoni Disney, con il suo corpo completamente giallo, le strisce azzurre e il mento "panciuto". Era impossibile però rappresentare una seconda volta lo stesso personaggio con questo stile, visto che per questo film Ariel e tutti gli altri personaggi – compreso Flounder – si sarebbero dovuti muovere non dietro ad un fondale dipinto o disegnato a mano, ma in un mare realistico, fedele a quello reale, e che presentava una struttura ecosistema simile a quello naturale.
Incolpare quindi gli animatori contemporanei della Disney di aver appena commesso questo errore, decidendo di rappresentare Flounder non più come un buffo pesce da cartone animato ma in maniera realistica, è probabilmente una critica che è frutto di una male interpretazione dell'intera operazione commerciale. Molti fan infatti si sono rifiutati di capire che ripresentare una seconda volta gli stessi personaggi in maniera simile a quanto visto nel cartone animato, non sarebbe stato opportuno, per un film live action.
Non è infatti pensabile proporre in un film che tende ad essere realistico e con attori in carne e d'ossa un personaggio animato che disponesse di caratteristiche antropomorfe, tipiche di un personaggio dei cartoni. È principalmente per questo se i nuovi registi hanno deciso di mantenere un minimo livello di realisticità visiva interna all'opera, di modo che tutti i personaggi fossero credibili in un ambiente fantastico, basato però su scenari realmente esistenti e "scientificamente" accurati.
Non è passato inoltre molto tempo da quando alcuni registi sono riusciti a farci emozionare al cinema con animali digitali ricreati al computer e persino inventati come in "Avatar". Affermare quindi – a prescindere delle qualità di una pellicola – che un pesce come Flounder non possa mai trasmettere al cinema delle emozioni non è poi così tanto corretto, considerando le potenzialità della tecnologia e il fatto che per renderci davvero conto se questo film riuscirà a trasmetterci qualcosa, dobbiamo solo andare in sala, per giudicare l'operato delle persone che hanno lavorato per realizzare questa pellicola.
Sebastian
Sebastian è il consigliere più importante del padre di Ariel, ovvero Re Tritone, ed in entrambe le versioni è rappresentato come un granchio rosso (Gecarcoidea natalis). Seppure in origine, nel cartone di fine anni Ottanta, è stato doppiato con una cadenza giamaicana, affinché potesse in un qualche modo ricordare l'ambiente caraibico e le calde correnti che bagnano le isole del golfo del Messico, la sua specie in verità è endemica dell'isola di Natale. Una piccola isola semi sperduta a Sud di Giava e di Sumatra e che si ritrova politicamente ad essere gestita all'Australia, nel cuore dell'oceano Indiano.
Nel nuovo film, per le stesse ragioni che hanno spinto gli animatori a optare per una rivoluzione dell'estetica di Flounder, Sebastian ha ovviamente perso gran parte delle sue caratteristiche antropomorfe e ora le sue forme ricordano perfettamente quelle di un vero granchio, dotato a malapena di una bocca che risulta utile ai registi solo per mostrare ai telespettatori quando il personaggio tenta di comunicare.
I suoi occhi, perfettamente equivalenti alla controparte reale, sono formate da piccoli diversi fotorecettori e a differenza da quanto visto nel film non dovrebbero essere in realtà in grado di riconoscere tutte le forme e alcuni colori. Gli occhi dei granchi infatti servono a questi animali soprattutto per riconoscere le zone illuminate da quelle in ombra e sono altri i sensi (olfatto e tatto) a permettere a questi invertebrati di orientarsi nell'ambiente.
I granchi infatti non possiedono la vista come la concepiamo noi e non usano inoltre le chele come delle vere e proprie mani, con cui afferrare gli oggetti. Se lo fanno, lo fanno maldestramente e solo per pochi secondi, poiché utilizzano le chele soltanto per difendersi o per combattere con altri granchi.
Scuttle
Il personaggio di Scuttle nel film live action è stato invece completamente cambiato, poiché in origine era una sorta di grosso gabbiano pazzo, un personaggio curioso ma incapace nel comprendere gli stili di vita degli esseri umani. Questa caratteristica, che in una certa maniera tendeva a ironizzare le caratteristiche più estreme dei vecchi marinari inglesi, non è stata ritenuta più consona dagli sceneggiatori della Disney ed è per questo se hanno deciso di abbandonarla, di cambiare specie e rendere Scuttle meno "rimbambito".
I registi del film hanno infatti raffigurato Scuttle come una sula bassana (Morus bassanus), che riesce tra l'altro – a differenza dei gabbiani – anche a spingersi parecchi metri sotto il livello dell'acqua, per parlare con Ariel. Le sule sono tipiche dell'Atlantico settentrionale, ma è possibile incontrarle anche ai Caraibi. Un fattore importante, che ha spinto gli sceneggiatori, già desiderosi di ambientare il film nei caraibi, di optare per questa specie per rendere più verosimile l'ecosistema presente nel tratto di mare governato dal padre di Ariel.
Anche in questa pellicola, però, Scuttle non comprende molto i costumi degli esseri umani, ma a differenza dell'opera originale sembra che tale incapacità sia una caratteristica tipica della sua personalità giocosa e non il prodotto di un disturbo provocato dal navigare troppe ore sotto il Sole.
Due curiosità. È possibile trovare questa specie anche in Italia soprattutto in inverno o come nidificante irregolare. Inoltre, alcune critiche che sono state rivolte al personaggio, come quella inerente al colore dei suoi occhi, sono mal riposte. Infatti, per quanto molti fan sul web non ritengono possibile che un uccello marino possa avere degli occhi azzurri, i colori naturali degli occhi delle Sule sono proprio l‘indaco, il blu chiaro o un verde acqua. I registi hanno perfino dichiarato che hanno contatto degli ornitologi, per decidere insieme quale fosse la tonalità di colore più adatto per una sula che abita nei Caraibi.
Lo sguardo delle sule rendono infatti questi uccelli fra i più apprezzati tra birdwatcher e appassionati, oltre che fra quelli più abitualmente fotografati dai naturalisti. Ciò dimostra, ancora una volta, che talvolta le polemiche nate sui social sono piuttosto sterili e che non bisogna fomentare la rabbia nei confronti di un prodotto o di una persona, soprattutto se non si conoscono le ragioni di alcuni cambiamenti stilistici.
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